Linea d'ombra - anno XII - n. 95 - lug./ago. 1994

sull'"immagine". Ma prima di accettare ha analizzato attentamente le sue motivazioni: se fosse stato avido di potere, o sadico, non avrebbe acconsentitò a lavorare con lui, ma si è convinta che Vladimir Volfovich vuole operare per il bene della Russia, e lei vuole aiutarlo a diventare presidente, perché è l'unico uomo capace di salvare il Paese. "Allora, e solo allora, mi ritirerò con mio marito nella nostra dacia, ma ora devo aiutare Zirinovskij". Le chiedo quale consiglio abbia dato concretamente aVladimir Volfovich. "Oh, non ha ascoltato tutto, ha un carattere indomabile, sa" dice, ridendo maternamente in tono tipo "i ragazzi sono sempre ragazzi". Ma gli ha detto di smettere di agitare il dito, perché viene male in fotografia, di non aggrottare le ciglia (idem) e di non digrignare i denti verso l'interlocutore. È anche responsabile del cappello nero da marinaio che ha indossato durante gli ultimi due inverni - "Ho insistito perché abbandonasse la tradizionale shapka russa, in modo da essere diverso da tutti gli altri leader politici, e distinguersi tra la folla" (il cappello ha una piccola etichetta bianca sul lato sinistro, con il nome civettuolo di "Sympatex "'). Parlando di vestiti, Irina Sergueyevnaosserva cheVladimir Volfovich ha molto buon gusto e compra la maggior parte dei suoi vestiti all'estero, specialmente le cravatte, di cui ha una grande collezione. (Zirinovskij potrebbe non poter continuare ad ampliare la sua collezione, perché sempre più paesi gli rifiutano l'entrata - Francia, Germania-, lo espellono - Bulgaria - o lo rimandano indietro all'aereoporto - Slovenia). Una cosa che Irina Sergueyevna ama veramente in Vladimir Volfovich è il suo ritmo. Qualche pseudo-specialista lo ha consigliato di rallentare la velocità dei suoi discorsi. Ma lei è contraria, perché se fa troppe pause gli altri potrebbero interromperlo, togliergli il microfono. "E quelli che non capiscono la sua logica senza pause, non la capiranno neppure con le pause. Ha, ha, ha". Ha, ha, ha, non c'è dubbio. Ci spostiamo alla parola scritta. È un po' arrabbiata che il suo libro, Il Fenomeno Zirinovskij, sia stato pubblicato nella serie "I Segreti del Potere" (il cui primo volume era Il Principe di Machiavelli), perché si tratta di un resoconto oggettivo, un lavoro scientifico, come può constatare chiunque lo legga. ("L'ha letto? No? Beh, allora dovrebbe farlo" - in seguito lo faccio e trovo chicche come "Sfortunatamente, le TV non mostrano mai gli occhi di Zirinovskij da vicino, e i suoi occhi sono belli: ha uno sguardo attento, saggio, tranquillo, un po' triste"). Quello che veramente dispiace alla signora Kulikova è che il libro scritto da Vladimir Volfovich, L'ultimo assalto a sud, sia stato falsificato e che alcuni giudizi politici siano stati aggiunti al dischetto di computer che lei aveva dato all'editore. Io sono confusa. È questo il libro che Yuri Ivanovich mi ha venduto l'altro giorno per 500 rubli? "Beh, sì, dobbiamo venderlo perché abbiamo pagato la stampa". Questa tardiva accusa di pirateria è probabilmente il risultato di una recente indagine condotta dal Procuratore Generale su Zirinovskij - qualcuno negli organismi che fanno rispettare la legge ha forse consultato la cartina geografica e pensato che, se Zirinovskij vuole "che le campane ortodosse di Russia risuonino fino alla costa dell'Oceano Indiano", e che "tutta la gente fino all'Oceano Indiano parli russo" - queste conversioni religiose e linguistiche forzate, potrebbero essere quelle definite dall'articolo 71 del Codice Penale Russo come "istigazione alla guerra". (In una sua visita a Mosca Richard Nixon ha ricevuto due copie de L'ultimo assalto dall'autore: una per lui, e un'altra da dare a Bill Clinton con dedica a effetto, e cioè che Vladimir Volfovich spera che il Presidente americano lo capisca). Su un piano piùpersonale, Irina Sergueyevna pensacheZirinovskij non avrebbe dovuto scrivere "di quelle mutandine". L'incidente delle mutandine è meglio descritto dall'autore stesso. La scena è un DALLARUSSIA 7 sanatorio sulla