in ogni caso avrei bisogno di un propusk (lasciapassare). "Oh, con lei non sarei fermata, no?". Be', comunque non vuole essere intervistato. "Chi ha detto che voglio intervistarla? Guarderò la partita". Mi guarda confuso, ma poi dice che una delle macchine è rotta. Il giorno dopo, quando incontro Vladimir Volfovich in via Rybnikov, le sue guardie del corpo (quella simile a un grande orso, Io stupido Seriozha e Volodia che non sorride mai, forse perché ha due denti d'oro proprio nel mezzo) mi riconoscono e mi permettono di aspettare. Ma Zirinovskij scappa via, in ritardo per il prossimo appuntamento, però 111invita al suo incontro pubblico alla stazione del metrò di Sokolniki, due giorni dopo. Prima di arrivare aMosca, avevo visto parecchi film suZirinovskij realizzati dalle troupes delle TV straniere, e alcuni spezzoni della sua campagna elettorale, ma niente, assolutamente niente mi aveva preparato a questo tour de force. Per più di due ore, con un freddo pungente (meno 8 gradi) Vladimir Volfovich intrattiene poche centinaia di persone. Non c'è molta logica in quello che dice, è un miscuglio di argomenti, alcuni temi sono roba vecchia, ma lui è vitale, a tratti dive,tente, e dice in parole semplici e comprensibili esattamente quello che la gente vuole sentirsi dire. Comincia con la Jugoslavia:" Abbiamo continuato a dire che la Russia non dovrebbe partecipare all'embargo contro la Jugoslavia, ne ricaveremo di più commerciando con loro, sarà un beneficio reciproco. E guardate, il Presidente sta ascoltando noi, più che la squadra di Kozyrev". Il prossimo tema è "mentono": "Danno dati falsi: prendete gli aborti - in teoria ci sono meno aborti ora, ma quello che non vi dicono è che le nostre ragazze devono lavorare come prostitute per gli stranieri, così gli aborti vengono fatti all'estero". Passa allo sfascio delle famiglie: "Come ci può essere rispettò da parte di un figlio verso il padre, se questo padre guadagna 40.000 rubli come insegnante e il figlio di notte fa i miliardi col mercato nero?" e poi "Ora che la prigione di Lefortovo è vuota (dopo l'amnistia) dovrebbero rinchiuderci i responsabili delle nostre miserie". Questa strappa un applauso. Poi Zirinovskij continua a proporre esecuzioni sommarie di ladri, accusa l'Ucraina di rubare il petrolio, sottolinea che non è mai stato un comunista, rimprovera Gorbaciov per aver svenduto la DDR ("dieci volte di meno di quello che Kohl offriva"), sottolinea che le strade di Mosca sono più pericolose ora di una volta, fornisce esempi di club culturali trasformati in ristoranti e bordelli - dove "loro" spendono milioni a notte mentre "voi", gente comune, dormite ignari. Di nuovo applausi: il "noi" contro "loro" è sempre vincente nei suoi discorsi. Cita l'indagine paitita nei suoi confronti "perché il procuratore si occupa del mio libro invece di combattere i criminali", propone "se non gli piace il mio Ultimo assalto a Sud ne scriverò un altro, 'Primo Treno per il Nord' (questa chiara allusione alle deportazioni provoca ilarità nel pubblico)", poi passa a criticare le pubblicità "perché ci mostrano la Coca Cola sulle spiagge, non sanno che noi siamo un paese freddo, con lunghi inverni?" (questa è una nuova variante del tema di un generale anti-consumismo, da lui sviluppato in un'intervista a "Spiegel"). "Ci tentano con le Bahamas, ma noi non abbiamo soldi nemmeno per pagare il biglietto del treno per far cremare i nostri parenti a Khabrovsk". A metà dell'incontro raccoglie alcune domande sorprendentemente ingenue da parte della folla. La prima riguarda le divisioni all'interno del partito (a parte Kashpirovsky, altri due importanti membri si sono dimessi recentemente). "Il nostro partito è aperto, democratico, così è facile per le spie penetrarvi, c'è sempre chi ti vuole vendere, e questo