72 POESIA In curva In curva la se bandùna. Ul pés l'è quél d'un passarìn tegnU in di mòn. Ma 'l presuné s6 mì. Cum'al teater Me piàss vedètt parlà de là d'una vedrina indiivinà i paròj i mòss prima de faj e specià n'ugiadina cum'al teater fra i bagàj che sòn gemò la storia. Ascensur Al va gi6 l'ascensfir al va gi6 cun dènter tì e mì adré gi6 per i scali. Vori dit d'un bòtt d'amGr. Al va gi6 ... al va gi6 l'ascensGr. L'estate golosa Parla di fossi/ e di frutti del biancospino/ dice di angeli/ e di piume.// Prova i passi di un ballo di bambina.// Vado per sentieri estranei/ conosco solo frumento e papaveri/ l'estate golosa/l'asciutto delle labbra.//. Nota: Cagapùgn in dialetto fidentino indica i frutti del biancospino dalla forma e dal sapore di una minuscola mela. Dopo il temporale Dopo il temporale/ la farfalla sembra nuova./ Tenta una lumaca la sua strada/ e la zucca un altro fiore.// Tra un po' lei dice:/ "Ecco, vedi adesso come adesso/ ti amo molto".//Lo so dai passi. Al cinema Al cinema/ le viene da piangere.I/A voltarmi/ mi sembra di essere la luna/ fredda sulla rugiada. In curva In curva/ si abbandona.// Il peso è quello/ di un passero/ tenuto fra le mani./ Ma il prigioniero/ sono io. Come a teatro Mi piace vederti parlare/ di là di una vetrina/ indovinare le parole/ i gesti prima di farli/ e aspettare un'occhiatina/ come a teatro/ fra i bambini/ che sanno già la storia. Ascensore Va giù l'ascensore/ va giù con dentro te/ e io dietro giù per le scale.// Voglio dirti di un botto d'amore./ Va giù .../ va giù l'ascensore. Maria Schiavo SENSIBILIA OGNI MUOVERDI FOGLIA In memoria di Th. W. Adorno Non appena il fotografo amico ha finito di scattare le istantanee di rito -ventidue maggio del '94il ragazzo porge a Renato Curcio editore al Salone del Libro dietro al suo banco Sensibili alle foglie un pezzetto di carta spiegazzato un abbozzo di conto - due soli addendi senza risultato - e su quello come su piatto d'oro chiede con voce ferma un suo autografo Traccia effimera forse ma conferma del suo passaggio prova sicura che non è miraggio "Un autografo ... ?" prende tempo il fu compagno di Mara frugandolo negli occhi. "Una firma ..." corregge autorevole "Una firma ... solamente una firma" annuisce il ragazzo rozzamente amorevole E Curcio gliela traccia un poco imbarazzato su quel pezzo di carta che trasuda innumeri lesioni di giovanili tasche povere note come l'umile elenco della spesa idee volanti tenute con le pinze al l'allegra maniera di un bucato Stupore meraviglia indefiniti per chi assiste a quel rito - o mera indifferenza - Vertigine per me - sotto il mutare rapido dei tempi - di ritrovare sempre quell'atroce - Macellum avevo scritto inutilmente - il mercato che vince perché furbescamente si fa chiamare e diviene "la vita che continua" e verga la parola finale atroce firma.
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