Linea d'ombra - anno XII - n. 94 - giugno 1994

58 POLONIA/ BIELAS Al termine del romanzo Vittoria (Parigi, 1969) Henryk Grynberg descrive quel punto accanto alla strada maestra, nei pressi di Radoszyn: "La gente vi passa tutti i giorni, andando e tornando dai campi. E nessuno aveva il coraggio di dire chi ha ucciso. Nessuno aveva neanche il coraggio di chiederlo ...". L'uomo cartellone Un uomo si presentò di sua spontanea volontà. Disse a Grynberg: "Non mi deve vedere nessuno. Aspetterò oltre il bosco". I cineasti inquel momento avevano già raccolto abbastanza materiale, mentre la pellicola scarseggiava, e non volevano partecipare all'incontro. Grynberg decise di andare da solo, a piedi, loro lo raggiunsero in seguito, e fu grazie a ciò che venne ripreso l'interlocutore più importante. È proprio questo l'uomo che nel filmato è stato coperto da un cartellone. Non appena appariva gente all'orizzonte bisognava cambiare il luogo delle riprese. Aveva paura." "Questo è un film sulla paura," affermaLozinski "sui contadini polacchi, sui testimoni, sulla loro paura iniziata allora e che dura fino a oggi." Anche sulla paura trasmessa da una generazione all'altra, come nel caso dell'uomo coperto dal cartellone, che ha saputo degli assassini dal proprio padre e dalla propria madre. Sulla paura davanti agli altri, ai vicini di casa nella piccola cittadina. E non solo là. L'ospite scomodo Nel romanzo Eredità si legge di una donna che da Israele manda regolarmente dei fiori alla gente che l'ha salvata durante la guerra. Loro sono morti, e i fiori sono destinati alle loro tombe. Tra i vivi c'è gente che per nessun prezzo vorrebbe aver intestato un albero nel Giardino dei Giusti dell'Istituto Yad Vashem a Gerusalemme (nel giardino dello Yad Vashem sono piantate alcune migliaia di alberi dedicati ai "Giusti fra i popoli della terra", ossia a coloro che, a scapito della vita, hanno salvato degli ebrei durante la guerra. Ai polacchi è dedicato il numero relativamente maggiore, N.d.T.). Lozinski incontrò una donna che nascose degli ebrei durante la guerra, e non si lasciò convincere a raccontarlo. "Ma che dice! Vado a far la spesa e mi segneranno a dito che compro il pane coi soldi degli ebrei. Ho paura. Qualcuno potrebbe entrarmi dentro casa per cercare l'oro sotto il pavimento". "Dopo aver ricevuto uno dei premi per il film, mi hanno invitato a partecipare alla trasmissione L'ospite del secondo canale" racconta Lozinski. "Prima dell'inizio del programma la giornalista mi chiede di raccontarle dei fatti curiosi avvenuti sul set. Le racconto di questa donna, e lei mi dice: "Di questo non può parlare". "Come mai?" chiedo. "È una cosa troppo controversa. "Anche il film lo è." "Abbiamo un pubblico molto ampio. Non faranno altro che squillare i telefoni. Non voglio prendermi responsabilità." Il ritratto dell'assassino Il primo piano ài Jan Wojtynski, fotografato dall'inquadratura del film, è stato pubblicato da "Maariv", il giornale israeliano più letto. Per Grynberg si è trattato di un'ulteriore soddisfazione, come ho letto nell'intervista fattagli da "Zycie Warszawy". Non potendo colpire l'assassino - i crimini comuni sono caduti in prescrizione- marchiarlo è l'unica possibile vendetta. "Il film è sufficiente a questo scopo?" gli chiesero i giornalisti. "Sì, perché lo mette a faccia a faccia con l'opinione pubblica." "È se non è lui?" peuso all'uomo indicato nel film come complice, il cui figlio voleva picchiare i cineasti, aveva minacciato di rompere la loro attrezzatura, e infine aveva buttato tutti fuori casa per impedire che il discorso andasse avanti. Ho incontrato il vecchio Wojtynski a Radoszyn. Mi ha salutato con questo racconto: "Durante un processo qualcuno ha scoreggiato. 'È stato lei' dice il giudice 'ho sentito'. Ma chi l'ha visto?" La giovane figlia ci girava intorno e diceva: "Ma era quell'ebreo stesso a chiedere d'essere ucciso. Era così esausto ... Lo hanno detto nel film. "L'ha visto?" "No." Al paese, fra le decine di persone che ho interrogato, il film è stato visto solo da tre. Per tutti gli altri l'ora della trasmissione, le 9 di sera, era troppa tarda. "Non è niente di eccezionale" giudica il film una sessantenne abitante di Gleboczyca. "Cercava la tomba di suo padre, e alla fine l'ha trovata. Se facessero vedere le cose in maniera più viva, come scappano, come si nascondono, come i tedeschi vanno a caccia nel bosco. Questo sì che sarebbe interessante! È un film che dovrebbero far vedere solo in Germania. Gli assassini degli ebrei erano loro. Secondo me l'hanno ucciso loro." E ancora qualcuno Il film Luogo di nascita non potrebbe servire da prova davanti a un tribunale. Non ci sono testimoni oculari della vicenda avvenuta allora. Non ci sono prove. "Quest'uomo si è tradito. Non nega che suo fratello potrebbe essere l'assassino. Ci sono tanti indizi che conducono a queste persone. Il loro nome mi era stato suggerito ancora prima della mia partenza nel 1967 ," dice Grynberg "ma allora temevo una provocazione". I cineasti avevano fatto tantissime domande sull'assassino prima che l'uomo coperto dal cartellone ne rivelasse il nome. Due degli interpellati, confondendosi, come controvoglia nominarono una terza persona: probabilmente colui che consegnò Abram agli aguzzini. "Non posso nominarlo. È la stessa persona che si presentò spontaneamente. Mio padre aveva rapporti con suo padre e suo nonno. Mi a.ccorsi che si trattava della stessa famiglia solo quando l'ho avuto davanti agli occhi." L'assassino doveva sapere da qualcuno quando sarebbe passato mio padre. L'eredità Tutto ciò non è stato inserito nel documentario. Grynberg ha saputo che suo nonno venne ucciso da una banda per un paio di stivali, il fratello fucilato da un tedesco, la famiglia della madre, nascosta in una grotta nel bosco, venne trovata dai tedeschi grazie a una soffiata, e anche loro morirono fucilati." Durante la realizzazione del film il nascondiglio nel bosco venne esplorato con cura. Vi rinvennero frammenti di un fragile recipiente d'argilla, un minuscolo pezzo di ferro consumato dal la ruggine, un pezzettino di legno, e tre frammenti d'una tazza bianca. "Con un trattino verde-scuro che mi sembra molto familiare" dice lo scrittore in Eredità. "La bottiglia di mio padre l'ho avvolta nel talled, la conservo insieme alle briciole del focolare di mia nonna." Perché questa è parte dell'eredità. Così come tutta questa storia, come il film di Lozinski ... "Ma allora, com'è finita questa guerra? ... " è l'ultima frase del romanzo La vittoria." E come è finito questo film?

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