Linea d'ombra - anno XII - n. 93 - maggio 1994

È comprensibile che negli ultimi anni di vita Eliade si trovasse spesso a meditare sul suo rapporto con la terra che aveva lasciato ma da cui non riusciva a staccarsi. "Non smetto di pensare a quanto avrei sofferto se fossi rimasto a fare il professore e lo scrittore in patria, - annota con strana franchezza il I O ottobre 1984 - non fosse stato per quella miafelix culpa: l'adorazione per Nae Ionescu con tutte le funeste conseguenze di quel rapporto (nel 1935-40)". Questo pensiero viene ripetuto (e anche la formulazione dellafelix culpa) il 29 agosto 1985 nelle ultime pagine dei Diari: "Penso a me stesso: senza quellafelix culpa sarei rimasto in patria e, nella migliore delle ipotesi, sarei morto di tubercolosi in qualche prigione". Secondo il Professor Virgil Nemoianu dell'Università Cattolica, Nae Ionescu (nessuna parentela con Eugène Ionesco) era "un pensatore socratico minore ma vivace (che) sosteneva una sorta di esistenzialismo vitalistico (un irrazionalismo non estraneo a concetti presi in prestito dalla critianità ortodossa) ... e finì per diventare un sostenitore della Guardia di Ferro ...". Sarebbe ingenuo pensare che l'adorazione di Eliade per questo mentore dei fascisti rumeni potesse essere nel dopoguerra l'unica ragione per arrestarlo e condannarlo (benché una ragione sufficiente). Se ai comunisti fosse servita una scusa - ma migliaia furono gli arresti senza neppure capo d'imputazione - sarebbe bastato sfogliare gli articoli scritti al tempo dell'attivismo politico della Legione del l'Arcangelo Michele e successivamente del la Guardia di Ferro. Legione dell'Arcangelo Michele fu il nome iniziale del movimento fascista rumeno, che in seguito divenne noto come Guardia di Ferro. Fra i molti crimini di cui si macchiò, c'è anche Fotodi Bassouls/Sygma/GraziaNeri. MANEA SU ELIADE 47 la barbara "ecatombe rituale" del 22 gennaio 1941, quando 200 ebrei vennero trucidati al mattatoio di Bucarest, tra gli inni cantati dai "mistici" assassini. (Il Maresciallo Ion Antonescu, dapprima alleato dei fascisti, sciolse infine la Guardia di Ferro nel 1941; ma il massacro degli ebrei non cessò neppure sotto la sua dittatura militare.) Ali' epoca la stampa di sinistra chiamava Eliade "fascista" e "legionario". Nel dopoguerra le autorità comuniste avrebbero sicuramente potuto muovergli molte gravi accuse: per i suoi attacchi al comunismo e all'Unione Sovietica, le sue polemiche con la stampa di sinistra e la scandalosa santificazione dei "martiri" della guerra civile spagnola (quelli che avevano combattuto sul fronte franchista, ovviamente). Altrettanto grave fu il suo encomio al dittatore portoghese Antonio de Oliveira Salazar, che egli sembrò voler proporre come "modello" al dittatore rumeno Antonescu. (Il libro su Salazar fu scritto e pubblicato nel 1942, quando Eliade lavorava all'ambasciata rumena di Lisbona.) Insomma, il suo dossier sarebbe stato stracolmo se le autorità comuniste avessero voluto motivare severi provvedimenti. Riguardo alle accuse di "fascismo" continuamente avanzate a Eliade dalla stampa di sinistra, Rickett scrive acutamente che "in un certo senso, i detrattori-per quanto ingiusti - avevano visto dove il suo pensiero andava a parare più chiaramente di Eliade stesso". Se la sua salute gli avesse consentito di sopportare qualche duro anno di prigionia, Eliade sarebbe stato poi rilasciato negli , anni Sessanta, come tanti altri che avevano condiviso le sue stesse idee, e come loro sarebbe stato "beneficiario" di quella subdola politica di "recupero" di valori che costituì la base della nuova politica'culturaledel comunismo rumeno. Gli avrebbero consentito di pubblicare almeno qualche stralcio dei suoi libri, vecchi e

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