28 POLONIA/ MODZELEWSKI sottovalutato la sua intelligenza e la sua immaginazione fino al momento in cui ho visto la sua conferenza stampa coi giornalisti esteri dopo il X plenum del comitato centrale che nell' 89, ali' inizio, ha aperto la strada alla tavola rotonda. Però credo sempre che per lui personalmente non fosse concepibile un netto rifiuto alle esigenze sovietiche, e le esigenze sovietiche, anche se espresse in modo non chiaro ed esplicito, dovevano andare nella direzione di giungere a una "pacificazione" di Solidamosc, con preferenza, secondo me, per una pacificazione interna, coi mezzi di repressione polacchi, cioè quello che ha fatto Jaruzelski. C'erano forse altre opzioni, c'era la minaccia, reale per l'impero sovietico, dell'esistenza legale di un sindacato libero, di movimenti sociali liberi, di tutto ciò che si è prodotto in Polonia nell'80-81 e che era inconciliabile coi principi oel regime totalitario. Sono andato in Russia nell'89, dopo un intervallo di 35 anni, e siccome parlo bene il russo avevo molti contatti e sono andato per motivi personali in una città industriale della Russia profonda, sui bordi del fiume Kama. Lì ho parlato a un circolo Bucharin locale, poi col presidente di questo circolo che nell'80-81 era ancora operaio alla catena di montaggio in una fabbrica di camion: a casa sua mi ha mostrato il suo archivio politico dove aveva ritagliato gli articoli aggressivi di propaganda nera dalla "Pravda", da "Izvestia" e da "Krasnaja Zviezda". Per lui questo era il suo manuale elementare di scienza politica. Leggendo, cercando di decifrare la verità dietro questa propaganda, cercava di sapere èome agire nell'opposizione. Non era l'Europa ij bera, non era Radi o libertà, non era la BBC, tutto questo era bruciato. C'era la stampa sovietica, c'era questo veleno che inevitabilmente arrivava~) cuore dell'impero intossicandolo a morte e quindi posso capire i motivi espressi inmodo meno sofisticato da Breznev e dai suoi gerontocrati,. che avevano veramente paura di Solidamosc. Avevano ragione ad avere paura. Valutando complessivamente l'esperienza dei paesi del blocco sovietico, che ruolo pensi abbia avuto la Polonia nell'accelérare l'inizio del riformismo di Gorbaciov, e quanto a sua volta è stato l'avvento di Gorbaciov e la perestroika apermettere che in Polonia si arrivasse poi a una situazione, quella della tavola rotonda, che all'inizio degli anni Ottanta non era certo prevedibile? Io direi che Solidarnosc ha contribuito moltissimo a mettere in moto una crisi mentale, assiologica, sociale profonda del sistema sovietico. Ciò non vuol dire che Solidamosc abbia scatenato gli eventi politici nell'Urss; però mentalmente sì; questa esperienza è stata molto significativa per i sovietici e per i cittadini semplici era un fattore importante. E poi secondo me Gorbaciov fu un tentativo di modernizzare l'impero tenendo conto del fatto che, se avesse continuato con questo stesso modo di procedere sclerotizzato, sarebbe divenuto ben presto un impero di seconda categoria. Gorbaciov, con la sua formazione mentale, comprendeva che per modernizzare il paese bisognava liberalizzarlo politicamente. Secondo me non aveva come scopo di disgregare l'impero ma era quasi inevitabile che una volta ci si fosse impegnati in questo tentativo di automodemizzazione si arrivasse alla disgregazione dell'impero. Si può dire che la gente meno fine, tipo Breznev, aveva ragione: per conservare l'impero bisognava conservarlo così com'era. Non si poteva forse farlo senza fine rria il tentativo di Gorbaciov, spostando l'impero dall'immobilità, ha precipitato degli eventi imprevedibili per gli iniziatori di questa riforma e tra l'altro ha reso possibile una soluzione molto diversa, che altrimenti non si sarebbe potuta immaginare, in Polonia. Ma poi tra la tavola rotonda e la caduta del potere nelle mani di Solidarnosc, c'è stato