Linea d'ombra - anno XII - n. 93 - maggio 1994

62 STORIE/ KUREISHI ciuti e rallegrati, come se fossero sopravvissuti a una lotta. L'uomo della porta camminava in giro per la stanza in boxer e scarpe. Dopo una pausa, Zarina e Qumar sono tornate per un'altra scena, questa volta in reggiseno e mutandine nere. La musica era ancora più veloce. Notai che l'uomo della porta era in uno strano stato. Prima si era rilassato, forse un po' stordito dall'alcol, ma ora, mentre le ragazze danzavano, era rigido dall'eccitazione, parlava con l'uomo che gli stava accanto, e poi da solo, finché alla fine le sue parole non sono diventate che una cantilena. "Siamo musulmani ipocriti", diceva, "siamo musulmani ipocriti" - ripetendolo continuamente, finché l'uomo che gli stava accanto si è allontanato. L'assalto di Zarina al sikh e a qualcun altro, qualcuno più riluttante, aveva rotto quella linea che separa gli attori dal pubblico. Gli uomini erano venuti per vedere le ragazze. Non avevano previsto che gl\ sarebbero stati tirati giù i pantaloni e che il loro pene sarebbe stato mostrato ad altri uomini. Ma era proprio questa l'intenzione di Zarina: assalirli, non aizzarli- umiliarli e spaventarli. Era parte del gioco della sua performance. GIi spettatori impenitenti si erano ora raggruppati in cucina dietro a un tavolo; gli altri erano seduti sul pavimento. Qumar e Zarina si sono tolte il reggiseno. Il giovane e gentile proprietario della casa era seduto accanto a me, esultante. Pensava che io fossi iI manager del le ragazze e mi ha detto ali' orecchio: "Sono fantastiche, è una cosa fuori dal mondo! Non ho mai visto niente di simile prima - che forza! Fammi avere altre due ragazze per mercoledì e quattro per sabato". Ma la situazione stava diventando incontrollabile. Il centro della stanza iniziava ad assomigliare ad una lotta sul cai4ipo da gioco, un'ammucchiata, una festa di bambini. Il padrone di casa, fattosi . Fotodi LucianoFerrara(da Napoli e oltre,Mazzotta 1985) prendere dal panico, stava cercando di separare gli uomini dalle ragazze. Mi ha chiesto di aiutarlo. Un uomo più anziano, un altro sikh, il più vecchio di tutti, era rimasto seduto su una poltrona dalla quale ogni tanto allungava un braccio per pizzicare i seni di Zarina. Ora però stava per terra - non so come - e Zarina gli si era seduta sulla testa. Qumar era accovacciata sul suo stomaco e gli aveva infilato la mano dentro i pantaloni. Non sembrava più un gioco, e tutti litigavano. Il padrone di casa mi stava dicendo: "Quest'uomo è un uomo rispetta bi le, è iIpiù ricco, uno dei più famosi di Southall, è anziano ...". Zarina e Qumar lo stavano spogliando. Gli altri, che ormai avevano perso la calma, cercavano di tirar via le ragazze. li vecchio fu aiutato a rialzarsi. Respirava affannosamente, come se stesse per avere un attacco. Stava cercando di non piangere. Aveva il turbante fuori posto e aveva dappertutto pollo al curry e riso. Cercava di pulirsi. C'era ancora la parte finale dello show. Per questa, gli uomini si sono seduti a gambe incrociate sul pavimento per guardare le ragazze che mimavano rapporti sessuali. Un uomo si è messo in ginocchio come se stesse controllando iI tubo di scappamento della sua macchina - e si è messo a scrutare nella fica di Zarina. Accanto a me, il padrone di casa continuava a commentare. Le nostre donne musulmane di solito non si radono, ha detto. Disapprovava la striscia di peli neri perfettamente rasati della fica di Zarina. Lo spettacolo durò più di due ore. "Non è stato difficile", ha detto Qumar. Erano distrutte. Sarebbero state doloranti il giorno dopo e sarebbero comparsi dei lividi su tutto il corpo. Facevano due spettacoli a settimana. Copyright Hanif Kureishi 1992.

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