14 GERMANIA Cristoph Hein DOPO IL 11SOCIALISMO'' UN'INTERVISETDAUERACCONTI a curadi ChiaraAllegra In occasione del suo breve soggiorno milanese, invitato dal Goethe Institut a tenere una presentazione al Piccolo Teatro il 21 aprile 1994- introdotta dal suo curatore italiano, Fabrizio Cambi -, lo scrittore tedesco Cristoph Hein ci ha gentilmente rilasciato questa intervista. Hein, che oggi ha cinquant'anni, è noto in Italia fin dai tempi in cui lo si definiva ancora un intellettuale dissidente della DDR; in italiano sono stati tradotti finora tre dei suoi romanzi, tutti a cura di Cambi per i tipi di e/o: L'amicoeS t raneo(l 9 S 7 ),Lafine Foto di Giovanni Giovannetti. di Horn (1989) e Il suonatore di tango (1990), insieme a un contributo saggistico compreso nel volume Dall'est (1990), che raccoglie anche saggi di Brandys, Esterhàzy, Hrabal e Christa Wolf. Non è stata invece pubblicata in italiano la ricca produzione teatrale di Hein, mentre è in traduzione il suo ultimo romanzo, Das Napoleonspiel ( 1993). I due racconti che pubblichiamo sono tratti dalla raccolta Exekution eines Kalbes (Esecuzione di un vitello), Aufbau Verlag 1994, la cui edizione italiana è stata annunciata dalle edizioni e/o. Cominciamo proprio dall'inizio: mi racconta della sua infanzia? È un argomento che ho appena affrontato letterariamente: nel mio ultimo romanzo Das Napoleonspiel (Il gioco di Napoleone) descrivo una vicenda che, se non proprio identica, perlomeno ha molti punti in comune con la mia vera infanzia. Sono nato in Slesia, poi dopo la guerra mi hanno portato in Turingia e sono cresciuto in Sassonia~ ho fatto la scuola a Berlino-ovest, perché mi era vietato frequentarla nella DDR, dato che mio padre era pastore protestante, e dopo l'innalzamento del muro sono tornato a Berlino-est. Ecco tutta la mia infanzia. C'è qualcosa di avventuroso nella storia che lega lei e il muro ... Quel giorno dell'agosto 1961, quando all'improvviso innalzarono il muro, c'erano le vacanze e mi trovavo a Dresda: fu subito chiaro che non avrei potuto continuare il liceo a Berlino ovest. Un semplice caso: i miei compagni di classe che si trovavano casualmente all'Ovest continuarono la scuola, quelli che come me si trovavano casualmente ali 'Est non ci poterono più andare. Quartdo ha cominciato a scrivere? A dodici anni. Che cosa scriveva? Opere teatrali. Ogni anno ne scrivevo tre: avevo una produttività molto superiore a quella attuale. Per un certo periodo della mia vita mi sono dedicato completamente al teatro, sempre come scrittore: sono stato anche ingaggiato dal teatro Volksblihne di Berlino come "Hausautor", cioè drammaturgo privato del teatro - un po' come facevano Molière o Shakespeare. In Germania non è mai stato un tipo di contratto molto frequente: serve ad avere il monopolio della produzione di un autore, quindi è molto costoso, un vero lusso - soprattutto per me, che ero giovane, e potevo così permettermi a mia volta il lusso di non stare a scrivere stupidaggini per sopravvivere. Ha dovuto scriverne in seguito? No, mi sembrava sciocco farlo: per_me la letteratura è un impegno troppo serio e importante. E le sue opere incontravano il successo, l'indifferenza o la censura? C'è voluto un po' di tempo, poi è arrivato il successo. Dopo l'Ottantanove il suo pubblico è cambiato? No, perché avrebbe dovuto cambiare? In fondo i miei libri venivano già tradotti in quaranta diversi paesi del mondo. Piuttosto, del pubblico della ex DDR posso dire che si è ridotto numericamente: adesso c'è una diffusione della stampa impensabile prima, e la gente legge molto di meno i libri e molto di più la stampa. Non si può dire che il pubblico sia cambiato: c'è solo stato uno spostamento di interessi. Ma questa è una fortuna per la letteratura: ora non deve più assumersi una serie di compiti che prima gravavano su di lei per il fatto che mancava la stampa, compiti che in realtà erano un peso e un impaccio. La letteratura non deve essere rivoluzionaria, ha altri ruoli: a chi importa se Shakespeare fosse rivoluzionario o no?! Quali previsioni fa per le due Germanie riunificate? Beh, penso che ci vorranno ancora dei decenni prima che questo processo sia veramente completato. In fondo si tratta di due stati cresciuti separatamente per quarant'anni e penso che quattro decenni siano adesso il tempo necessario per crescere assieme prima di raggiungere l'unità di fatto. Non sono le differenze economiche a creare problemi: l'economia può solo trarre vantaggi da un veloce riallineamento delle due parti del paese, e
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