28 SUD AFRICA/ HEAD sessuali tra bianchi e neri. La vicenda della protagonista riflette da vicino la vita della stessa Bessie Head, con un elemento nuovo rispetto ad altri suoi romanzi autobiografici. li libro vede infatti nascere una storia d'amore tra Mouse, la protagonista, eJohnny, un collega giornalista assai più vecchio che, a·insaputa di entrambi, è suo padre. li fatto che i due ignorino la verità, né la scoprano nel corso della narrazione, non sconvolge la coscienza né lasensibilitàdi chi legge, svuotando in un certo senso il tabù dell'incesto di ogni valenza immorale. Nella sua acuta introduzione, Margaret Daymond propone una tesi assai interessante sulla funzione del tabù dell'incesto nel romanzo. Sotto Iineando iI legame con la Legge sull'Immoralità che ha messo alla gogna tanto Mouse quanto Bessie Head (coloured come la protagonista), per Daymond la scelta del tema dell'incesto da parte della scrittrice "definisce la sua rabbia politica, nonché la paura che deve aver provato nel liberare nella scrittura tutte le ire scaturite dai primi anni di sofferenza". Oltre ali' omonimo romanzo breve, TheCardinals raccoglie una serie di meditazioni e di racconti da cui è tratto quello che qui proponiamo e del quale la sua autrice ebbe a dire: "È la cosa migliore che ho scritto, accidenti!". In L'amore per la terra Bessie Head mette a fuoco la terra come simbolo delle radici e dell'identità di una persona, giacché in una comunità rurale terra e identità sono tutt'unt>. I1!ttori italiani che amano Bessie Head saranno felici di ritrovare le at1;,osfere e il ritmo narrativo di un racconto della Doima dei tesori, La caccia, in cui Thato - alla stregua del personaggio femminile di L'amore per la terra e della sua autrice - "era al corrente•di tutto, ma la ricchezza del suo modo di comunicare consisteva nel dono che la donna possedeva di setacciare e sepivare l'una dall'altra tutte le avversità della vita qtotidiana, con l'animo infallibile d'un abile narratore di storie". La sera in cui tornò a casa, il cielo era soffuso di un rosso fulgore. Volendo, sarebbe potuto arrivare per mezzogiorno, ma era impensabile. Bisognava mandare prima il messaggio, affinché passasse di bocca in bocca, corresse lungo i tortuosi sentieri africani. Doveva attardarsi, indugiare qua e là perché la moglie avesse il tempo di spazzare la capanna, sbattere le stuoie e preparare una cena speciaie con ottime vivande. · Per due mesi era rimasto nel bush selvaggio a caccia di pellì di sciacallo. Ora se ne sa~bbe rimasto tranquillamente a casa a cucire le pelli per farne una coperta per la notte. Al bisogno una coperta ben fatta avrebbe potuto fruttare un bel gruzzolo. Una coperta di pelli di sciacallo, con il pelo a fitte chiazze argentee e nere, è molto bella. Per due mesi si era cibato di carne di animali selvatici, di bacche e cocomeri selvatici del bush. Per due mesi non c'era stato che lo stupefacente silenzio del bush che intorpidisce le membra. Lassù nel cielo, la sera, il volo lucente di fenicotteri bianchi e rossi; sulla terra, l'incessante, pesante trottare dello stolto cudù; o la fuga spaventata e lieve delle antilopi; o il fruscio, il fruscio di animaletti soffici e rotondi tra le basse macchie di rovi e di spini. "L'uomo non può mai separarsi dalla terra e dal cielo" pensava spesso con tenero stupore. "Loro sono sempre lì, i fenicotteri e il cudù. I fenicotteri nella luce del tramonto, selvatici e bellissimi, e lo stolto cudù". "Che cosa ama di più un uomo?" pensava. "Nel bush sono soltanto un uomo che respira con glì occhi e le orecchie all'erta per via dell'infido sciacallo. Tra poco la vita del villaggio si rinchiuderà intorno a me. Berrò birrc:le farò il giro del cortili e ascolterò le tragedie e.le commedie della nostra vita, che sempre si ripetono. Dappertutto c'è tristezza. Nella vita del villaggio e nel silenzio del bush. L'uomo deve continuamente barattare u.na tristezza con un'altra se vuole