Linea d'ombra - anno XII - n. 93 - maggio 1994

Bessie Head L'AMOREPERLATERRA a curadi FrancaCavagnoli Nata in Sudafrica nel 1937, Bessie Head visse metà della sua vita in Botswana, dove si trasferì due ~ anni prima dell'indipendenza ( 1966) e dove morì nel 1986. Figlia di una bianca di famiglia agiata e di un garzone di stalla nero, venne alla luce in un ospedale psichiatrico nel quale qualche anno più tardi lamadre morì suicida. Affidata dalle autorità a una famiglia adottiva di bianchi, venne prontamente restituita poiché la bambina sembrava "strana": si erano acco,ti che aveva la pelle più scura della loro. Venne quindi affidata a una famiglia di meticci e sue- I cessivamente a un orfanotrofio di missionari inglesi, dove studiò e conseguì il diploma di insegnante. Dopo aver insegnato perqualcht anno a Durban si trasfe,ì a Città del Capo e quindi a Johannesburg, cominciando la sua attività di scrittrice. Al termine del viaggio che dal Sudafrica la portò in esilio in Botswana, cominciò per Bessie Head un nuovo viaggio, "un viaggio con l'anima", "l'incubo di un. viaggio interiore", ·proprio come succede a Elyzabeth in Una questione di potere, ora in libreria per le Edizioni Lavoro (traduzione di Paola Fattori; introduzione di Adriana Cavarero, pp. 230, lire 25.000). Il libro si divide in due parti, Sello e Dan, e già da questa divisione traspare il tema del romanzo: la testimonianza di una dicotomia interiore, "la lotta tra il bene e il male" nelle parole dell'autrice. Elyzabeth vive con dolore la sua condizione di emarginata, di donna né bianca né nera sradicata dalla terra natale, e di esule in un paese di africani, dove tutti le ricordano che lei non è "una vera africana, ma un sangue misto". La vita quotidiana di Elyzabeth, scandita dal ritmo regolare della scuola in cui insegna e del figlioletto a cui deve badare, si svolge apparentemente con ordine, ma non appena scende la notte, Elyzabeth non riesce più a controllare le ossessioni e i fantasmi che si affollano nella capanna di fango e paglia in cui vive: "Fuori splendeva la luna piena. Aprì la porta e guardò la terra immobile, piatta, illuminata dalla luna. I cespugli e le capanne, ombre nere nella notte, sembravano ancor più profondamente addormentati in quell'atmosfera di calmo splendore. Com'era possibile che in un clima così insospettabile la tormentassero tutti quei muti interrogativi sul potere e sull'amore, sulla perdita e sul sacrificio?". Alla descrizione della faticosa vita quotidiana di Elyzabeth, ben presto sconvolta dalla folla di visitatori notturni che popolano il suo mondo onirico, si intreccia il diario di una malattia, l'esaurimento nervoso che la porterà prima in ospedale e poi in manicomio proprio come la madre - la madre sia della protagonista sia della scrittrice-, e che proietta il lettore, come osserva Itala Vivan nella sua nota biografica, "nella terra di nessuno che divide la sanità mentale dalla pazzia ... nella proliferazione dei fantasmi e dei doppi". SUDAFRICA/ HEAD 27 La narrazione procede così su due binari, con Elyzabeth che cerca disperatamente di trovare appigli nella vita di ogni giorno dedicandosi al progetto di artigianato locale del villaggio di Motabeng - il cui nome significa "luogo di sabbia", quasi a voler sottolineare l'impossibilità di mettere radici in questo luog~ "altro" -e investendo le proprie energie creative nella coltivazione i:liun orto. E così come Elyzabeth riuscirà a trarre dalla terra arida ortaggi mai visti prima nel villaggio, riuscirà anche a trovare nella propria desolazione interiore la strada per uscire dal labirinto e affermare la propria differenza di donna meticcia nonché per riconciliarsi con il Paese in cui ha scelto di vivere: "Mentre si addormentava Elyzabeth pose dolcemente una mano sulla terra. Era un gesto