40 IN(:ONTRI/ KIAROSTAMI-KUROSAWA cando le esperienze che si sono fatte. Se questo fosse possibile, i nostri film sarebbero comunque pieni di difetti, ma avrebbero senza dubbio una maggiore freschezza. I vecchi attori hanno una grande esperienza, ma purtroppo difettano di spontaneità; è molto difficile portarli a esprimere i sentimenti umani più semplici." Akira Kurosawa conferma di aver dovuto affrontare gli stessi problemi: "Per meglio captare questa sensazione di integrità io lavoro in lunghi piani-sequenza ricorrendo a una tecnica molto teatrale, anche quando il mio scopo in fin dei conti è quello di ottenere una breve scena d'azione. Tutta la difficoltà del film risiede allora nel montaggio. Il problema nasce a volte dal fatto che due attori non riescono a lavorare insieme. Quando uno dei due recita veramente bene, questo incide negativamente sull'interpretazione dell'altro. E quando il secondo riesce finalmente a trovare il tono giusto, l'altro si è già stancato parecchio. Il problema più serio che un attore può porre è di non ascoltare veramente la persona che recita di fronte a lui. È occupato a prepararsi per la prossima battuta ... La maggior parte del tempo è impossibile discernere sul volto di un attore quello che sta vedendo e ascoltando. È per questo che mi capita così spesso di girare lunghi piani-sequenza con diverse cineprese. Faccio in modo che gli attori non sappiano quale delle cineprese sta filmandoli, così cominciano a poco a poco a perdere ogni coscienza della macchina da presa -che li sta riprendendo in primissimo piano ... Questo rende la loro recitazione più naturale". Kiarostami fa osservare di aver dovuto subire delle critiche per il preteso "naturalismo" dei suoi film: "I critici credono che la scena e lo schermo siano così sacri che nessuno può avere il diritto di qualcosa di ordinario. Ai loro occhi il naturalismo non è altro chi banalità. Affermano che tutto dev'essere esagerato, e pensano che i suoi film lo siano". "Può darsi", risponde Kurosawa, con una risata di sorpresa, "che nel suo paese la recitazione di alcuni miei attori possa sembrare esagerata, ma qui, mi creda, è perfettamente naturale. Le differenze di cultura e tradizione non devono venir considerate come esageraL'Indice in questo 1994 compie dieci anni ;,.,_:'._# 41 ~ ., ~ 't}wti r, •--:_~"'-/. i,'/~ mA_..J , ' ... ~-~;.. .;; -=: -~--:.,:.:.-Y--· È il momento di abbonarsi Così riceverete comodamente a casa 11 numeri all'anno (tutti i mesi tranne agosto) pagando solo 70.400 lire, con uno sconto del 20% sul prezzo di copertina. Si consiglia il versamento sul conto corrente postale n. 78826005 intestato a L'Indice dei Libri del Mese Via Graziali Lante 15/a - 00195 Roma. t~E~~~ç;E Come un vecchio libraio. zioni. Devo dire con la massima franchezza che vedere i suoi film è stato per me un grande piacere. In particolare, come riesce a lavorare con i bambini? Nei miei film non si sentono a loro agio, continuano a spiarmi discretamente, ma con costanza". "È certamente perché lei è Kurosawa", risponde Kiarostami. "I bambini che faccio lavorare io in pratica non hanno sentito mai parlare di me. Durante la lavorazione, cerco di far finta che non sto controllando niente. Ho per abitudine di chiedere alla troupe di fare attenzione alla recitazione. Naturalmente ogni bambino ha bisogno di qualche piccola astuzia, e a volte da questo può nascere un'altra storia." "Ecco il cinema che va sostenuto e preso sul serio", dice Kurosawa. "I miei figli e i miei nipoti non hanno mai visto film americani. Applicano un sistema di boicottaggio tutto loro, che rifiuta i film violenti. Mi auguro che il cinema umanista possa resistere a tutta questa volgarità. Inoltre", aggiunge, "sono sicuro che dovunque, sul pianeta Terra, si fanno dei buoni film. Ma l'arte cinematografica regredisce in Europa e negli Stati Uniti, mentre in Asia emergono film sempre migliori e che finalmente s'impongono nei festival internazionali. Lo schermo mondiale non è stato ideato per i film di un solo paese. I film familiarizzano lo spettatore con il contesto culturale del loro paese di origine. Se sono realizzati secondo la loro cultura nazionale, sono certo che ali' estero saranno bene accolti. Io e i miei nipoti ci siamo familiarizzati con l'Iran e con il suo popolo grazie ai suoi film." "Lei ha detto", dice Kiarostami, "che i film devono venir realizzati con il cuore ed essere visti con il cuore." "È così", risponde Kurosawa, "ma sfortunatamente i giapponesi, nel la loro grande maggioranza, guardano i film con il cervello e cercano di trovarci dei difetti. Non è raro che dei critici mi pongano domande alle quali non ho risposta, nella misura in cui non ci avevo pensato quando ho realizzato il film. I film sono piuttosto nell'ordine dell'impressione, ma si può dire che non ci sia più emozione, nei film di oggi". Kiarostami sostiene che forse sono i cineasti i responsabili del cattivo gusto che regna nel pubblico. "È possibile che abbiano deviato il gusto comune", aggiunge, e Kurosawa replica dicendo che c'è forse una speranza nei vecchi film offerti su videodischi: il pubblico può tornare a un tipo di cinema più sano. Kurosawa parla ora delle somiglianze che ci sono tra le scene iniziali di Madadayo e di Dov'è la casa del mio amico?. "Si direbbe che abbiamo molte cose in comune", osserva, e Kiarostami insiste ancora una volta sull'immenso prestigio del regista giapponese. Kurosawa gli risponde con infinita modestia che i1modo in cui egli ha dipinto le ombre delle cose, per esempio, in Bo-de-ska-den, dipendeva soprattutto dal fatto che era troppo impaziente per aspettare un budget accettabile. "Noi tendiamo entrambi ad affezionarci agli ambienti; anche una volta che i nostri film sono finiti. È così triste dover dire ogni volta addio ai protagonisti di un film che finisce!" I due registi sono d'accordo nel dire che coloro che cercano i difetti nei film si privano della semplice gioia di guardarli. "Il mio professore di pittura mi diceva di guardare il mondo con gli occhi semichiusi", dice Kurosawa. "Dobbiamo arrivare a vedere tutto allo stesso tempo, e solo allora siamo in grado di contemplare la verità." · La figlia di Kurosawa serve per due volte il tè, e dobbiamo purtroppo salutare. Kiarostami s'informa della salute del maestro: "Non vorrei affaticarla troppo". Kurosawa dice che ci avrebbe volentieri portati in un buon ristorante, se solo ne avessimo avuto il tempo. Ci promettiamo di vederci di nuovo, non appena sarà possibile.
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