costa del Mar Nero, il nostro eroe ha circa 17-18 anni: "Ero sdraiato con una ragazza, indossava un costume da bagno, avevamo rapporti normali, amichevoli. Io le chiesi di togliersi le mutandine. Ma quale ragazza si toglierebbe le mutandine da sola? Io non sapevo che dovevo farlo da me, aiutarla, e anch'io ero timido. Così restammo là, finché qualcuno non venne a disturbarci". Più avanti nella stessa opera Vladimir Volfovich spiega che se avesse avuto una famiglia sicura, cari amici d'infanzia, una ragazza-allora forse non si sarebbe interessato di politica. Quest'ultima considerazione fa esclamare al quotidiano moscovita "Moskovskij Komsomolets": "Dio, perché non si è tolta quelle mutandine!". Lo stesso Zirinovskij definisce l'incidente delle mutandine come "il mio primo tentativo fallito di compiere un atto sessuale", benché egli collochi le sue prime "emozioni sessuali" intorno ai 3-4 anni, quando i ragazzini del suo asilo facevano pipì in un secchio e le ragazze in un altro (a sette anni sperimentò la sua "prima protesta contro il culto della personalità", quando vide lo staff della scuola piangere per la morte di Stalin e non capì perché piangevano). Vladimir Volfovich sembra ricavare un piacere scatologico nel parlare di sesso, se unito alla politica tanto meglio. Nel "Falco di Zirinovskij" (numero 8, 1993) si trova il suo testo Formula di vitapolitica, nel quale descrive il periodo di Lenin come uno stupro, [era di Stalin come omosessualità, quella di Chruscev come masturbazione, quella di Breznev come ~esso di gruppo e il periodo attuale come impotenza politica e economica. Walter Laqueur, nel suo libro sull'ascesa dell'estrema destra in Russia, Black Hundred, riporta queste stesse frasi dall'edizionedefl 990 del "Liberale" -il leader deve essere molto affezionato alla sua trovata verbale, se la ripete da tre anni. Ma nel dicembre scorso, mentre si trovava di fronte all'urna, Zirinovskij ha aggiunto una nuova variazione allametafora: haannunciato che la sua impotenza è finita: "Oggi inizia l'orgasmo. Prometto a voi tutti che sentirete l'orgasmo dell'anno prossimo". Lo ha detto in francese (parla anche inglese, tedesco e turco). Curiosamente, in un'epoca in cui i politici dell'Ovest cercano di nascondere le loro avventure giovanili, il leader (sposato, un figlio) si vanta di essere un donnaiolo. Nello stesso numero del "Falco", sotto la dicitura "Dicono che Vladimir Zirinovskij sia indifferente alle donne ... È così?" sono riprodotte cinque istantanee del leader seduto ad un tavolo di fianco a una donna molto scollata (sull'ultima foto ha il braccio dietro la sedia di lei). Questo il testo in fondo alla pagina: "Chi è costui? Se qualcuno lo sa, per favore informi i redattori" e l'indirizzo di via Rybnikov. Prima che me ne vada, Irina Serguyevna Kulikova, mi dà un altro giornale del partito, il "Liberale", e mi prega di leggerlo se voglio capire il fenomeno Zirinovskij. Tutti i numeri hanno una foto di Vladimir Volfovich in copertina e l'emblema del Partito: un falco che regge una bandiera con la scritta "LIBERT A', PLD, LEGGE", e sotto una cartina intitolata "Russia". (Sotto la parola "libertà" la mappa include la Finlandia, e un po' più a destra della parola "legge" si trova l'Alaska). Il "Liberale" ha chiuso nel 1993 ed è stato rimpiazzato dalla "Pravda Zhirinovskovo" che, come spiega Natasha Zherbovska, uno dei redattori di questo nuovo organo, "è un bel titolo orecchiabile" - quelli che amavano "La Pravda" (il quotidiano del Partito Comunista) hanno qualcosa a cui aggrapparsi, mentre il nuovo gregge del Partito si farà attrarre dal Suo cognome. Do un'occhiata agli ultimi due numeri del "Liberale". Il numero 11ha un tono in qualche modo internazionale: la ristampa di un'intervista concessa da Vladirnir Volfovich Zirinovskij alla "DeutscheNationalzeitung", un reportage sulla Sua visita in Francia e sul Suo incontro con Jean Marie Le Pen documentato da una fotografia, e un altro sul suo soggiorno in Iraq illustrato da un'istantanea con Saddam Hussein. Il numero 12 reca

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