che la sua vita sia sopportabile." Sentì una gelida folata di vento sul volto. A~ò gli occhi al cielo e affrettò il passo. A est e a sud-ovest lunghe dita d'ombra minacciavano pioggia. All'orizzonte stava già piovendo e il forte vento da sud, lanciandosi attraverso le nubi, si era mutato in un freddo vento di pioggia che rinfrescava l'aria. La terra era così piatta, vasta, immensa e sconfinata che la volta celeste doveva distendersi con tutta la sua forza se voleva riuscire a competere con l'estensiope della terra. Il cielo se n~ lagnava sempre. Non gli andava di farsi superare dalla terra. La sera si abbigliava spruzzandosi di rossi e gialli incandescenti, mentre la terra non era che una semplice sagoma nera e desolata di spini e di pruni. L'uomo doveva smetterla di preoccuparsi tanto della terra e alzare gli occhi al cielo. Allora pareva che gli occhi e l'anima dell'uomo si mutassero nei fenicotteri selvatici e bellissimi che al tramonto volavano lil:ierinegli spazi infiniti del ci_elo.ll dolore, l'incertezza e il male di vivere venivano sommersi dalla pace e dalla libertà del cielo. "Che strano" pensò. "lliia parte di me è il fenicottero. L'altra lo stolto cudù. Il più del_levolte sono lo stolto cudù, i miei piedi si trascinano pesantemente ul terreno. Non riesco a vedere né a sinistra né a destra""néalle mie spalle ma soltanto davanti a me. Le cose mi si abbatt-ino addosso e io sfreccio via alla cieca in una direzione, poi in un'altra. Sono un uomo della terra, lento e poco sagace. Sono lo stolto cudù. Come mai allora i miei occhi e la mia anima si lasciano sommergere dal volo del fenicottero selvatico? Posso essere due cose allo stesso tempo- il fenicottero e lo stolto cudù? L'uomo non può separarsi dalia terra e dal cielo". Quando entrò nel villaggio, si udì il rombo di un tuono e un lampo saettò nel cielo. Il vento di pioggia spazzava i viottoli del villaggio turbinando intorno alle rotonde capanne di fango. La moglie fu felice di vederlo ma controllò ogni manifestazione della sua felicità. I bambini arrivarono urlando e lui parlò loro con rude tenerezza maschile, imbarazzato. Presero le pelli di sciacallo, le misero nella capanna che servi va da deposito e scapparono via per riprendere il gioco interrotto. La moglie portò un catino d'acqua così che l'uomo potesse lavarsi. "Che novità ci sono?" chiese sfilandosi la camicia ~udicia e lacera. "Non c'è molto da dire" rispose lei sedendo per terra accanto a lui. Poi all'improvviso scaturirono molte parole sicché solo a fatica riuscì à distinguere una storia dall'altra. "La moglie di Manga, così tranquilla, lo ha lasciato. Lui l'ha picchiata duramente, e lei è dovuta correre alla polizia nel cuore della notte. Lui si è preso immediatamente un'altra donna. A quanto pare ha messo incinta una ragazzina e quando questa è andata a casa sua, l'altra donna l'ha picchiata. Manga era ubriaco fradicio e per poco non ha ammazzato di botte l'altra donna. Le sue urla erano così terribili che hanno dovuto chiamare la polizia. Manga adesso è in prigione. Hanno licenziato tre insegnanti e un preside per aver mess_o incinte delle scolare. Conosci Sylvia? Lavora ali' emporio. Sai, quella di cui si dice che a casa non avrèbbe di che sfamarsi ma che va in giro bardata come una vetrina? Sono tutii indignati dal suo comportamento. Si sa che è stata a letto con molti uomini del villaggio, ma a quanto pare suo marito ha una storia con una giovane insegnante, una donna tranquilla che adesso lavora qui. Pare che a Sylvia la storia l'abbia sussurrata un serpente tra l'erba verc\t. Mentre l'insegnante era al lavoro, Sylvia è andata da lei e ha frugato tra le sue cose. In una valigia c'erano molte lettere di suo marito. Lei allora l'ha aspettata e quando l'insegnante è tornata, Sylvia s'è tolta una scarpa col tacco alto e gliel'ha data sulla testa. Poi ha quasi massacrato di botte la figlia di un'altra
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