Linea d'ombra - anno XII - n. 94 - giugno 1994

.Zbigniew Osinski ILTEATRODEGLIANNI NOVANTA traduzionedi DariaAnfelli I sociologi dicono che viviamo in un periodo di transizione. Non sappiamo però quanto abbia a durare questa situazione, e che cosa significhi la definjzione scientifica senz'anima "Periodo di transizione". Che anche la vita umana si divida parimenti in periodi di "transizione" e di "non transizione"? Quali criteri ci permettono di distinguere gli uni dagli altri? Al momento sembra che la burocrazia politica e scientifica si siano date la mano. Questa "transito1ietà" dovrebbe toccare tutti i settori della vita. E con ciò naturalmente anche qualcosa di attualmente così poco importante come il teatro e la vita teatrale. Quasi tutti gli autori sono d'accordo con la diagnosi secondo la quale "la situazione della letteratura e del teatro è di crisi". Bisogna tuttavia ricordare che di tale crisi si parla da sempre. Nella nuova situazione politica del dopo giugno 1989, è risultato che il teatro e l'arte in genere giocano nella vita sociale polacca un ruolo incomparabile minore che nel passato cinquantennio di dominio del sistema comunista. È stata un'esperienza scioccante per gli ambienti artistici che si aspettavano piuttosto qualche cosa di segno contrario. L'ambiente teatrale ad esempio si aspettava una durevole gratitudine della società per la propria posizione durante lo stato di emergenza: il solidale boicottaggio del la televisione esimi I i. Purtroppo niente del genere è accaduto, anzi, al contrario, la gente ha cominciato sistematicamente a scemare dai teatri. Le statistiche dimostrano che nei teatri di prosa polacchi fra il 1988 e il 1992 il numero degli spettatori è calato di quasi il 40%, il che significa che nel periodo di quei quattro anni circa due milioni di persone in meno hanno frequentato gli spettacoli. Nel 1992 in tutti i teatri stabili di prosa (attualmente sono 66) ci sono stati tre milioni e duecentomila spettacoli su quaranta milioni dj abitanti, cosa che messa a confronto con gli anni d'oro del teatro, gli anni Cinquanta e primi Sessanta, significa un calo dell'ordine di cinque-sei milioni di spettatori, data una popolazione che allora contava circa venticinque milioni. Simile appare la situazione dei teatri musicali (opere, operette) e di animazione, rivolti soprattutto ad un pubblico infantile. L'interesse decisamente minore di un tempo fa sì che pochi teatri non abbiano grandi problemi con la frequenza di pubblico agli spettacoli. L'altro mutamento non meno scioccante negli effetti è costituito dalle nuove condizioni finanziarie. Solo pochissimi teatri usufruiscono oggi dell'aiuto del Ministero della Cultura e dell'Arte, che per decenni aveva finanziato tutte le istituzioni di quel tipo. Solo Teatr Stary a Cracovia, che da molti anni gioca il ruolo ufficioso di "primo palcoscenico in Polonia", è finanziato direttamente dal Ministero, 24 teatri dai distretti, 29 sono a carico delle autorità comunali, 12 sono cosiddette altre istituzioni (a questa ultima categoria appartengono fra l'altro Akademia Ruchu, sotto la direzione di Wojciech Krukowski, Scena Plastyczna dell'Università Cattolica di Lublino, sotto ladirezionedi LeszekMadzike il teatro di Janusz Wisniewski). Effetto di questa situazione è che i teatri che non si sono trovati nella POLONIA/ OSINSKI 45 gestione del Ministero e dei distretti in maggioranza vegetano e alcuni si sono trovati di fatto nella condizione di chiudere, perché le autorità comunali cittadine hanno e avranno sempre questioni più serie del teatro per la testa. Per richiamare ad ogni costo il pubblico, molti teatri si gettano in vari modi in attività di intrattenimento e commercio, che del resto quasi mai ottengono l'effetto