Linea d'ombra - anno XII - n. 95 - lug./ago. 1994

Che gli altri gli annusino le mani fin da lontano?" domandò Il Nano. "Non so, aspetta ... Credo di no. No, non posso" rispose Helena. "Se le può annusare solo lui. È meglio no? Come fa a togliersi di dosso qualcosa che lui solo sente? Cosa può fare? Andare dal medico e dirgli: 'Pensi che le mani mi sanno di morto, guardi'. E l'altro annusa e niente ..." Helena si stava pettinando la lunga criniera nera. Quando non portava gli occhiali coi fondi di bottiglia era meravigliosa, una bellezza. Perché non si cura la miopia? A Cuba fanno l'operazione. Oppure si faccia una magia, si disse il nano contemplando come la spazzola si alzava e si abbassava scivolando fino al bordo della schiena. "Sei una maga di seconda" disse il nano. Helena indovinò dove andava a parare e rispose un'altra volta, come le mille precedenti, alla domanda non fatta: "No, non posso farti crescere. Posso fare in modo che gli altri ti vedano più alto. Non so, dieci centimetri, dodici al massimo. "Non serve." Helena si guardò allo specchio e sorrise. 4. Quieto, Marciai Durante le ultime ore della notte, l'odore sembrava venire dalle sue mani e estendersi a tutta la stanza, impregnando le pareti, le cose sul letto, lo schermo della televisione. Ali' alba l'odore cedeva un poco e Marciai poteva dormire qualche attimo. Chi aveva ucciso per portarsi dietro quell'odore? Si domandava al mattino disperato. Aveva ucciso una dozzina di cristiani, al più, se contava anche quelli morti senza lasciare il corpo, quelli morti una settimana dopo, lontani da lui, con una pallottola nella gamba in mezzo alla sierra di Chihuahua. Aveva ucciso tre donne e una vecchia, aveva ucciso un indio tarahumara e il direttore di una fabbrica di formaggi. Aveva ucciso solo per uccidere, perché quello che ha più palle uccide di tanto in tanto perché si sappia che può, solo per conservare la fama; aveva ucciso in risse di ubriachi e in lavori sporchi e meno sporchi della polizia. Aveva ucciso i concorrenti di un narco su commissione e aveva ucciso per sbaglio. Era il suo lavoro, no? E allora perché diavolo uno dei morti tornava indietro con lo stupido odore, a fotterlo? Era stata fortuna, come la roulette. Avrebbero anche potuto uccidere lui, no? Quando il venerdì si presentò a vedere il suo capo, dopo un fine settimana di paure solitarie, aveva gli occhi violacei, un forte tremore alle mani e lo sguardo sfuggente. "Che diavolo ti sta succedendo, Marciai?" chiese il capo guardandolo con attenzione. Marciai si domandò se per caso l'altro non aveva lo stesso problema e si era già abituato, perché quel figlio di puttana aveva ucciso più di lui, aveva fatto mille stronzate più di lui, aveva spadroneggiato più di lui, molto più di lui. Forse anche il capo sapeva di morto però si era abituato. Annusò con attenzione. "Che diavolo mi annusi, idiota? Ti stai mettendo qualcosa in corpo? Ti stai iniettando qualche stronzata?" Marciai negò con la testa. "È che ho il catarro, una stupida influenza ben forte." "Se continui con queste stranezze, ti mando a spasso, idiota" disse il capo. Poi lo osservòattentamente, valutando se dargli ancora fiducia. "Mi vai a vigilare l'hotel Luna e se vedi questo tizio, l'arresti" disse allungando una foto sul tavolo. "Non farlo fuori, devi solo portarlo qui. È un tizio che deve del denaro a un amico di un amico." STORIE/TAIBOIl 91 Il nano era sulla porta dell'ufficio a fare quello che faceva normalmente, pulire stivali e scarpe, quando Marciai gli passò di fianco e gli rifilò un calcio sulla schiena. Il nano gli sorrise. Fece la ronda nelle vicinanze dell'hotel Luna aspettando il tizio, un uomo alto dai capelli bianchi, ben vestito. Dopo aver girato più volte attorno al parcheggio, entrò e finì per incontrarlo al ristorante, mentre faceva colazione con uova e machaca. Andò diretto verso di lui. "Scusi, dottore, potrebbe accompagnarmi?" disse mostrando il distintivo. L'altro lo guardò fissamente. "Dì al tuo capo, che andrò da lui quando ne avrò voglia, che non mi secchi con le sue cazzate." L'odore saliva profondamente dalle mani che Marciai prudentemente aveva nascosto nelle tasche. Forse per questo, invece di dialogare, tirò fuori la mano destra dalla tasca e diede un tremendo schiaffo al personaggio. La testa dondolò e il tizio sputò un dente assieme alle uova che stava mangiando. Poi mise mano alla fondina e quando aveva la quarantacinque già per metà in pugno, Marciai gli sparò due colpi in testa. I parrocchiani del ristorante dell'hotel Luna si erano stesi sotto i tavoli e si sentivano grida qua e là. Marciai guardò il disastro: il sangue che usciva dai resti della testa del personaggio, il tavolo caduto. Camminò senza sapere dove andava e si trovò nella éucina dell'hotel. Adesso sapeva di morto ovunque, pensò Marciai, tentando di uscire da lì. Forse l'odore sarebbe rimasto lì dentro. on lo seguiva più. Nel patio uno dei clienti stava vomitando. Marciai si annusò le mani. L'odore di defunto era ancora più forte. Camminò fino al piccolo giardino di fronte alla porta principale, prese un machete piantato in terra vicino a un cespuglio di rose, appoggiò la mano sinistra sul cofano di una Ford e se la tagliò con un colpo solo. 5. La strega La strega si mise una minigonna verde e una giacca turchese e uscì incontro ai 40 gradi ali' ombra, disposta a non lasciarsi sconfiggere dal calore. Il nano la stava aspettando sulla porta della banca. 'È morto quel figlio di puttana." "Vedi" disse lei "era destino". "E adesso a chi tocca?" 6. Odore di morto Quando il capo della Polizia Giudiziaria dello stato di Chihuahua, un tipo alto, elegante, con le tempie bianche, che aveva ucciso sei innocenti negli ultimi tre anni e guadagnato mezzo milione di dollari puliti lavorando per dei narcos di Houston, uscì dall'ufficio del governatore, percepì un odore di morto attorno a sé. Aveva perso quindici minuti spiegando perché un idiota di suo agente aveva ucciso il capo dei poliziotti statali dello stato vicino. Di nuovo l'odore arrivò fino alle finestre delle sue narici come una ondata fetida. Guardò attorno a sé prima di salire in macchina senza trovare nulla di eccezionale, ma l'odore di morto si intensificava quando avviò la jeep. Mise l'aria condizionata. Erano le mani. Erano le mani. Ritornò indietro di qualche istante col pensiero e si poté ricordare soltanto di aver stretto la mano a due persone, al governatore e al capo ufficio stampa. Gli avranno passato qualche contagio quegli idioti? Alzò le mani dal volante e aspirò creando una specie di caverna con le palme intorno al naso. Sapeva di morto, maledizione! Copyright Paco lgnacio Taibo II 1993.

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