44 BORGHI SU CAFFI quella che gli spetta è in parte colpa di Marx e mja_Di fronte agli avversari noi dovevamo sottolineare il principio essenziale da loro negato, e allora non trovavamo sempre il tempo, il luogo e l'occasione di rendere giustizia agli altri fattori che partecipano all'azione reciproca". 56 Il socialismo di Caffi aveva interesse soltanto per la civiltà, per la società, per la giustizia, e non affatto per le istituzioni, prima fra esse lo Stato. Scriveva al riguardo che "l'obbiettivo essenziale di una politica socialista, oggi, non potrebbe essere che la lotta tenace contro la 'macchina' dello Stato nazionale, che è diventato l'agente principale, se non unico, dell'oppressione sociale". 57 L'adesione a una politica di appoggio allo Stato da parte dei partiti affiliati alla Seconda Internazionale all'inizio della prima guerra monaiale nel 1914 fece di lui un socialista totalmente estraneo all'organizzazione e agli sviluppi della socialdemocrazia. Affermava al riguardo che "è precisamente nel 1914 che le grandi democrazie moderne si avviarono verso la forma (e il contenuto) dello Stato 'totalitario', il quale consiste essenzialmente nella soppressione totale della società, e nella noncuranza egualmente totale per i valori di socievolezza e di civiltà". 58 Ciò che Caffi riteneva necessario alla rinascita del socialismo era l'umanesimo. "Ma l'importanza dell'umanismo nella nostra civiltà non è consistita principalmente nella 'rinascita del le lettere e delle arti', né in quelle 'umanità' di cui i gesuiti han mostrato come potessero anche, e molto bene, essere utilizzate ad asservire • SEXAPPELLO f: t\A QrESTIO\EDISESSOEDIDE\ARO I • • è quello femminile. Ildenaro è quello chemanca noidonne ABBONATEVI 11numeri d noidonne 6numeri d legendaria al prezzobloccato di50milalire dc n. 60673001 intestato a Cooperativa Libera Stampa, Via Trinità dei Pellegrini 12, 00186 Roma Per ulteriori 111formazio11i telefonate al n. 06/686-1387 gli spiriti. Il grande impulso dato dalla reviviscenza dello spirito greco si manifestò- attraverso sconfitte ed eclissi, ma anche con un 'progresso' irresistibile - nel fiorire di una socievolezza che era 'libera' soprattutto nel senso che gli uorruni sceglievano liberamente i loro 'sirruli' aldilà delle barriere di casta, di nazionalità, di confessione religiosa. E in questa socievolezza, rapporti di autentica politesse, ossia basati sull'eguaglianza e la reciproca fiducia, sostituivano i cerimoniosi e sospettosi artifici del 'rispetto gerarchico'." 59 E aggiungeva che "oggi, il moltiplicarsi di gruppi d'amici partecipi delle medesime ansie e uniti dal rispetto per i medesirru valori avrebbe più importanza di qualsiasi macchina di propaganda. Tali gruppi non avrebbero bisogno di regole obbligatorie né di ortodossie ideologiche; non fiderebbero sul l'azione collettiva, ma piuttosto sull'iniziativa individuale e sulla solidarietà che può esistere fra amici che si conoscono bene e dei quali nessuno . persegue fini di potenza" .60Tale era il programma di Andrea Caffi ispirato al suo ideale di socialismo libertario. Questo testo è la relazione presentata al Convegno di studi su Andrea Cajji: un socialista libertario, svoltosi a Bologna il 7 novembre 1993, per iniziativa della Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" di Castelbolognese e dell'Associazione "Arti e Pensieri" di Bologna. Note I) Andrea Caffi, Critica della violenza, Milano, Bompiani 1966, p. 27. 2) Ibidem, pp. 32-34. 3) Ibidem, p. 42. 4) Ibidem, p. 44. 5) Ibidem, p. 49. 6) Ibidem. 7) Ibidem, pp. 52-54. 8) Ibidem, Introduzione di Nicola Chiaromonte, p. 16. 9) Ibidem, p. 76. 10) Ibidem, p. 81. 11) Simone Weil, L'Enracinement, Paris, Gallimard 1949, p. 45. 12) A. Caffi, Critica della violenza, p. 164. 13) Ibidem, p. 165. l4)S.Weil,L'Enracinement,p. Il. 15) A. Caffi, Critica della violenza, pp. 168-469. 16)S. Weil,L'Enracinement,p.17. 17) A. Caffi, Critica della violenza, p. 169. 18) S. Weil, L'Enracinement, p. 20 sgg. 19) A. Caffi, Critica della violenza, p. 172. 20) S. Weil, L'Enracinement, p. 23. 2 I) A. Caffi, Critica della violenza, p. 173. 22) S. Weil, L' Enracinement, p. 26. 23) Ibidem, p. 26. 24) Ibidem, p. 34. 25) Ibidem, p. 27. 26) Ibidem, p. 47. 27) A. Caffi, Critica della violenza, p. 176. 28) Ibidem, p. 177. 29) Ibidem, pp. 177-178. 30) S. Weil, Quaderni, volume I, Milano, Adelphi 1982, p. 52 . 31) Ibidem, p. 83. 32) Ibidem. 33) Ibidem, p. 235. 34) A. Caffi, Critica della violenza, p. 96. 35) S. Weil, Quaderni, voi. I, p. 71. 36) Ibidem, p. 72. 37)S. Weil,L'Enracinement,pp. 5152. 38) Ibidem, p. 51 .. 39) Ibidem, p. 52.' 40) A. Caffi, Critica della violenza, pp. 187-189. 41) A. Caffi, Scritti politici, Presentazione di Gino Bianco, Firenze, La Nuova Italia 1970, p. XVII. 42) A. Caffi, Critica della violenza, pp. 93-94, 43) Ibidem, p. 87. 44) Ibidem, p. 245. 45) Ibidem, p. 235. 46) Ibidem, p. 255. 47) Ibidem, p. 297. 48) Ibidem, pp. 310-312. 49) Ibidem, pp. 301-302. 50) Ibidem, p. 306. 51) Karl Marx, Prefazione a Per la critica dell'economia politica, Roma, Editori Riuniti 1957, p. 5. 52) A. Caffi, Critica della violenza, p. 257. 53) Ibidem, p. 259. 54) Ibidem, p. 261. 55) Ibidem, p. 322. 56) Umberto Melotti, Marx, Firenze, Vallecchi, p. 60. 57) A. Caffi, Critica della violenza, p. 101. 58) Ibidem, p. I00. 59) Ibidem, p. 103. 60) Ibidem, pp. 103-104.
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