Linea d'ombra - anno XII - n. 94 - giugno 1994

deva dritto sul viso, illuminando gli occhi sbarrati, chiari e smorti come di una lepre abbattuta. Alo arrivò di corsa e afferrò Hube per la giacca. Il cadavere si accasciò un po' e la piccola browning nera cadde sul pavimento. Sulla panca, accanto a Hube, c'era un pezzo di carta. Alo lo afferrò e lesse le parole tracciate frettolosamente, a matita. "Visto che ormai non sono buono a niente." Alo emise un sospiro prolungato. "Dio mio! Una fine così..." Osservazioni sui galli cedroni •I cedroni non si aspettano negli appostamenti e poi essi non calano al luogo del canto all'alba ma a sera, prima del tramonto. La calata serale dei cedroni viene chiamata "caduta", perché il cedrone cala sui pini con rumore, con fragore, balza più volte da un ramo ali' altro, emettendo di tanto in tanto il suo verso. •Nella caccia al cedrone non si porta il fucile di ricambio. Non sono gli aiutanti ad accompagnare il cacciatore all'alba, bensì un guardaboschi che conosca il terreno dove la sera prima ha individuato i cedroni e ne conosce il numero e il luogo di "caduta". •Il guardaboschi non piazza il cacciatore vicino a un albero, ma lo conduce verso il posto ove, a sera, ha sentito "cadere" il cedrone o i cedroni e si mette in ascolto del canto. Allorché il cedrone inizia il canto, fa avvicinare il cacciatore. Per quanto concerne i gridi degli uccelli, quando è ancora buio si odono soltanto il verso della gru e quello del beccaccino; il resto dell'alata brigata del bosco si fa sentire solo quando si è fatto chiaro. •Alo non poteva vedere Hube perché di rado si mandano due cacciatori a un solo canto, a meno che si diffonda lontano e i cacciatori siano separati da una notevole distanza. Suggerisco che l'esperto Hube conduca al cedrone intento al canto l'inesperto Alo. I cedroni non si cacciano con il fucile, ma con la doppietta. Il cedrone non scende al luogo del canto prima dell'alba. •Il cedrone potrebbe sorvolare i cacciatori in ore molto più tarde, nel qual caso non canta. •Il cedrone suona, ovvero canta. Il canto del cedrone si divide in tre parti: Battito, allorché il cedrone sente e vede alla perfezione. Il battito può durare anche qualche minuto, per esempio un cattivo cantatore o spaventato da qualcosa, come dallo scricchiolio di un ramo calpestato (sic). Stappamento, come quando si stappa una bottiglia di champagne. ln quel momento il cedrone perde l'udito. Arrotamento, dura alcuni secondi e in quel mentre il cedrone è sordo. Allora il cacciatore si avvicina o balza avanti. •Nei luoghi di canto è assolutamente raro che crescano olmi, aceri; il terreno è prevalentemente coperto di pini, con qualche intrusione di betulla, abete, ontano. •Potevano incontrarsi al ritorno dal canto al ritrovo, quando Homorowski veniva da un'altra zona di canto con un cedrone abbattuto. •"Un cedrone, cantava, ma spaventato è scappato via." Nota Si tratta del sesto capitolo, ancora inedito, di Fama e gloria (Slawy i chwaly). Il manoscritto era accompagnato da un testo che evidenziava in diversi punti inesattezze del linguaggio e della realtà venatoria. L'anonimo redattore dimostra che, così esposta, la caccia al gallo cedrone è mal rappresentata. Furono certamente queste osservazioni che dissuasero Iwaszkiewicz dal pubblicare il capitolo. Questo brano inedito è stato pubblicato in "Magazyn" (supplemento settimanale della "Gazeta Wyborcza") del 18 marzo 1994. POLONIA/ AUTORI 63 Katarzyna Bielas (Varsavia 1957), laureata in letteratura polacca, è inviato culturale del quotidiano di Varsavia "Gazeta Wyborcza". Zbigniew Herbert (Leopoli, 1924) si veda articolo di Francesco M. Cataluccio a p. 40. Jaroslaw lwaszkiewicz ( 1894-1980), scrittore, poeta, traduttore, è stato uno dei personaggi più eminenti della vita letteraria e pubblica del XX secolo. Fu per molti anni presidente dell'Associazione dei Letterati