sparavano di frequente e spesso divampavano le fiamme. Quando il convoglio sostava ai margini di un bosco, il mulo udiva di notte sinistri rumori, fruscii e certi suoni che gli incutevano paura, e Giù tremava e sbuffava. Poi venne nuovamente colto dalla nausea, il pavimento di legno tornò a muoversi sotto i suoi zoccoli e tutt'intorno c'era una pianura azzurrognola sovrastata da una nebbiolina ·salmastra. Infine, in modo del tutto incomprensibile ricomparve di fronte a Giù, pur non essendosi mosso, la stessa stalla in cui di notte aveva sentito il suo vecchio compagno respirare pesantemente. Ben presto però, dopo una giornata trascorsa tra musiche e dopo aver risentito le mani tremolanti del conducente, invece che nella stalla si ritrovò in uno stallaggio sferragliante, tra il rumore delle rotaie e gli scossòni. Finalmente, dopo lo spazio angusto dello stallaggio sul carro bestiame, si aprì davanti a lui una pianura infinita. Su questa pianura era come sospesa una polvere grigia, né italiana né africana, mentre sulla strada procedevano verso levante autocimi, trattori, cannoni su affusti lunghi e corti, colonne di mulattieri appiedati. La vita divenne particolarmente difficile, tutta uno spostamento continuo. li carro era sempre carico e, nonostante il fracasso sulla strada polverosa, Giù sentiva il fiato pesante del suo compagno di tiro. Gli animali cominciarono a crollare, vinti da quel cammino interminabile. I corpi dei muli giacevano con le pance gonfie e le • gambe distese, stecchite. Gli uomini li guardavano con assoluta indifferenza, e anche i muli, apparentemente, passavano senza notarli: ciondolavano la testa e tiravano, tiravano. Ma era solo apparenza: i muli avevano visto i propri morti. STORIE/ GROSSMAN 31 In questa terra pianeggiante il cibo era particolarmente saporito. Era la prima volta che Giù mangiava un'erba così succosa, un fieno così tenero, così profumato. E anche l'acqua in questo paese di pianura era dolce, e i nuovi germogli degli alberi erano sugosi-equasi n·on avevano quel sapore di amarognolo. Il vento tiepido della pianura non scottava come quello africano (, il sole non era così spietato, ma riscaldava teneramente la pelle. Perfino la polvere grigia, che rimaneva sospesa giorno e notte nel!' aria, sembrava morbida, di seta a paragone con quella pungente delle rosse pietre africane. • Ma lo spazio di questa pianura era al tempo stesso inesorabilmente spietato per la sua vastità senza fine. I muli trottavano scuotendo le orecchie, ma la pianura era più forte di loro. Andavano a pàsso sostenuto alla luce del sole e al chiaro di luna, ma la pianura si allungava sempre più. I muli correvano battendo gli zoccoli sull'asfalto, sollevando polvere sulle strade vicinali: ma la pianura si allungava, si allungava sempre più. Non ne vedevi mai la fine, né col sole, né con la luna, né con le stelle. Noneradelimitatanédamari né da montagne. Giù non si accorse del sopraggiungere della stagione fredda delle piogge, avvenuto gradualmente. La stanchezza monotona che aveva contrassegnato la sua vita si trasformò in sofferenza lancinante, in prostrazione. La terra era diventata appiccicosa, gorgogliavi¼, schizzava sotto gli zoccoli e perciò la strada si faceva più lunga, ogni passo equivaleva a molti passi, e il carro si era fatto insopportabilmente pesante. Era come se Giù e il suo compagno di tiro trainassero non uno, ma tanti carri. ► Do The20thCentury.ThePictoriolHistory, Hamlyn1989.
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