Linea d'ombra - anno XII - n. 92 - aprile 1994

ho potuto pensare nient'altro. Sono svenuta. METZLAFFC:ome poco fa. Quando lui l'ha di nuovo fissata in quel modo. ANNI:Sì, ma ho pensato anche una cosa. METZLAFF: in modo concitato Jntuisco cosa vuol dire: che tra il suo sguardo di allora e quello che è successo a Heini c'è un certo nesso. ANNI:Vede dunque, eh! METZLAFFT:oh, se n'è andato! ANNI:Scomparso, senza nemmeno alzarsi! La prego: lei forse può spiegarmelo? METZLAFF:orse è merito del grog. ANNI:Allora, presto, un altro. METZLAFFS:ignorina, due grog. ANNI:Due doppi! CusTODE: ansimante No, questo era chiaro: il giro l'avevo perso. Non sarei dovuto andar fuori, nella vita. Tutte le volte che ci si azzarda - voglio dire, quando si lascia il tenitorio del cimitero, se ne esce battuti. Sono subdoli là fuori, malvagi. Ti rigirano le parole in bocca; i moti dell'animo più onesti sono calpestati. Ti contrappongono arbitrio e caos. Mentre invece tu non pensi che all'ordine e al decoro. Mentre altro non vuoi che la pura umanità. Io proprio non capisco. Ma è quello che accade quando l'uomo e la vita si coalizzano. Non appena sono divisi c'è pace. Lo vedo qui, sul territorio. Sarei dovuto intervenire prima; impedire subito che la giardiniera incontrasse questo ... questo pasticciere. Era troppo tardi; non m'è più riuscito di separarli; contro un'alleanza fondata su una tomba uno come noi non ce la fa a spuntarla. Sconfitto con le mie stesse anni! Questa è stata la cosa peggiore ... Cioè, come fare a rassegnarsi? Se l'uomo e la vita - ossia questa qui, Anni, e quel Metzlaff - si rendessero conto entrambi dell'irreparabile che emana da una tomba, solo quando gli sta sopra la lapide? In fondo non c'è mai stato niente di così irreparabile; d'altronde niente è mai stato chiarito a nessuno in modo più inequivocabile: basta; è finita; ora sei solo. Colpi di martello sulla pietra METZLAFF:Chefortuna, Anni, che sia venuta anche lei dallo scalpellino. Da solo non mi ci sarei raccapezzato. Con tutte queste lapidi ancora intatte! Non trova che sembrano un po' tanto impazienti? ANNI: Pensare che i nomi che ci staranno sopra adesso appartengono ancora a degli uomini che non sanno nulla delle loro lapidi. METZLAFF:Un po' inquietante, come idea. Allora, da circa duemila anni esisterebbe la lapide di Emi I Schulze; e Emi I Schulze forse non nascerà che tra cento anni. ANNI:Non è finita. Quando la vita di Emil Schulze sarà già passata da mille anni, ci sarà ancora la lapide di Emi I Schulze. METZLAFFE:cco un'altra cosa confortante. ANNI:Ecco là lo scalpellino. METZLAFF: ad alta voce Non ha niente in contrario che ci cerchiamo qualcosa? Il martellare smette ANNI:Annuisce. Martellare METZLAFFP:otrebbe anche aver scrollato la testa. A, NI:Ha annuito. METZLAFFV:a beh. Dei passi Anni, guardi qua, che gliene pare? ANNI:Questo non glielo deve fare; è troppo pesante. METZLAFFM: a era una donna robusta. ANNI:Ha certo faticato abbastanza da viva. METZLAFFA: nche questo è vero. ANNI:Ecco, io prenderei questa. METZLAFFN:on è un po' troppo modesta? RADIOTEATRO/SCHNURRE59 ANNI:Deve immaginarla incorniciata dalla clematide. METZLAFFM: a sì, ha ragione: il grigio del granito, i fiori azzurri; sembra stupendo. La prendiamo senz'altro. Ma adesso tocca a me. ANNI:Che cosa.? METZLAFFU:n momentino. Dei passi Credo di avere già trovato. Ah, sì. Beh? Non è straordinaria, la piccola? ANNI: È carina, sì. Ma a che serve? METZLAFFIn: dovini un po', Anni. ANNI:Che cosa: quella meravigliosa pietra, è ... è ... METZLAFF..:. è per Heini, proprio così. La metteremo in fondo, dove giace lui. ANNI:Non lo dimenticherò finché campo. Gracchiare di cornacchie CusTODE:Maledette canaglie. Grida Zitte, lassù! Il gracchiare smelle Con questo rumore non si sentono più nemmeno le proprie parole. Benché mi chiedo davvero che cosa in realtà ci sia ancora da raccontare. Non c'è stato proprio niente da fare, con questi due. Chissà, può anche succedere ... Sciocchezze; è ancora tutto da dimostrare. Tranne forse l'incorreggibilità di questa vita. E per quanto riguarda gli uomini: una irresponsabile protervia. Ma siamo onesti: non basta forse che noialtri abbiamo un po' di pazienza e un giorno su tutta l'umana protervia prevarrà di nuovo l'antico e comprovato principio dell'ordine, che per il momento è un compito amministrare qui nel territorio del cimitero? Chi la vincerà allora: l'insubordinazione o il buonsenso; il frastuono o il silenzio; il mondo o la tomba? Sospendo il giudizio. Gracchiare di cornacchie in dissolvenza Copyright Eredi Schnurre 1967. Il romanzo dell'addio alla giovinezza

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