un divario di tempo breve, ma una distanza percorsa politicamente abbastanza grande; i comunisti polacchi e di Mosca non potevano tollerare il crollo del regime, almeno i comunisti educati nel principio fondamentale che il potere una volta conquistato non si deve rendere mai; il fatto che proprio loro abbiano ceduto il potere, e abbiano lasciato iniziare quella che per loro era una controrivoluzione, la trasformazione profondissima del sistema socio-politico ed economico, in seguito al risultato delle elezioni, una cosa che consideravano sempre un trucco di facciata, vuol dire che qualcosa è cambiato in modo decisivo nella capacità di controllare e reprimere dell'impero. Era un segno che stava cominciando a disgregarsi e infatti subito dopo è arrivata la rivoluzione di velluto in Cecoslovacchia, il crollo della Repubblica democratica tedesca e poi la decisione di Mosca e del Cremlino di abbandonare la Germania orientale. Tornando alla Polonia, nelmomentodelpassaggiodallatavola rotonda alla vittoria di Solidarnosc, cosa vedi: un'abdicazione più o meno coatta del potere a un nuovo potere che avanza, oppure un tentativo di cooptazione, di trasformazione del poterè cercando di màntenere delle posizioni? All'inizio, secondo me, nella mente dei generali, di Jaruzelski e di Kiszczak e amici, vi era questa seconda alternativa, il tentativo di modernizzazione e di cooptazione di alcune forze di élite- perché non era più la stessa Solidarnosc, questo è importantissimo, ci torniamo tra un attimo - ; la cooptazione di un'élite politica alternativa nello sforzo di modernizzare il sistema senza farlo crollare si è trasformata ben presto nella resa del potere. Certo, anche ali' inizio la tavola rotonda era un tentativo di cooptare e di riformare un sistema che per i suoi gestori non era più da mantenere nello stato di una volta, ma soprattutto significativo era il divario tra la decisione di cooptare e quella di capitolare e di abdicare, un segno di quello che succedeva nell'impero, aMosca.Bi sogna sottolineare che Solidarnosc non ha fatto la rivoluzione, non era una rivoluzione. Gli scioperi dell' 88, quelli di aprile-maggio e pol dell'agosto, erano al massimo un segno d'allarme per i generali che non si poteva continuare nello stesso modo; ma non avevano quella forza sufficiente a gettare i generali in ginocchio. Solidarnosc di massa, la Solidarnosc dinamica e attiva dell' 80-81, non esisteva più. Solidarnosc è stato un movimento senza precedenti in Europa e forse nel mondo per quanto riguarda la dimensione dell'attività di massa; era costituita dalle folle attive e controllata dalle folle attive in modo che i suoi leader, nell'80-81, dopo uno o due errori, si sono convinti che non potevano permettersi di guidare questo movimento in modo arbitrario, che non potevano prendere decisioni che non erano comprensibili alla base di cento-duecentomila attivisti. Questo nell' 88-89 non esisteva più, era tutto cambiato con lo stato di guerra. Allora, nell'88-89, la dirigenza di Solidarnosc può muoversi. .. ... come vuole, sì come vuole, perché quello che è riuscito a fare Jaruzelski con lo stato d'assedio fu di disperdere queste forze, che non sorio più tornate sulla scena. Un fattore molto importante per l'evoluzione successiva e che ha cambiato anche il carattere e la mentalità dei gruppi di élite che sono rimasti in Solidarnosc. Da un sindacato controllato più o meno dalla sua base di massa essa è diventata un'organizzazione clandestina di anticomunisti. Successivamente questo retroterra di massa è sparito e quindi anche il legame psicologico tra questa élite e la sua base sociale, la sua base operaia, si è perlomeno indebolito. Come è successo, è una questione che mi ha posto apertamente Lione! Jospin qualche tempo fa, come si può immaginare una situazione in cui un grandissimo e
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