continuerà finché non vinceremo le elezioni presidenziali". La domanda seguente riguarda i pagamenti per la campagna elettorale in TV; molti quotidiani di Mosca hanno pubblicato facsimile di documenti che provavano che, nonostante DALLARUSSIA 9 gli attestati di pagamento, le stazioni Tv aspettano ancora 36 milioni di rubli dal Partito Liberale Democratico. Questa è la risposta di Vladimir Volfovich: "Noi diamo il denaro ma loro non lo incassano. L'ho mandato, non l'hanno preso, forse è andato perso da qualche parte, io non pagherò due volte! E dove ha preso i soldi 'La Scelta della Russia' [il partito di Eltsin], eh?". Più tardi una vecchia signora di fianco a me, molto eccitata, vuole sapere se "noi" avremo la nostra personale "Radio di Zirinovskij". Lui risponde che sta cercando di ottenerla ma benché "loro" promettano, non la concedono ed è costoso pagai·e per una trasmissione commerciale, "noi siamo un partito povero, non abbiamo ancora pagato per la campagna di dicembre". (Ha appena detto l'opposto, ma non importa). Un giovane uomo si lamenta di essere stato licenziato perché è entrato nel Partito Liberale Democratico (sembra che la sobrietà sia per lui una condizione insolita)- "Venga da noi, al quartier generale, l'aiuteremo" risponde il leader, e continua il suo show con il tema "siamo una forza impo1tante, perciò tutti i diplomatici, i giornalisti e le spie sono determinati a distruggere il nostro partito", spende un po' di tempo per denigrare la stampa straniera che è pagata per mentire (grandi applausi). In questo preciso momento una donna che parla inglese, e che ovviamente non ha capito quello che è appena stato detto, gli chiede della Crimea. "Ecco, lei vuole che io risponda, così poi invierà un fax e si guadagnerà i suoi sporchi 1.000 dollari, eh? Bene, glielo dico: 'No!' Lasciateci in pace, lasciate in pace laRussia, 'non abbiamo bisogno di voi e della vostra Coca Cola, del vostro chewing gum, del vostro Mac Donald, soltanto lasciate la Russia in pace!". J,,afolla ride e applaude estasiata, trasformandosi lentamente in una calca. Mi sento a disagio. Pietia Aleshkovsky, uno scrittore russo che è con me, mi mette un braccio sulla spalla, per rassicurarmi. Ma Vladimir Volfovich cambia tema: continua una volta di più ad offendere l'Ucraina, pretende Ia Crimea, accusa la NATO di averia rubata alla Russia, irride l'Occidente che ha paura del le armi nucleari sovietiche, prende ingiro il Khazakhstan che non ha navetta spaziale ("hanno solo cammelli e pecore, come possono pensare di viaggiare nel cosmo, ma noi libereremo il Khazakhstan" dice per poi aggiungere "so che quelli del Procuratore sono qui ad aspettare per accusai-midi istigazione alla guerra, ma io sto parlando di liberazione economica"). E così via per due ore. Dopo l'incontro, mentre la gente si affolla intorno a Zirinovskij per avere il suo autografo, gli altoparlanti trasmettono due canzoni sudi lui. Laprirna(compostadall'aiutantedel leaderdi viaRybnikov, Victor Nikolaievich Balakhovsky) parla di un uomo stanco di vivere, che viene cacciato fuori dal cancello del Cremlino da un poliziotto in borghese, e cerca il quartier generale di una forza di destra: Vladimir Volfovich è un bravo ragazzo russo, benché non fumi e non beva. Ma io devo incontrarlo, per offrirgli una sigaretta cui seguirà una conversazione spirituale. Gli chiederò "Come si sta lassù?" Lui mi risponderà "Lassù ci sono 'loro', non 'noi' - loro hanno portato la nazione sull'orlo del precipizio, oh, speriamo non ci sia la guerra civile". La seconda canzone è meno ordinaiia, ma ha lo stesso contrasto ricco/povero, fortunato /sfortunato, più un motivo tipo "el pueblo unido". Entrambe vengono cantate con una tipica melodia russa, la chastushka: con coro:
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