Polacchi e autore di volumi di poesie, racconti, romanzi, drammi, saggi, memorie: Powròt do Europy ( 1931); Mapapogody ( 1977); Panny z Wilka ( 1933); Sérénité; Czerwone tarze ( 1934); Slawa i chwala ( 1956 - I 962); Lato w Nohant ( 1937). Krzysztof Karasek (Varsavia, 1937),poeta e saggista, ha esordito nel 1966 partecipando al gruppo poetico di "Nowa Fala". Ha pubblicato volumi di poesie e saggi: Godzina jastrzebi (1970); Prywatna historia ludzkosci ( 1979); Swiem.cze ( 1982); Lekcja biologii ( 1991); Poezja i jej sobowtòr (1986). Vive a Varsavia dove è uno dei direttori della radio polacca. Marcio Kr61 ( 1944), pubblicista, filosofo, storico delle idee, dirige iI mensile "Res Publica" e collabora con altre riviste. Ha pubblicato: Slownik demkracji, Podròz romantyczna. È professore all'Università di Varsavia. Krzysztof Metrak (Garwolin, I945 - Varsavia, 1993) fu critico letterario, cinematografico, saggista, poeta. Presente nella vita letteraria polacca dal l962, ha collaborato con numerosi giornalieri viste e ha scritto tre volumi di saggi: Autografy na ekranie ( I974); Legendy nie umieraja ( 1979); Po seansie ( 1988). Jaroslaw Mikolajewski (Varsavia, I960), è italianista, poeta e tradiittore. Insegna all'Università di Varsavia ed è autore di due volumi di poesie: A swiadkiem snieg e Kolysanka dia Ojca. Ha tradotto, tra l'altro, Dante, Pasolini, Penna, Montale, Luzi. KarolModzelewski (Mosca, l 937)è professore di storia medievale, sindacalista e presidente onorario della Unione del Lavoro. Fu condannato nel 1965, insieme a Jacek Kuron, a tre anni e mezzo di prigione per aver pubblicato una lettera aperta di critica al Poup. Imprigionato una seconda volta nel 1968, internato nel 1981-82, di nuovo imprigionato, fu liberato nel 1984. Più volte licenziato, adesso insegna all'Università di Wroclaw. Fu senatore della Repubblica Polacca dal 1989 al 1991. Ha pubblicato numerosi lavori scientifici di storia medievale, tra cui Organizacia gospodarcza panstwa piastowskiego ( 1975) e, per la Storia d'Italia di Einaudi, La transizione dall'antichità al feudalesimo. Recentemente ha scritto Dokad od komunizmu, di prossima pubblicazione in italiano presso Anabasi. Marek Nowakoski (Varsavia, I935), scrittore, ha esordito nel 1957. È autore di molti romanzi e racconti, ambientati soprattutto a Varsavia, spesso tra gli emarginati. Nel dicembre 1981, con lo stato di guerra, è stato internato e poi condannato. Ha scritto tra l'altro: Ten stary zlodziej (1958); Benek Kwiaciarz ( 196 I); Silna goraczka ( 1963); Z.apis ( I 965); Marynarskaballada ( 1966); Gonitwa( 1967); Portretartysty zczasudojrzalosci, Raport o stanie wojennym. Vive a Varsavia. Zbigniew Osinski (Poznan, 1939), teatrologo insegna Cultura polacca all'università di Varsavia. Negli anni Settanta fu direttore del Teatr Stary di Cracovia. È autore di varie pubblicazioni su Grotowski, di cui è il massimo esperto. A Wroclaw dirige il Centro di ricerca sull'opera di Grotowski (Osrodek Badan Twòrczosci Jerzego Grotowskiego). Krzysztof Piesiewicz (1945), avvocato e sceneggiatore, ha difeso nei processi politici degli anni Settanta e Ottanta. Dal 1982 collabora con Krzysztof Kieslowski, con cui ha sceneggiato numerosi film tra cui: Bez konca, Decalogo, La doppia vita di Veronica, Tre colori. Senatore nel I98991, vive a Varsavia. Pawel Spiewak ( 195l) è pubblicista e storico delle idee. Ha scritto due libri di saggistica: Gramsci (1976); ldelogie i obywatele (1991). Vive a Varsavia. Wislawa Szymborska (Prowent-Bnin, I923) ha esordito nel I945 diventando una delle figure più espressive della poesia polacca, di cui rappresenta lacorrente classica. A pa11iredal 1952 ha pubblicato numerosi volumi di poesie, tra cui: Wolaniedo Yeti(l 957);Stopociech(l 967);Ludzie na moscie ( 1986); Koniec i pocza1ek ( 1993). Vive a Cracovia.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==