Linea d'ombra - anno XII - n. 93 - maggio 1994

facevano leva sul colonialismo e sulle due guerre mondiali. Ad essi obbiettava Caffi: "Non si vede perché ciò dovrebbe portarci ad accettare il principio della violenza e a farci abiurare quelle che sono le 'ragioni del vivere' della nostra civiltà". 40 L'internazionalismo e lo sciopero, in cui si esprimeva l'ideale del superamento dei rapporti violenti nazionali e sociali, esprimevano le idee centrali del socialismo al quale Caffi "restò fedele tutta la vita", come osservava Gino Bianco nella Prefazione del volume da lui curato degli Scritti politici di Caffi. 41 Il socialismo, per Caffi, consisteva nell'organizzazione e nella condotta dell'esistenza in forme aperte al "sociale", cioè a "quella comunione spontanea fra uomini coscienti del proprio destino la cui realtà sostanziale nozioni come 'civiltà', 'dignità', 'eguaglianza', 'fratellanza', 'gentilezza di costumi' non fanno che indicare approssimativamente". 42 Se l'ideale sociale, concepito come motivo di forza del socialismo, quale Caffi lo visse e pensò senza interruzioni lo distanzia dal marxismo, è vero altresì che del marxismo egli fu studioso attento e su di esso scrisse a lungo e non senza apprezzamenti positivi. Il divario principale dalla libera socievolezza, fondamento per Caffi del socialismo, era il rifiuto delle tendenze autoritarie e del culto della violenza che caratterizzano il marxismo. Nei riguardi di questa scriveva Caffi: "L'altisonante apoftegma di Marx, 'la violenza è la levatrice della storia', manca di sottigliezza". 43 Peraltro l'esame dei principi di fondo del so- , cialismo scientifico in rapporto con quello utopistico e con gli storici della metà dell'Ottocento, quali Proudhon, Herzen, Renan e Taine mette in luce, scriveva Caffi, "la mentalità scientifica di Marx". 44 Nell'opera Critica della violenza il capitolo Intorno a Marx e al marxismo comprende i paragrafi: I) Marx, la scienza e la storia;45 2) Marx e l'unità del sapere. 46 Il capitolo successivo: Homo faber e Homo sapiens 47 approfondisce il tema dei rapporti tra "Struttura" e "Sovrastruttura", e la relazione tra "Homo oeconomicus", la "Storia" e la "Festa". 48 Questo capitolo contiene considerazioni centrali sul marxismo. Uno dei motivi centrali del marxismo: quello del rapporto tra struttura e vita sociale espresso da Caffi con insistenza e ricerca carica di dubbio è il seguente: "Come interpretare la nozione marxista, secondo la quale 'i rapporti di produzione che costituiscono la struttura economica' sono' la base reale su cui s'innalza una sovrastruttura giuridica e politica'? Ammetteremo forse che questa 'base' possa fare a meno della sovrastruttura, o che essa ha preceduto nel tempo la formazione delle sovrastrutture in questione? Ovvero che tali 'rapporti determinati e necessari' che si affermano come istituzioni giuridiche, religiose, eccetera, hanno meno realtà che non la divisione del lavoro, la cooperazione, l'assimilazione o il perfezionamento di certe tecniche?" 49 Concludeva Caffi: "Ogni considerazione sulle società umane e la loro storia che subordini le molteplici manifestazioni della coscienza alle attività produttive rischia di dare un'immagine impoverita e artificialmente razionalizzata delle vicissitudini ed esperienze realmente osservate". "La socievolezza umana, e forse già quella di altre specie animali, produce dei motivi d'affetto, di comunione, di dedizione, di gelosia, eccetera, che complicano e possono perfino contrastare le finalità economiche." 50 Nonostante questa non celata avversione a ogni concezione che anteponga la vita della società a ogni manifestazione della coscienza, Caffi non dimentica di rilevare il principio centrale espresso da Marx nella Prefazione a Per la critica della economia BORGHI SU CAFFI 43 politica, secondo il quale "Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza". 51 La preminenza dei valori spirituali sui "meccanismi economici" non oscura agli occhi di Caffi l'importanza del pensiero di Marx per l'avanzamento delle conoscenze storico-sociali e scientifiche del suo tempo. "L'originalità di Marx - scriveva Cafficonsiste nella maestria con la quale egli ha fatto convergere delle vedute 'sintetiche' sulla storia contemporanea con l'analisi critica dei meccanismi economici. I fenomeni sociali appaiono in tutta la loro complessità, il gioco delle 'leggi economiche' ha la semplicità netta e implacabile di una costruzione logica." 52 La portata dell'indagine storica di Marx non è offuscata dal suo "economicismo materialistico". "Per tutto quel che riguarda la storia della rivoluzione industriale, della lotta di classe in Francia e in Inghilterra nel secolo XIX, l'opera di Marx ha valore di conoscenzadurevole." 53 "Il contributo del marxismo alla 'scienza storica' è tanto innegabile quanto notevole." 54 Caffi non ignorava - come mostrano le già citate sue considerazioni del valore delle indagini storiche di Marx - che il pensiero di Marx non dogmatizzava la totale determinazione del le varie forme della vita e della conoscenza da parte della struttura economica. L'inesausta sete di sapere che alimentava senza posa la mente di Caffi definiva come "un atto libero" "l'emancipazione intellettuale del l'uomo" .55 Al I' "enorme fascio d'erudizione" che Nicola Chiaromonte ricordava come sua caratteristica non era estranea per certo la notazione di Engels: "Il fatto che i giovani talora annettano al lato economico una importanza maggiore di GIUNTI

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