di appartenenza". Bessie Head ci racconta la storia di Elyzabeth in una lingua colta, lineare, non esercitando sull'inglese quella violenza a cui tanti scrittori post-coloniali scelgono di sottoporlo. Fortemente violento è invece il linguaggio espressivo di Bessie Head, messo ancor più in risalto dalla limpidezza e dalla "normalità" della lingua. Il lettore si ritrova così sommerso dal delirio mentale di Elyzabeth, dalla forza evocativa della schiera di personaggi che popolano le sue notti nere: Medusa, il Budda, il David degli ebrei, le divinità egizie e indiane. E soprattutto i due uomini, Sello e Dan, che impersonano la lotta fra l'amore e l'odio, fra due parti di sé, fra il bene e il male, in cui a poco a poco sarà Sello a trionfare poiché, come scrive Adriana Cavarero nell'introduzione, "attraverso di lui si esprime una visione cosmica e animistica della creazione nella quale il bene consisterebbe nella rinuncia di ciascuna creatura a tradurre la sua energia vitale in potere: inteso come dominio e sopraffazione dell'altro in una gerarchia di individui e di razze". Prima di Una questione di potere- che al suo apparire nel 1974 fu candidato al Booker Prize, il più prestigioso premio letterario inglese, ed è con;iderato il suo capolavoro - Bessie Head aveva pubblicato due romanzi. When Rain Clouds Gather (Quando si addensano le nubi della pioggia, 1969), imperniato sulla figura di un esule sudafricano, venne accolto con favore dalla critica inglese e americana. Lo stesso dicasi per il secondo, Maru ( 1971), un romanzo la cui protagonista vive con sgomento la propria condizione di esule e di emarginata. Nel 1977 uscì La donna dei tesori (a cura di M.A. Saracino, Edizioni Lavoro 1987), una raccolta di tredici racconti in cui sono raffigurati momenti di vita quotidiana in un villaggio del Botswana e in cui si rispecchiano le questioni che affliggono l'intero continente africano: il crollo della società tradizionale, l'indipendenza e il periodo post-coloniale, la povertà, l'alcolismo e soprattutto la vita delle donne in una società dominata dagli uomini. Nel 1981 è la volta di Serowe, Village of the Rain Wind (Serowe, villaggio del vento di pioggia), un resoconto tra documentario e narrazione di un villaggio - il più grande, con i suoi 33.000 abitanti, dell'Africa subsahariana. Nel 1984 Bessie Head pubblicò l'ultimo libro, A Bewitched Crossroad: An African Saga (Crocevia stregato: una saga africana), in cui ripercorre la storia dell'Africa dal punto di vista dei neri attingendo a fonti orali. Postume sono uscite altre opere. Nel 1989, Tales ofTenderness and Power(Racconti di tenerezza e di potere), una raccolta di una ventina tra racconti, osservazioni e brevi narrazioni di fatti realmente accaduti, pubblicati su rivista o in antologia mentre la scrittrice era ancora in vita. Nel 1990 Craig MacKenzie ha raccolto gli scritti autobiografici, A Woman Alone (Una donna sola) e nel 1991 Randolphe Vigne una parte dell'epistolario, A Gesture of Belonging: Letters from Bessie Head, 1965-1979 (Un gesto di appartenenza). Nel 1993 è uscito il romanzo breve The Cardinals, a cura di Margaret Daymond, l'unico di ambientazione sudafricana e probabilmente il primo testo narrativo in assoluto scritto da Bessie Head. The Cardinals offre uno scorcio del quartiere misto District Six di Città del Capo e della generazione di "Drum", la rivista che fu un importante punto di riferimento per gli intellettuali neri e per la stessa Bessie Head, che collaborò alle sue pubblicazioni, e che svolse un ruolo fondamentale nella creazione di un ceto medio urbano nero e nella formazione deg_liscrittori che scelsero di esprimersi in inglese. È ricco di rimandi al jazz e alla Legge sull'Immoralità, che vietava i rapporti

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