Linea d'ombra - anno XII - n. 94 - giugno 1994

52 POLONIA/ PIESIEWICZ SULCINEMA nella sceneggiatura. Se e' è una crisi della sceneggiatura? Sì, e' è e non solo in Polonia, non solo in Europa, ma secondo la mia modesta esperienza anche negli Stati Uniti. Si fanno sempre di più i cosiddetti remake di vecchi film europei. Io ho avuto una sola esperienza, una proposta da parte americana di scrivere una sceneggiatura, e purtroppo devo dire che è stata la prima e contemporaneamente l'ultima mia esperienza, perché dopo aver scritto la novella che è la versione letteraria della sceneggiatura, ho avuto tali trattati ve con i I produttore che fin dall'inizio ho saputo di dover rinunciare. Semplicemente ciò che loro pretendevano era per me assolutamente irrealizzabile, perché analizzavano tutta la sceneggiatura sotto l'aspetto delle indagini sociologiche, reazioni, richieste, ecc. Questa è una via, una direzione che esiste nel cinema americano, e io non voglio valutarla, ma dal punto di vista del mio sistema di lavoro era impossibile, semplicemente era qualcosa che non sapevo fare. L'impegno degli intellettuali nella vita politica e sociale viene associato in Occidente soprattutto con la sinistra. Lei è collegato piuttosto con ambienti di destra: in che consiste secondo Lei l'impegno intellettuale di questa formazione? Voglio categoricamente protestare per venir considerato legato con qualsiasi destra. Generalmente parlando sono legato a me stesso e a un certo sistema di valori che mi sono vicini. A dire la verità seguo le mie vie e queste vie sono molto dritte: semplicemente quando intraprendo un'attività pubblica, non mi lascio sottomettere a interessi particolari di nessun tipo. Penso che l'attività pubblica sia un servizio reso a certi valori. Nella mia attività mi interessavo soprattutto ai problemi legislativi. Credo che il ruolo della legge sia quello di sottomettere i comportamenti umani a un determinato sistema di valori. In questa mia attività cerco di essere molto dimesso, cioè di lottare con convinzione per sapere sempre di più, semplicemente per GIUNTI cercare di capire la gente, i meccanismi ecc. Non so davvero se questo sia un atteggiamento di destra. Se invece intendiamo i concetti di destra e di sinistra nel senso classico, e Lei dice che gli intellettuali sono legati alla sinistra, posso ripetere quello che ho già detto prima, e cioè che si può osservare negli intellettuali un distacco dalla realtà, la mancanza di un senso di responsabilità nei confronti degli altri e al tempo stesso una continua nostalgia del poter creare un mondo nuovo e stupendo. Il che evidentemente è una ciancia, perché noi siamo segnati dall'imperfezione e bisogna averlo ben presente.L'attività politica che io considero come organizzazione di una comunità ben funzionante dovrebbe essere uno sforzo per avvicinarsi l'uno all'altro, per perfezionarsi: non saremo mai perfetti, il sistema non sarà mai perfetto e bisogna saperlo. Questa è la direzione giusta. È la stessa cosa con il problema dell'uguaglianza. L'uguaglianza non c'è mai stata, non esiste e non ci sarà mai, ma occorre constatarlo: dopo averlo capito, sapremo di dover fare uno sforzo per avvicinarci a essa e nello stesso tempo per non alimentare gli elementi che sono legati alla disuguaglianza. È lo stesso con la libertà. Questi slogan di sinistra a proposito della libertà hanno costituito una incredibile infezione per la gente semplice, che era portata a credere che la libertà si potesse toccare. Nessuno vuole la libertà. L'uomo è fatto così, non la desidera. L'uomo vuole amare molto qualcuno e allora rinuncia alla sua libertà, l'uomo vuole avere un lavoro straordinario e si fa schiavo di questo lavoro, limitando la propria libertà. L'uomo fa molte cose che limitano la libertà; quello che vuole veramente è essere sovrano. Vuole che questa limitazione della libertà risulti dalle sue decisioni personali, in una società che accetti la sua sovranità. Tutti gli slogan eh~ provengono dalle speculazioni degli intellettuali di sinistra sono appunto molto pericolosi. Se uno è democristiano, è di sinistra o di destra? Si sostiene che sia di destra ed è un'assurdità. Se facciamo un'analisi profonda e precisa del cristianesimo non saprei dire se esso sia di sinistra o di destra, veramente. È una situazione molto confusa. Torniamo di nuovo a una questione essenziale: accettiamo che ci sia qualcosa o qualcuno sopra di noi. Perché nella concezione del mondo di sinistra si implica sempre anche l'ateismo, con il connesso pericolo della superbia, della mancanza di umiltà. Se uno perde il senso dell'umiltà nei confronti - non so - del logos, dell'universo, allora vengono in mente idee come quella di cambiare il corso dei fiumi in Siberia. Io non voglio diredi avere un'antipatia verso i cosiddetti intellettuali, e verso quelli che sono vicini a un orientamento che chiamiamo di sinistra, no, vorrei che questa nuova sinistra, i nuovi intellettuali di sinistra capissero la situazione, traessero conclusioni dalle esperienze del passato, esperienze che in me sono forse molto radicate perché ho questa e non un'altra vita alle spalle, in una situazione geopolitica, politica, sociale ben determinata. Se Kieslowski veramente smetterà di fare film, come dichiara, Lei continuerà la Sua collaborazione con il cinema? È molto semplice. In 9 anni abbiamo realizzato 17 film. Mi sembra che lui abbia fatto uno sforzo che ha superato non le sue possibilità creative o intellettuali ma quelle puramente fisiche. Oggi Kieslowski è veramente molto stanco. Il che non vuol dire che si voglia ritirare da ogni attività creativa. È molto probabile che dovremo scrivere tre nuove sceneggiature. Come lui si ritroverà dopo averle scritte è una questione aperta, sicuramente cercherà il suo posto. Invece è assolutamente certo che non potrà lavorare più così come ha lavorato finora. Cercherà il suo posto, ma tutto deve essere riorganizzato, si deve creare un diverso sistema di produzione perché possa fare qualcosa. Sospetto che dopo aver scritto la sceneggiatura vorrà avere qualche influsso sulla forma dei film ma in che modo deciderà di realizzarlo non saprei dirlo oggi.

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