Linea d'ombra - anno XII - n. 95 - lug./ago. 1994

le loro case per poi fermarsi contro certi mattoni sparpagliati tra le erbacce. Si voltòaguardarlo. "Scommetto che non riesci aprendermi" gridò. Bill avvertì dell'ironia nella confessione che si fece mentre lentamente la seguiva tra gli alberi. Probabilmente non sarebbe riuscito a prenderla. I piedi batterono contro il terreno duro e quasi inciampò nelle radici sporgenti dei cespugli di creosoto che tenevano insieme la collina durante i lunghi umidi inverni che avrebbe passato nella sua casa vuota, solo con la moglie del suo vicino. Trovò appoggi per i piedi nel sentiero eroso che la pioggia aveva scavato nel terreno. Raccolse le energie e attaccò la collina a passo di corsa. Riusciva a scorgere la testa di Ethel, appena visibile al di là del suo viale. Seguì il suo percorso, segnato da una nuvola di fine polvere gialla che gli restò sospesa davanti al viso e lo prese al naso e alla gola. Lei stava sulla veranda e si versava una tazza di caffè dal thermos che lui aveva dimenticato di riportare. Si fermò un momento ai piedi della scala, a riprendere fiato. Lei lo vide, sorrise, poi attraversò incerta la porta aperta. La trovò nel soggiorno, di spalle, che fissava imuri vuoti. Rifiutò di girarsi anche quando da dietro lacircondò con le braccia. "Presa!" disse, in tono un tantino troppo gioviale. La camicia di Herb era già sbottonata. Sciolse i lembi della camicia di lei e la baciò dolcemente sulla nuca. "Non mi hai inseguita" si lamentò lei in un bisbiglio mentre le sue mani le coprivano i seni. Bill passò il resto della serata nel suo studio. Aveva spalancato la finestra per fare uscire l'aria viziata, e sentì il chiassoso ritorno dei bimbi Greenberg poco prima del tramonto. Guardò le luci della familiare di Herb percorrere la strada pochi minuti dopo, vide il breve rosseggiare delle luci dei freni, udì il motore sputacchiare e spegnersi e la potta scorrevole del garage che si chiudeva. Le mani andarono a frugare dentro il cassetto della scrivania e trovarono un tagliaunghie. Pareggiò metodicamente le unghie, raschiando da sotto le cuticole pezzetti secchi di squame. Si leccò il pollice e sentì il sapore salato delle pieghe che gli segnavano il palmo della mano. Dove si era ferito sugli scogli si vedevano dei taglietti, e quando grattò via la pelle secca gli fecero male. Adesso faceva freddo, e lui chiuse la finestra. Qualche tralcio di edera rimase impigliato e penzolò dal telaio. Vedeva la nebbia addensarsi lungo i crinali più bassi del pendio, presa nel fragile riverbero azzurro di un lampione. Aprì l'archivio, ne tirò fuori della marijuana e si arrotolò uno spinello, spazzando con cura in un posacenere i gambi e i semi. Schiacciò il pulsante della lampada sulla scrivania e si accese lo spinello, lasciando che il fumo gli scendesse leggero giù per la gola e gli riempisse i polmoni. Trattenne il respiro per un momento, poi soffiò una bianca nuvola di fumo che fluttuò intorno alla lampada. Ci fu una delusione iniziale, un cambiamento che poté sentire come un'alchimia che gli ottundeva la mente, l'acre combustione della carta di sigaretta e della saliva. Ma d'improvviso il sapore sparì. Aveva la bocca secca. Una premonizione che Ethel lo stesse guardando alle sue spalle gli fece lanciare un'occhiata verso la finestra buia per cogliere il suo riflesso. Ma era solo. La R1ano teneva davanti alla bocca lo spinello acceso, e il fumo si inanellava indisturbato davanti al viso. Un gruppo di scuri giapponesi in borghese che si assembravano intorno alla familiare di Herb all'aeroporto gli si presentò oscuramente all'occhio della mente. Copyright Jeffery Paul Chan 1974. Nota I) Jap nel testo. Termine dispregiativo che non ha corrispondente in italiano. STORIE/ RAJANI 9 Chetan Raiani UNA TRAMAALLAMAUPASSANT traduzionedi GraziaCarrà Chetan Rajani è un indiano nato in Uganda. Vive in Canada, a Ottawa, ed è autore di diversi racconti, pubblicati da riviste canadesi e indiane. "Alice? Alice Trane? Dio mio, sei... sei viva!" Questo sarà l'attacco. Ai lettori verrà poi detto che queste parole erano state pronunciate da un certo PaulWeiss, in una piovosaserad' autunno all'uscita di un ristorante, subito dopo essere andato a sbattere addosso ad Alice Lee- letteralmente, perché Alice si stava precipitando fuori nel momento in cui Paul entrava di fretta. Saranno poi informati che Paul è,un promettente romanziere in viaggio di promozione per il suo secondo libro e che è in anticipo per una cena di lavoro con il rappresentante del suo editore. Alice, verranno a sapere, è un'attraente casalinga che ha trascorso il pomeriggio leggendo un romanzo e bevendo da sola dopo un lungo pranzo con un'amica. Non si è accorta del tempo che passava e adesso è impaziente di arrivare a casa prima di suo marito. Questo sarà sottolineato dall'insistenza con cui d'ora in avanti guarderà l'orologio. Prima di mostrare la reazione di Alice alle parole di Paul, sarà fatto notare ai lettori che la collisione sotto la tenda gocciolante è stata osservata da una giovane coppia bionda seduta nel ristorante a un tavolo vicino alla finestra. Saranno studenti sui vent'anni e palesemente innamorati, sebbene trasparirà fra di loro una tensione sotterranea (per il resto della storia si terranno le mani con aria impacciata attraverso il tavolo ingombro). Dopo aver scrutato la faccia dell'uomo illuminata dal neon e averlo infine riconosciuto, Alice dirà: "Paul? Paul Weiss? Oh dio, non anche tu..." e guarderà l'orologio combattuta fra dargli una spiegazione e scappare via a chiamare un taxi. Durante tutta questa scena Paul avrà un'aria adeguatamente sbalordita, bocca aperta, volto pallido, come se avesse visto... diciamo, un fantasma. Infine la donna dirà qualcosa ma Paul non sentirà per via dell'intenso tamburellare della pioggia sulla tenda alle spalle di lei e del baccano del traffico dell'ora di punta. Dalla finestra appannata la giovane coppia resterà affascinata dalla pantomima del suo dilemma, da come i suoi occhi e la testa si protendono verso l'uomo mentre il suo corpo pare voglia scappare, come se pressato da una volontà propria che lo spinge verso casa. I due studenti, simultaneamente, tireranno un sospiro quando Alice, infine, come seguendo un invisibile cenno di Paul, prenderà una decisione. La osserveranno afferrare Paul per la manica dell'impermeabile bagnato - colletto tirato romanticamente su - e spingerlo dentro. (Alice indosserà una mantella da pioggia gialla leggermente abbondante con un cappuccio - tirato giù - che la fa sembrare più giovane dei suoi trentadue anni.)

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