atteso. Anzi, al contrario: in genere allontanano il pubblico precedente e comunque non c'è nuovo pubblico che frequenti gli spettacoli. Ma in particolare negli anni Novanta è avvenuto un netto cambiamento della gerarchia di valore e importanza nel teatro. Così ad esempio in quasi tutte le risposte all'inchiesta condotta ogni anno dalla redazione del mensile "Teatr", viene individuato a fianco del Teatr Stary un gruppo del cosiddetto filone alternativo, quale è il Centro di Pratiche Teatrali "Gardzienice", diretto dagli inizi, cioè dal 1977, da Wlodzimierz Staniewski. E come "Gardzienice" giocano un ruolo importante nel teatro polacco: il Teatr 6smego Dnia di Poznan, Akademja Ruchu di Varsavia, Teatr Wiejski Wegajty ovvero Towarzystwo Wierszalin di Bialystok. Quest'ultimo ha ottenuto nel 1993 il prestigioso Fringe firstA ward al festival di Edimburgo. Fra i teatri sunnominati solo Wierzalin è composto da diplomati della scuola statale di teatro, in particolare del dipartimento di animazione, nel quale le commissioni d'esame indirizzano di regola i candidati meno dotati; il teatro d'animazione e per ragazzi da noi è ancora trattato come una "occupazione meno seria". Gli altri ~ secondo i criteri in vigore finora-sono "dilettanti", i quali del resto in genere non erano interessati alla cosiddetta normale carriera teatrale, cosa ancora più incomprensibile per i professionisti "usciti dalle scuole". Aggiungiamo ancora che il vincitore della prestigiosa Rassegna di teatri di Un Solo Attore "WROSTJ", che si svolge ogni anno a Wroclaw è risultato nel 1993 un "dilettante". Fatto interessante: il vineitore, nella sua vita dj studente di letteratura all'Università di Wroclaw, aveva tentato due volte senza successo di entrare al corso per attori della Alta Scuola Statale di Teatro a Varsavia. Da molto tempo si sa che i cosiddetti dilettanti di Gardzienice o di Teatr 6smego Dnia hanno raggiunto un livello al quale giungono solo pochissimi attori col diploma. Il sicuro primato fra i teatri drammatici polacchi spetta da molti anni al Teatr Stary di Cracovia. Questa compagnia si conta fra le migliori d'Europa. Vi lavorano grandi registi, scenografi, musicisti e circa sessanta fra attori eccezionali, ottimi e buoni. Fra i registi ci sono: l'eccellente pedagogo e maestro d'arte registica Jerzy Jarocki (dalle sue mani sono uscite già diverse generazioni di attori), Tadeusz Bradecki (attualmente direttore del Teatr Stary), Krystian Lupa, Andrzej Wajda, Rudolf Ziolo, e fra gli altri collabora Jerzy Grzegorzewski. Fra gli scenografi ricordiamo: Barbara Hanicka, Jerzy Juka Kowarskie, Lidia Minticz, Jerzy Skarzynski, Kazimierz Wisniak, Krystyna Zachwatowicz; scenografi sono anche i registi Lupa e Grzegorzewski e fra i musicisti lavorano per il teatro Zygmunt Konieczny, Jecek Ostaszewski, e Stanislaw Radwan (direttore del Teatr Stary negli anni Ottanta). Decine di grandi spettacoli sono decisivi per la classe del Teatr Stary che in quarant'anni nessun ostacolo è riuscito a fermare. Per venti volte la compagnia ha partecipato agli Incontri Teatrali di Varsavia, che sono nei fatti l'annuale rassegna delle forze e dei mezzi del teatro polacco (a esclusione dei teatri della capitale). Negli anni 19891994 il Teatr Stary ha presentato agli Incontri i seguenti spettacoli: Ritratto di Slawornir Mrozekcon la regia di Jerzy Jarocki, Dybukdi An Ski con la regia di A. Wajda, Lezione di Jonesco con la regia di Elina Lo Voi e la grande interpretazione di Anna Polony, !fratelli Karamazav di Dostoevskij con la regia di Krystian Lupa, Il matrimonio di Witold Gombrowicz con la regia di Jarocki (dopo la presentazione di questo spettacolo al Teatr Odeon a Parigi, Peter

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