88 VEDERE,LEGGERE,ASCOLTARE ' ILBIRIGNAODI PIEROPELU MarcelloLorrai Ricavato dal "Terremoto Tour", che lo scorso anno ha a lungo impegnato i Litfiba in Italia e in diverse piazze europee, un doppio Cd (circa 90 minuti) senza avvertire la minima scossa. Colpo di coda (Emi) è l'ultima uscita del fortunato gruppo fiorentino, l'unica formazione emersa dal rock cosiddetto "indipendente" italiano degli anni Ottanta ad aver raggiunto un largo successo, che travalica anche i confini della penisola, soprattutto, e da tempo, nella direzione della Francia. Non che, quanto all'aspetto qualitativo, nel corso della carriera dei Litfiba la scala Mercalli abbia mai dQvutoregistrare eventi sismici di particolare rilievo. Gli esordi sono ingenui, e l'album che ne raccoglie i frutti, Desaparecido ('85), presenta episodi che cadono ampiamente nel campo del ridicolo: ad un debutto non si nega una congrua dose di indulgenza, ma che un brano di grottesco esotismo come lstambul o di riferimento all'acqua di rose alle tragedie sudamericane come quello che dà il titolo al disco possano essere diventati a loro modo "di culto" la dice lunga sulla miseria del rock "indipendente" e sull' angustia dei suoi riferimenti; e anche sull'arretramento che il rock italiano ha conosciuto nell'arco di un decennio, dalla radicalità degli Area ai compitini dei Litfiba. Degli aspetti meno esaltanti di questi inizi non sono ultimi responsabili i testi, che nella produzione dei Litfiba non brilleranno mai per straordinaria genialità: ribellismo e anticonformismo non meglio specificati, che si prestano a facili identificazioni, antimilitarismo e antirazzismo a buon mercato, soprattutto una evocatività sconclusionata la cui insulsaggine è accentuata da un approccio al canto aitificiosamente impostato ed enfatico. D'altra parte ai loro albori i Litfiba esibiscono per lo meno un accostamento di colori abbastanza ricco: fra atmosfere new wave care all'epoca, un pizzico di cabaret tedesco, spunti latinoamericani e accenni mediorientali, riciclo di esempi della musica leggera più spregiudicata, alla Battiato, suggestioni popolari mediterranee, morriconismi e omaggi a John Barry, la loro tavolozza si amplia e il secondo album, 17Re(' 86), musicalmente molto più denso e complesso (anche se sempre con l'handicap delle liriche e del canto), è in grado di offrire una maturità e una varietà che possono autorizzare qualche speranza. Nel seguito purtroppo questa apertura non sarà coltivata, e i Litfiba preferiranno appoggiarsi sempre di più sulle convenzioni di un rock grintoso quanto superficiale, nel quale la presenza di una vena melodica e di qualche trovata ritmica accattivante, anche perché sganciata dai più logori modelli angloamericani (si ascolti per esempio El Diablo, '90), vale ad elevarli al rango di alfieri italiani di un decantato rock "mediterraneo": fuori dai piccoli miti costruiti ad arte e dalle etichette di comodo, questa loro produzione si presenta più banalmente come una semplice variante rock della dimensione canzonettara di casa nostra. Oggi, come mostra Colpo di coda, i cliché hard-rock e prossimi al metal sono diventati molto pervasivi nella musica dei Litfiba, e si saldano con l'ormai estenuante birignao narcisista di Piero Pelù (che si esprime con un noiosissimo recitato/ scandito cantilenante più che con un vero e proprio canto) in un insieme estremamente monocorde. Perché allora piacciono i Litfi ba? Intanto perché ce l'hanno fatta a durare, cosa non tanto comune nella vicenda del rock "indipendente", e a imporre un po' per volta il "marchio" Litfiba (sostenendolo con una indubbia, nel loro genere, professionalità), mantenendo negli anni i I filo di una continuità, come per esempio quella garantita dall'istrionismo di Pelù. Poi perché il rock "duro" è molto popolare nel pubblico giovanile, e i Litfiba sono riusciti a servirglielo, fatto raro e decisivo, cantato in italiano, con esiti poetici magari puerili ma con una certa credibilità dal punto di vista della non facile soluzione del rapporto tra italiano e rock. Infine perché i Litfiba fanno sentire i giovani che li seguono protagonisti privilegiati delle proprie canzoni, e confermandoli d'altra patte consolatoriamente nel loro sentimento di non conciliazione rispetto al mondo circostante: sentimento la cui eventuale fragilità non viene infatti sottoposta alla prova di sollecitazioni veramente problematiche. Sotto i piedi degli ascoltatori dei Litfiba la terra non trema affatto e, non sfiorate, anche le grandi certezze musicali del consumo giovanile di massa rimangono saldamente in piedi, tranquillamente lontane dalle regioni dove si verificano manifestazioni telluriche. Fotodi AlexMajoli.
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