8 DALLARUSSIA Foto di Dovid Turnley/Grazia Neri. una poesia dedicata da una certa V. Zhilnitskaya di Krasnoyarsk a Vladimir Zirinovskij, che finisce con "Senti la voce della nazione? Vieni, svelto, o nostro Messia, la Russia umiliata aspetta il suo capo nazionale!". Più avanti, a pagina 26, un certo Y.A. Kolkotin presenta la prima parte di "Può Zirinovskij essere un leader politico?". (La risposta è categoricamente sì, perché Vladimir Volfovich è "geneticamente preparato" a fornire un'"oggettiva e costruttiva visione del mondo"). Segue un articolo di Kolkotin su "Chiromanzia- scienza o arte?" in cui egli "invita i lettori a studiare la mano destra di un uomo famoso". La mano di Vladimir Volfovich, ci viene detto, "è la mano attiva di un uomo che conosce la fatica spirituale e fisica. Le dita 'a badile' parlano di un uomo fantasioso ... Il pollice è rivolto (o più precisamente può rivolgersi) verso l'esterno. Questo rivela la gioia di vivere e l'ottimismo dell'uomo ... Le grosse falangi del pollice testimoniano il buon equilibrio tra logica e volontà ...". Più avanti vengono analizzate le montagnole della mano di Zirinovskij: "li buon sviluppo del monte di Marte dice che avete di fronte un guerriero, pronto a combattere per una giusta causa, contando solo sulla vittoria". "Orgoglio e cura paterna verso gli altri" sono ovvi a chiunque guardi al monte di Giove di quell'uomo famoso (un disegno della sua mano è riprodotto inmodo da essere visibile e comprensibile a tutti). Kolkotin ammette cautamente che "il monte di Saturno è in Vladimir Volfovich un po' meno sviluppato della media", ma è pronto ad assicurare ai lettori che questo non è assolutamente un segno negativo, perché quelli il cui monte di Saturno è ben formato "tendono a essere dogmatici e hanno idee fisse". Mi sembra che, se fosse per Kolkotin, Vladimir Volfovich avrebbe una depressione saturnina sul palmo. In un altro numero più recente del" Liberale" c'è un oroscopo del leader, in realtà quattro oroscopi, inclusi quelli cinese e giapponese. Nel suo commento il signor Kolkotin enumera altra gente nata alla fine di aprile e all'inizio di maggio: Machiavelli, Cromwell, Robespierre, Marx, Lenin, Hitler e Chruscev. Grazie al dettagliato resoconto dello stesso Vladimir Volfovich (in L'ultimoassalto ...)tutti - incluso Bill Clinton - possono sapere che Zirinovskij è nato un piovoso giovedì sera. Il processo della nascita è descritto con dettagli degni di un film: al momento cruciale un vicino/zio ha afferrato un coltello da cucina per tagliare il cordone ombelicale. "Non potevo aspettare" commenta Vladimir Volfovich brontolando per il ritardo dell'ambulanza. Dopo aver letto tutti quei dettagli personali decido che è ora di cercare di avvicinarsi al leader in persona. Yuri Ivanovich mi aveva dato un programma aggiornato: alla sera Vladimir Volfovich riceve nella stanza 912 dell'Hotel Mir. Due uomini del distaccamento della "Gioventù di Zirinovskij" gironzolano nell'anticamera, arredata con mappe etniche della dominazione dei Serbi in Bosnia, ma non hanno idea di quando Vladimir Volfovich arriverà. Mi reco agli uffici della sezione del Partito, al diciannovesimo piano della Duma (la Duma è situata nel ex edificio del COMECON che è collegato con l'Hotel Mir). Andrei Losev, il segretario della sezione, appena trentenne (prima dottore in medicina, poi uomo d'affari) è educato, e sembra sospettosamente sano, ma si rivela inutile. Ho più fortuna con l'addetto stampa del Partito nonché giornalista al l'agenzia di stampa sovietica Novosti, Grigoriy Serebrennikov. È ben informato - stasera Zirinovskij si recherà alla partita di calcio, dove è programmato un incontro con il leader dei Serbi bosniaci Radovan Karadzic. Mi precipito fuori dal suo ufficio sperando di raggiungere lo stadio in tempo, e mentre aspetto l'ascensore Vladimir Volfovich in persona appare alla guida di una formazione a "V", fatta di aiutanti e guardie del corpo, tutti in procinto di prendere l'ascensore. Non ho niente da perdere: "Vladimir Volfovich, posso venire con lei allo stadio?". No, non ha posto sulla macchina. "Non ha una macchina grande?" Sì, ma
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