verso Malopolole non ricordo altro che il sole e la sabbia. E la sete. A un ce110 punto pensammo di aver perso l'orientamento, ma neppure questo ci preoccupava. Eravamo oltre la soglia della sensibilità. Non potevamo né pregare né maledire; le nostre lingue riarse si incollavano al palato. Ancora oggi non sodire con esattezza quanti giorni durò i I nostro viaggio di ritorno; dovrei mettermi a calcolarli, ma probabilmente sbaglierei comunque il conto. Alla fine ritornammo a Malopolole, e all'acqua. Ci ripromettemmo di non partire mai più. Credo che nemmeno i genitori che avevano perso i figli ebbero la forza di piangerli in quei momenti, troppo storditi dopo tutto quello che avevano passato. Ma sapevo che prima o poi il dolore sarebbe tornato, e allora si sarebbero ricordati delle piccole tombe di sabbia nel dese110,e Gerhardus Grobbelaare sua mogi ie avrebbero pensato a un piccolo fagotto abbandonato nel Kalahari. E so cosa avrebbero provato. • Poco tempo dopo preparamm.9 un carro, gli attaccammo dei buoi freschi, caricammo un'abbondanteriservad'acquae ritornammo nel deserto a cercare la famiglia Steyn. Con l'aiuto dei cafri Sechuana, capaci di seguire tracce per noi invisibili, riuscimmo a ritrovare ilcarro. I buoi erano stati staccati, e alcuni di loro giacevano morti intorno al carro. I cafli ci indicarono delle orl11.ç!nella sabbia, che mostravano la direzione presa dai due uomini e dalla donna. Alla fine li trovammo. Koos Steyn e sua moglie giacevano uno accanto all'altra nella, sabbia; la testa della donna era appoggiata sulla spalla del marito, i lunghi capelli si erano sciolti e il vento li accarezzava dolcemente. Sui loro corpi si era raccolta molta sabbia. Vicino a loro giaceva l'inglese, con la faccia nella sabbia. Non trovammo mai la piccola Jemima. Probabilmente era morta lungo il cammino e Koos Steyn l'aveva sepolta. Ma concordammo che Webber doveva aver passato dei momenti terribili, tanto da non rendersi più conto di quello che gli Steyn dovevano aver fatto della bimba. Fino al momento della sua mo11e doveva aver creduto di avere la bambina in braccio perché, quando sollevammo il.suo corpo, trovammo, stretti tra le braccia rigide e prive di vita, qualche vecchio straccio e dei vestiti di bambina. Ci sembrava che il vento che sempre spazza la sabbie del Kalahari soffiasse leggero e mite quella mattina. Sì, il vento soffiava lieve. Copyright Eredi Bosman 1994. Glossario Afrikaner: abitante del Sudafrica di origine olandese; boero. Burgher: storicamente, cittadino con obbligo di leva della Colonia del Capo o di una repubblica boera, per esempio dello Stato Libero dell'Orange o del Transvaal (non al servizio della Compagnia olandese delle Indie orientali: da·cuifree burgher, libero cittadino). Dopper: membro della Gereformeerde Kerk sudafricana, una Chiesa calvinista. Dorstland: l'area desertica che si estende dal Transvaal ali' Angola, attraversata con gravissime perdite nel 1874 dai Dorstland Trekkers, cui viene fatto riferimento nel racconto. Koppje: collinetta (letteralmente, piccola testa). Nagmaal: Santa Comunione Oom: zio. Rooinek: nome dato dai boeri agli inglesi, originariamente con senso spregiativo, per la facilità con cui le truppe britanniche si procuravano gravi scottature (dall'afrikaàns rooi, rosso e nek, collo). Stoep: piattaforma rialzata attorno o davanti a una casa, veranda. Uitlander: immigrato nel Transvaal di origine non boera. Veld: prateria con pochi, radi cespugli e piccole piante. Veldkomet: magistrato di un distretto della Colonia del Capo. Veldskoens: scarpe artigianali di pelle non conciata. SUD AFRICA/ POESIA 25 LATRAGEDIAEILBLUES POESIEDALSUDAFRICA a curadi ArmandoPajalich DennisBrutus C'era una bambina C'era una bambina di otto anni, corre voce, una testa irta di treccine il pugno innocente alzato a imitazione Poco dopo, c'era un grumo di rosso, dei brandelli di carne e stracci inquieti sgargianti una bambina, che fu, in cotone stampato, corre voce. SiphoSepamla Sei tu dentro di me: è questo .il blues Quando il mio cuore pulsa ad un ritmo fuori 'tempo col passo sfavillante di Dio e so inseguire solo pensieri che guastano la gioia di vivere con te è allora lo so che il blues mi fa urlare sì ho urlato le nuvole si sono addensate e la pioggia è arrivata e ha lavato via questi miei blues sei tu dentro di me: è questo il blues voglio dirlo più forte adesso voglio gridarli i miei pensieri adesso PSrché non lo conoscevo il blues prima di incontrare te sei tu dentro di me: è questo il blues il blues è schiocchi di lingua scossa dalla morte che vivo il blues è strilli di mio padre ogni sacrosanto venerdì sei tu dentro di me: è questo il blues non lo conoscevo il blues prima di incontrare te il blues è stridore di penna di censore quando scribacchia accuse sulla mia sensibile fedina il blues è ombra di sbirro che balla lo swing della Legge sull'Immoralità il blues è Legge sulle Aree Tribali e il suo jazz di strada il blues è Legge sull'Istruzione Bantu e relative improvvisazioni
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