Linea d'ombra - anno XII - n. 94 - giugno 1994

Albert Camusduranteuna prova de Gliossessi. istitutore, Louis Germain, che lo salverà, incoraggiandolo - nonostante reticenze familiari - a proseguire gli studi ... E vi si racconta anche delle gioie che gli umili sanno trovare, in un paese che vive in comunione con il mare e il sole. Perché questo titolo, Le premier homme? Perché l'eroe non ha padre, perché sua madre, povera donna che non sa né leggere né scrivere, che non parla, può offrirgli soltanto un amore silenzioso. Contrariamente ad altri, egli non ha dunque nessuno che possa liberarlo dal peso della sua propria consapevolezza, che possa accordargli il perdono. In questa particolare situazione, egli è "il primo uomo". Dopo aver letto queste pagine, dove Camus racconta della sua infanzia, si vede apparire tutto quello che plasmerà la sua sensibilità, la sua personalità. Si può capire meglio come sono andati formandosi il suo pensiero e le ragioni del suo impegno. Perché per tutta la sua vita, egli ha voluto parlare in nome di coloro ai quali è negata la parola. Scrive in una nota: "Insomma, sto per parlare di quelli che amavo". A quando risale precisamente la sua amicizia con Albert Camus? Ho conosciuto Camus alla Liberazione. Mi ha assunto nel suo giornale, "Combat". "Combat" era un giornale povero che non poteva permettersi di pagare giornalisti affermati. Ma, soprattutto, Camus aveva conservato un grande disgusto verso la stampa d'anteguerra e preferiva lavorare con gente nuova. In seguito Camus ha pubblicato il mio primo libro, Le role de l'accusé, nella collezione "Espoir" che dirigeva da Gallimard. E, fintanto che ha vissuto, si è occupato dei miei libri. INCONTRI/ GRENIER 75 Secondo lei, era proprio il teatro la vera vocazione, l'autentica passione di Camus? Il teatro è stata la passione più costante di Camus. Ciò che più stupisce è che nella sua gioventù non poteva vedere teatro ad Algeri, e nemmeno ascoltarlo alla radio. La sua conoscenza ed il suo amore per il teatro venivano dagli scritti di Jacques Copeau, il fondatore del Vieux Colombier. Nel 1936, all'età di 23 anni, egli fonda il Théatre de l'Equipe. Camus è anche membro della Compagnia di Radio Algeri, che fa delle tournées nell'entroterra con vecchie pièces di repertorio popolare. Ogni qualvolta viene attaccato dai suoi avversari o quando attraversa un periodo difficile, egli si rifugia nel teatro, scrive degli adattamenti. (Ha adattato, tra l'altro, Un caso clinico di Dino Buzzati, "commedia di genere sinistro", diceva.) Alcuni mesi prima della sua morte mette a punto la regia del suo adattamento de/ demoni (tratto dal romanzo di Dostoevskij), alla Fenice. Al momento della sua scomparsa, stava quasi per vedersi assegnare un teatro a Parigi (glielo aveva già promesso Malraux) e così finalmente avrebbe potuto metter su una compagnia tutta sua. Che rapporto stabiliva con gli attori? E qual era il suo attore prediletto, quello con cui aveva più confidenza? Attore e regista, Camus si divertiva molto in compagnia degli , attori. Penso che tra gli interpreti delle sue opere occorra dare particolare importanza a Maria Casarès, prima interprete di Il malinteso, ea Catherine Sellers, prima interpretedelRequiempour une no,ine. D'altra parte, Camus era molto legato a Paul Oettly, che era lo zio di sua moglie e del quale ha interpretato e messo in scena più volte i lavori. È al corrente dell'incontro che Camus ebbe a Roma con Carmelo Bene quando questi portò in scena, nel '59, il Caligola? Non sono al corrente di questo incontro, nessuno me ne ha mai parlato. È bene forse ricordare che nel 1983 il Teatro di Roma, di Maurizio Scaparro, ha creato una versione del Caligola (che è del 1941) sensibilmente diversa da quella che conosciamo. Il Teatro di Roma ha ripreso questa versione nell'84 al festival d' Angers, dove Camus stesso, ventisette anni prima, aveva messo in scena la versione definitiva della sua opera. Qual è secondo lei l'opera teatrale più riuscita, quella che meglio lo rappresenta? Direi Caligola, che è l'opera il cui successo è più costante. Il linguaggio di Il malinteso è forse un po' invecchiato. Viene meno rappresentato I giusti e per quel che ne so non è mai stato ripreso Stato d'assedio, questa specie di auto sacramentai alla spagnola, molto affascinante ma che risultò un fiasco strepitoso. Vede una qualche affinità tra il teatro di Camus e quello di Sartre? Il teatro di Camus e quello di Sartre non si somigliano affatto. Quello di Sartre è più dimostrativo e utilizza dei procedimenti collaudati. Quando Camus arriva a Parigi, alla fine del' 43, Sartre gli chiede di fare la regia e di interpretare A porte chiuse. Poi, per varie ragioni, il progetto è andato a monte. Quali erano le sue predilezioni teatrali? Camus ha dichiarato, nel L 958, "Sono per la tragedia e non per i I melodramma, per la partecipazione totale e non per I' atteggiamento critico. Per Shakespeare e il teatro spagnolo, e non per Brecht". Ha inoltre dichiarato: "Ho tradotto Otello ma non ho mai osato

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