38 STORIE/LAFOREST casa o ai bambini che lanciavano pietre contro i mango. I suoi tre piccoli laggiù con Man Lolò. Tutto quello che poteva fare per loro era lavorare. Risparmiare e lavorare. Far venire Jojo per primo, poi un giorno i due più piccoli mentre sono ancora in età da scuola. Le mani stropicciarono la borsa di carta marrone che aveva in grembo. Aveva raccolto strisce di plastica, rotoli vuoti di nastro adesivo e, dalla strada, una giara dalla bocca larga. Toussaint diceva che questa mania le sarebbe passata come era successo a tutti, al più presto sperava, la scatola sotto il letto era piena di cose che, come diceva lei, qualcuno avrebbe potuto usare laggiù. Passò un altro Natale e venne l'estate. Un sabato Annette, vestita di rosso e con i tacchi bianchi, si sedette in bilico sotto l'albero davanti casa per pensare a Jojo, il suo quarto bambino, in arrivo tra due settimane. Aveva posto la sedia in modo da dare le spalle all'edificio con le finestre sbarrate e alla donna che agitava la testa come un pappagallo in gabbia. Annette aveva visto un lavoro per Jojo in televisione: dalla bicicletta si lanciavano giornali davanti alle porte. Era un buon lavoro per Jojo, ma a New York le case non avevano giardini così belli e poi solo i bambini dei ricchi che non avevano bisogno di soldi facevano quei lavori. Gli occhi si fermarono su tre uomini ali' angolo della strada intenti a bere da bottiglie avvolte in sacchetti di carta, con l'iride degli occhi che navigava in pozzanghere bianche. Pensò alla branda che con Ti-Miche! avrebbe comprato, aperta era difficile muoversi nell'appartamento, ma chiusa l'avrebbero ficcata senza fatica dietro il letto pieghevole di Roro. Aveva bisogno di una casa. Se l'avesse avuta anche con . Toussaint le cose sarebbero andate meglio. Se avessero avuto altfe stanze o un giardino dove stare e magari fare ali' amore, non avrebbe mai pensato a tornare laggiù. "Ehi! dove pensi di stare? In un cortile?" la voce di Ti-Miche! la raggiunse dalla strada, mentre parcheggiava al di là dell'albero. "Sì, ma senza polvere" disse Annette con un gran sorriso. "Come sta oggi?" Ti-Miche! indicò la porta. "Come al solito. Non è più lo stesso." "Lo stesso di quando sei arrivata qui, o l'uomo che ti ricordavi laggiù?" "Non lo so." "Ha lavorato giorno e notte, out'. "Lavorano tutti". "Vi ha portato in quattro qui". "Dopo Jojo, ne rimangono altri due." "Li conosce appena." "Sa che non possiamo lasciarli lì." "Ahi Annette ... quando questa cosa ti prende Annette ... Io sono tornato ma Toussaint, no. Pensa se fossi qui da sola, la tua paga non ti porterebbe lontano. Siete in cinque ora ..." "Quando avremo comprato la casa, ci sarà una stanza tutta per Toussaint e me." "Bene ... viene al negozio?" "Vallo a chiamare. Verrà." Il vento sibilò leggero attraverso le foglie sottili; l'acqua del1'idrante scorreva come da una fonte. Un piccione si era acquattato su una zolla d'erba cresciuta tra le fessure del marciapiede. Annette lo fissò. L'uccello, con le ali arruffate dalla brezza, la guardò. Da dove veniva? Quali mari aveva attraversato prima di posarsi sotto un albero e annidarsi tra le fessure di un marciapiede di Brooklyn? "Annette!" la voce di Ti-Miche! la fece sobbalzare. "Annette!" Si alzò di scatto, sbatté il cancello e corse. Ti-Miche! stava dietro la schiena di Toussaint, reggendolo per le ascelle. "Dell'acqua, presto" gridò. Annette riempì un bicchiere dal rubinetto, versò dello zucchero, girando velocemente. Non riusciva a vedere il viso di Toussaint ma doveva essere sudato come le sue mani. Gli andò davanti, gli alzò il mento e gli fece bere lunghi sorsi. "Mi hai fatto prendere uno spavento" disse, guardandolo negli occhi. "Non è niente, solo un po' di debolezza." "Faresti meglio a stenderti" disse. Le condizioni di Toussaint non migliorarono. Quella settimana ogni volta che Annette rientrava a casa lui dormiva. Sembrava riprendersi, ma poi diceva di avere le ginocchia deboli. "Se avessi dell'"arrowroot 12 o del!' akassan13 ". Al lavoro Annette raccontò a una donna che Toussaint dimagriva, lui che aveva sempre avuto un gran fame. "Come puoi spiegare ad un dottore di qui cosa ti fa male? C'è un dottore haitiano sulla ottava Avenue. Vacci. Ma devi pagare." Ad Annette non importava purché Toussaint stesse meglio. Insieme si sedettero di fronte al medico. Toussaint sorrise, le strizzò l'occhio prima di parlare. Comminciò a lamentarsi di dolori qui e là, debolezza alle gambe; ma anche dopo aver messo l'orecchio contro il petto di Toussaint il medico non trovò nulla. Allora Toussaint disse: "Dottore ... capisce ... il dolore è quì ... en bas coeur'm, proprio sotto il cuore". Il dottore diagnosticò affaticamento. Il giorno dell'arrivo di Jojo, Annette si smaltava le unghie di rosso, canticchiando. "Sei felice oggi" disse Toussaint. Annette continuò a cantare. "Souer'm pinyim bien, pas pinyin ti tres ... Sorella, pettinami bene, non farmi le treccine". "Perché hai voluto anche Jojo?" "Jojo deve andare a scuola." "Come ti viene in mente, donna? Chi si occuperà di Jojo? Chi gli cucinerà? E chi starà con Man Lolò, soltanto i due piccolini?" Annette non riuscì a trattenersi. "Perchè non vai tu a stare con Man Lolò e lasci che Jojo stia qui!" Toussaint vergognandosi abbassò lo sguardo. Quel dolore sotto il cuore e quella debolezza alle gambe, il male alla schiena gli confondevano la testa. "Forse dovrebbe tornare a casa" disse Loulouse. "Il sole lo rimetterebbe a posto." "Il sole lo rimetterebbe a posto" ripeté lentamente Annette, assorta. "Un bicchiere di akassan ogni mattina per dargli forza ..." Si girò verso di lui. "Ok, Papa, vai, torna pure. Appena comprata la casa, ti manderò a prendere, te e i bambini." Glossario 1) Kennedi: vestiti usati provenienti dagli Usa come parte di un programma di aiuti istituito dal Presidente John F. Kennedy. 2) Chaka: zuppa densa a base di maiale, fagioli e mais. 3) Douce-lait: tavolette dolci a base di latte, zucchero e cannella. 4) Hougan: prete voodoo. 5) Mezanmi: dal francese "Mes amis!", esclamazione. 6) Papa bon Die meci: dal francese, grazie Dio. 7) Loup-garou: lupo mannaro. 8) Maldjoc: portafortuna. 9) Palmaschriti: palma christi, ossia ricino. Inversione nel linguaggio popolare delle lettere 's' e 'c'. 10) Laont: pianta sensitiva. 11) Payblan: terra dei bianchi. 12) Arrowroot: dall'inglese, farina dell'arundinacea, cotta col latte. 13) Akassan: bevanda a base di farina di mais. Copyright Marie-Hélène Laforest 1994.
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