Nicholas Shakespeare ILVIAGGIATOREINCANTATO Incontrocon SilviaAlbertaui Scrittore,atipico nel panorama britannico contemporaneo, Nicholas Shakespeare, pur essendo nato a Worcester nel 1957 ed educato a Cambridge, ha trascorso larga parte della sua vita in America Latina, dove, tra l'altro, ha lavorato per un anno come gaucho in Argentina e ha passato un lungo periodo sulle Ande Peruviane inseguendo i guerriglieri di Sendero Luminoso, alla ricerca di Abimael Guzman. Proprio con il resoconto di quest'ultima esperienza, pubblicato su "Granta" nel 1988, Shakespeare, già responsabile letterario del "Daily Telegraph", si impone per la sua abilità nel trasformare un servizio giornalistico in un'avvincente narrazione condotta sul filo del mistero e della memoria. La ricerca di Guzman, del resto, ovvero il mito dell'inafferrabilità del leader guerrigliero, è destinata a diventare anche il nucleo del suo primo romanzo, La visione di Elena Silves, del 1989, tradotto in otto lingue (tra cui l'italiano, ed. Feltrinelli) e vincitore del Premio Somerset Maugham nel 1990. Completamente ambientato in Perù e privo di personaggi o situazioni inglesi, il romanzo esplora, attraverso una storia d'amore e rivoluzione, gli opposti fanatismi ideologici che lacerano quel paese e le loro mitologie complementari: ·il culto della Vergine Maria, oggetto della falsa visione mistica della protagonista, e quello del misterioso capo rivoluzionario marxista-leninista, nella cui invisibilità rivive l'antico mito andino dell'ultimo grande indio rivoluzionario, l'Inca Tupac Amaru Il. A torto etichettato, a causa dell'ambientazione peruviana, come inconsueto esempio di realismo magico inglese, Elena Silves appare piuttosto un affascinante percorso narrativo alla ricerca del punto in cui la storia, con il suo effetto devastante, irrompe nella vita del singolo, permettendo agli estremi opposti- religiosi, politici, erotici e mistici - di congiungersi. Anche nel secondo romanzo di Shakespeare, The High Flyer, apparso in Inghilterra nella tarda primavera del 1993, la storia di un amore impossibile si inserisce nel contesto di una realtà storicamente e geograficamente lontana dalla quotidianità europea di fine millennio. Ambientato ad Abila, il promontorio della Mauritania che leggendariamente delimita, insieme a Calpe, in Spagna, lo stretto di Gibilterra, e su cui, secondo la mitologia classica, Ercole piantò le colonne che segnavano i confini del mondo, il romanzo, pur narrando le vicende di un protagonista inglese, gli affianca i destini e le storie presenti e passate di una miriade di personaggi giunti alle mitiche frontiere della terra da ogni parte del globo, tutti recando alle spalle esperienze di trasgressioni e superamenti di limiti ritenuti convenzionalmente invalicabili. Come già accadeva ne La visione di Elena Silves per il mito indio di Tupac Amaru Il, in The High Flyer il ricorso alla leggenda delle Colonne d'Ercole consente a Shakespeare di creare un microcosmo popolato da personaggi esuli e dislocati, che ben precisi avvenimenti storici (come, per esempio, la rivoluzione d'ottobre e la guerra d'Algeria) hanno condotto a terminare ad Abila i loro giorni. Lavoro senza dubbio molto più ambizioso del precedente (e lo stesso titolo, col riferimento al "volare alto" del protagonista, pare indicarlo), The High Flyer si impone al lettore come impressionante esempio di narrazione pura, svincolata da problematiche narratologiche o sperimentalismi di sorta: uno di quei romanzi che gli inglesi definiscono "unputdownable", indicando con ciò la difficoltà di interromperne la lettura prima di avere raggiunto l'ultima pagina. Nicholas Shakespeare abitualmente non concede interviste in Inghilterra. Ha tuttavia accettato INCONTRI/ SHAKESPEARE57 Foto di BossoConnorso/Grozia Neri. di dedicarmi un paio d'ore spinto dalla curiosità suscitata in lui dal successo ottenuto da La visione di Elena Silves presso alcuni studenti di Magistero dell'Università di Bologna: su I00 ragazzi invitati a scegliere il romanzo migliore all'interno di una lista di ventuno titoli di autori anglofoni contemporanei, ben 95 lo hanno infatti indicato, preferendo così Nicholas Shakespeare ad autori molto più affermati, come Rushdie, Ondaatje, McEwan, Barnes, Coetzee e Nadine Gordimer. Quando lo incontro, ali' inizio di dicembre del '93, è appena rientrato da un viaggio in America Latina nel quale lo ha accompagnato la vedova di Bruce Chatwin, Elizabeth. Shakespeare, infatti, già da tempo è occupato nelle ricerche relative a una biografia di Chatwin, alla cui memoria era dedicato La visione di Elena Silves. Quest'ultimo viaggio in Sudamerica aveva anche un altro scopo, più romanzesco? Quando Guzman è stato catturato, tutti mj telefonavano, mi contattavano, mi chiedevano di scrivere sull'argomento, ma io ho sempre rifiutato. Ero molto deluso, lo ammetto. L'invisibilità di Guzman era alla base del mio primo romanzo, anzi, forse il romanzo era proprio un tentativo di dare un volto a Guzman. Quella cattura così prosaica contrastava talmente con il mito che si era creato intorno a Guzman. Poi, qualcuno mi ha raccontato alcuni particolari sulla cattura, che coinvolgevano, tra gli altri, una ballerina e un generale: una storia di spionaggio, arte e passione che dovevo verificare sul posto. Così ho chiesto al "Telegraph" di mandarmi subito in Perù, e quello che ho scoperto mi ha letteralmente elettrizzato: credo, anzi, che dovrò farne un nuovo romanzo, anche se non avevo intenzione di ambientare così presto un altro lavoro in Perù. Lo sapevi che quando hanno preso Guzman hanno verificato che era affetto da psoriasi? Bene,
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