Linea d'ombra - anno XII - n. 92 - aprile 1994

70 VEDERE,LEGGERE,ASCOLTARE Saint-Exupéry sia stato un "pedofilo possibile" oppure che abbia scritto una storia incantevole sul puer aeternus e sull'autentica essenza di quel che si vede? E oggi, qui, dopo cinquant'anni, ci serve di più sapere che Saint-Exupéry non era capace di crescere, di diventare adulto, oppure cercare occasioni per misurarci con una storia che forse addirittura propone di non volere crescere dal momento che questo "crescere" sembrerebbe quanto di più sguarnito di senso si possa immaginare? Probabilmente oggi, qui, ben più di sapere che Io scrittore e pilota aereo e "pedofilo possibile" Saint-Exupéry abbia forse dovuto nascondersi in una società bigotta, ci serve, a capire anche il nostro presente, il fatto, per esempio, che abbia detto qualcosa che ha a che vedere con l'essenza intimamente ridicola delle brame di potere. Soltanto un'esemplificazione, dal tredicesimo capitolo de Il piccolo principe: "'E a che ti serve possedere le stelle?'. 'Mi serve ad essere 1icco'. 'E a che ti serve essere ricco?'. 'A comperare delle altre stelle"'. E davvero, a proposito di Roald Dahl, può risultare di qualche interesse quel che può dirne la molto probabilmente rancorosa prima moglie? A me sembrerebbe più importante e interessante ragionare su quanto si divertano i bambini a leggere i libri di Dahl,così come mi sembra più importante e interessante sottolineare che nella sua opera ci sono inequivocabili denunce dei soprusi e delle violenze e dell'assenza di rispetto cui è sottoposta l'infanzia: dalla famiglia, dalle istituzioni, dal sentire dominante, dal potere. Può darsi che Roald Dahl fosse antisemita, e se questo fosse vero io ne concluderei soltanto che Dahl è stato un individuo spregevole. Però, se da una Illustrazionedi Emanueleluzzoti. parte è necessario dire che le biografie basate sulle infmmazioni delle "prime mogli" non possono essere troppo attendibili, è altrettanto necessario evidenziare che dai libri di DahJ si ricava esattamente il contrario: sì, perché - per esempio in un libro come Le streghe (Salani) - oggetto di persecuzione sono i bambini in quanto tali perché irrimediabilmente diversi, e il progetto delle streghe è di nient'altro che sterminio, con l'obiettivo di dominare il mondo. In ogni caso non si dovrebbe mai dimenticare almeno uno dei Frammenti di un Vangelo apocrifo di Borges: "Non giudicare l'albero dai suoi frutti né l'uomo dalle sue opere; essi possono essere peggiori o migliori di quelli". Eppure ci sarebbero state- al di là di quello che a me parrebbe addirittura il dovere civico di rendere conto di quel che riguarda bambini e ragazzi, e quindi anche di quel che succede sul versante della cosiddetta letteratura per l'infanzia - ci sarebbero state, anche negli ultimi tempi, numerose occasioni. Qualche tempo fa, per esempio, presso le Edizioni Diabasis di Reggio Emilia, è uscito un volumetto di saggi di Paolo Lagazzi (Comparoni e ["'altro". Sulle tracce di Silvio D'Arw) recante in appendice un importante inedito di D' Arzo, Una storia così: un lungo racconto, purtroppo incompiuto, destinato ai ragazzi ma a mio parere molto bello e godibile da tutti. Naturalmente nessuno ne ha parlato, con la sola eccezione di un pezzo sul "Corriere della sera" di Enzo Siciliano, il quale però ha presentato il racconto darziano in modo tale da fare pensare che esso possa essere niente più che un Giochino di Letteratura. Questo grande silenzio ha costituito l'ennesima occasione perduta per far conoscere D' Arzo, ma ha costituito anche un'occasione mancata per "darsi una mossa" e accorgersi che un grande scrittore, quando lo sia davvero, 1iesce a dimostrarsi tale a prescindere dai lettori cui intende rivolgersi. C'è,infatti, inD' Arzoscrittore "per ragazzi", un'accortezza che si cercherebbe invano in innumerevoli altri che a scrivere per i ragazzi non si sono mai "abbassati". Silvio D' Arzo era mosso sicuramente dalla propria estrema solitudine, dalla propria dolorosa stolia privata, da un bisogno finanche terapeutico di raccontare: ma - ed è quel che più conta per noi, lettori - era lontanissimo dal convincimento crociano dell'impossibilità di proporre ai ragazzi !'"arte vera". E nonèce1to un caso che, in una lettera del marzo 1944 all'editore Vallecchi (pubblicata in S.D' Arzo - E.Vallecchi, Carteggio 1941-1951, "Contributi", n. 15-16, 1984), a proposito di un racconto per ragazzi che andava sciivendo dicesse di avervi "lavorato attorno come se fosse un libro per uomini: e anche più". Una storia così è un testo fortemente rappre- · sentativo di una poetica rintracciabile in tutto D' Arzo, una poetica in cui il fiabesco e il magico impregnano i sentieri dei versanti del dire, e il mistero che permea i versanti del vivere perdura ben oltre i disvelamenti. E non solo: è un testo illuminante circa il cont1ibuto che D' Arzo avrebbe potuto dare anche ali' immagina-. tio giovanile: contributo in tern1ini di pregnanza espressiva e di aperture tematiche, nonché per lasuaesemplareconsiderazionedell' infanzia. Il panorama attuale dell'editoria italiana per ragazzi.è piuttosto ricco. Negli ultimi anni sono nate (o rinate) collane vivaci e intelligenti: da "Gl'istrici" della Salani a "Junior" e "Contemporanea" dellaMondadoli, da "Autori italiani per ragazzi" delle Nuove Edizioni Romane ai libri finalmente tascabili della Einaudi Ragazzi,dai "Tascabili dei bambini" della Vallardi ai "Tascabili Corticelli" di Mursia, da "Il battello a vapore" della Piemrne all'imminente "Giunti Ragazzi Universale". Tutte collane che, perlopiù a prezzi molto contenuti, offrono proposte mediamente di buon livello, e ogni tanto ottime. Tra le uscite abbastanza rec~nti si potrebbero ricordare, per esempio, Venerdì o la vita selvaggia di Miche! Tournier,editoda Vallardi,L'isolain Viadegli Uccelli di Uri Orlev (Salani), Tzanne il Vampistrello e il Bacio di Verità di Ted Hughes (Mondadori),Al principio erano gli dei di Leon Garfield e Edward BIishen (Nuove Edizioni Romane), La casa vuota e L'albergo del ritorno di Claude Gutman (E. Elle), le ristampe in edizione economica (Vallardi) dei libri di Pinin Carpi o il suo gradevole Il libro delle storie corte (Nuove Edizioni Romane) e i grandi libri illustrati dallo stesso Carpi e pubblicati da Giunti. Inoltre va sottolineato che nei "Classici" della Universale Economica Feltrinelli compaiono ottime edizioni di libri della

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==