Linea d'ombra - anno XII - n. 95 - lug./ago. 1994

Paco lgnacio Taibo Il I MERAVIGLIOSOI DORI DELLAVITA traduzione di Marco Nifantani Un'intervista con lo scrittore messicano Paco lgnacio Taibo II, di cui è appena uscito presso il Corbaccio il romanzo La bicicletta di Leonardo, è stata pubblicata, a cura di Fabio Gambaro, nel n. 92 di "Linea d'ombra", aprile 1994. 1. Cosa le succede, Marciai? Da Chihuahua a Ciudad Juarez, tutto l'intero viaggio, le mani cominciarono a sapergli di morto, appestavano come un defunto. Più che mai incazzato se le riempì di colonia di zagare Samborn's, se le lavò con tequila La Herradura e ci pisciò dentro, ormai disperato, all'altezza della città più brutta del nord del Messico, Villa Ahumada. La cosa peggiore era che non c'era neanche il morto. Nonostante fosse convinto che erano le mani, si fermò angosciato ad un distributore a metà del deserto, cercò nel cruscotto un gatto morto, alzò i sedili anteriori e finì per aprire il cofano della Datsun, solo per scoprire ciò che si poteva prevedere: che era completamente vuoto. Fece rapporto al suo capo-gruppo, guardandosi bene dal dirgli la verità; meno ancora dal dirgli dell'odore alle mani perché se no avrebbero pensato che era diventato un povero finocchio inutile, che viveva spaventato e pertanto che come poliziotto della giudiziaria era assolutamente rimpiazzabile. Il capo lo guardò dall'alto in basso: il berretto dei dodgers e i capelli lunghi, scendendo lungo il gilet bordato, il cinturone dalla grossa fibbia fino ad arrivare agli stivali stile vaquero. E poi lo mandò a un ranch di foraggio, a verificare i numeri di serie delle trebbiatrici, perché forse il proprietario le aveva comprate da un trafficante nuovo che non stava al gioco. Marciai aveva passato senza dormire più di due giorni per colpa di un lavoro che non era riuscito, era ossessionato dallo strano odore che gli usciva dalle mani e perciò iniziò male quella storia. Invece di guardare i numeri di serie, accusò subito il ranchero di usare le trebbiatrici per raccogliere un inesistente raccolto di mota, seguendo la pratica abituale di accusare prima e accertare poi. Si mise a gridare, ruppe una brocca di acqua di giarnaica, gettò al suolo una portata di tacos dorados, ruppe la mandibola alla moglie del ranchero con un colpaccio della pistola quando questa protestò e minacciò di morte i due ragazzi se suo padre non gli diceva dove era la piantagione. Uno dei ragazzi se la fece sotto, il padre tentò di mettere a segno un colpo su Marciai con un coltello da cucina, e questi gli fece saltare la testa con una revolverata ... Risultato: uno stupido disastro. Di ritorno, le mani continuavano a sapergli di morto. Passò dall'ufficio della Polizia Giudiziaria Federale ma il suo capo non c'era e dovettero vedergli la faccia da morto perché lo mandarono a dormire. Nell'hotel Sarita, nella zona rossa di Chihuahua, dove dormiva da una settimana, passò la prima metà della notte fregandosi le palme delle mani con mastro-lindo, fab di limone e lavamatic, però niente. I vapori dei detergenti lo ubriacarono peggio di una bottiglia di brandy. Era molto che non era così ubriaco e il letto gli si muoveva di qua e di là. Un cristo col mantello rosa lo guardava fissamente dalla parete. Si muoveva così rapidamente che lo identificò rapidamente con un cristo trapezista. Alle quattro della mattina, mentre vomitava, gli sembrò di sentire che alla televisione parlavano di lui, lo menzionavano col suo nome (imperatore romano checcha che ...) in un programma gringo di concorsi per nottambuli. Ciò gli diede più paura. Fece colazione con il suo capo-gruppo a "Las Cazuelas", uova alla ranchera per il capo e tre caffè neri per lui, mentre faceva rapporto sulla merdata che aveva fatto a casa del ranchero delle presunte trebbiatrici dei trafficanti di mariuana, che non era trafficante ma che l'aveva lasciato là fottuto in quel di Ojinaga. Il capo gli spiegò pazientemente che ci sono occasioni in cui le cose vengono bene e altre in cui vengono male. Che così è il mestiere, a volte riesce e a volte no. E a metà conversazione gli chiese: "Perché continui a annusarti le mani, stupido Marciai? Sànno di merda o che diavolo?" Per cambiare tema, Marciai si offrì per fare una visita a una colonia fyori della città, dove di notte gli uccelli se la fanno addosso per il dannato freddo, e lì fare delle ronde notturne, delle guardie per incontrare un certo Demetrio, del quale andavano dicendo che era mezzo fratello del Ronas, su cui pendeva un ordine di cattura per avere ucciso un "giudiziale" a Nogales. Un lavoro notturno che nessuno voleva fare. Il capo lo guardò di sbieco, sospettoso. Disperato, Marciai Cirules Marulan, agente della polizia giudiziaria federale, di 35 anni, figlio di Elvira e di Gastun, nativo di Tepic, Nayarit, divorziato, si fermò ad un distributore all'entrata di avenida Revoluci6n e si innaffiò le mani con la benzina della cisterna. Diede una tale occhiata al tizio del distributore che a questi si strizzò il culo, e non ebbe bisogno di bisbigliare neppure una parola. Si fregò le mani e poi le pulì ben bene con una tela che un ragazzino gli passò. Diede mille pesos al moccioso per la tela mal' odore continuava di modo che accese un Ronson d'oro che aveva rubato a un defunto, morto in una rapina, e invece di fumarsi una Marlboro, si accese la mano sinistra. Non bruciò molto. La tela aveva tolto molta della benzina. Una ambulanza della croce rossa lo raccolse dal suolo del distributore mezz'ora dopo. Aveva non solo la mano bruciata, ma anche la clavicola sinistra e due costole fratturate, perché mentre era disteso per terra e si lamentava per il dolore alla mano, gli si era avvicinato un bastardo che non fece in tempo a vedere ma al quale di sicuro doveva qualcosa e che gli diede parecchi calci alla schiena. Gli diedero 25 giorni di congedo per malattia al Seguro Socia! e il suo capo-gruppo non voleva neppure parlargli quando fece rapporto. Gli disse solo: 'Togliti da qui, stupido. Non guardarmi neanche, idiota". Da qui viene che la vox populi cominciasse a chiamarlo "La Mano santa", "La Mano nera", "La manina giacchettata" e a prenderlo in giro per il fatto che aveva voluto fermare uno sbadiglio con un estintore.

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