Linea d'ombra - anno XII - n. 92 - aprile 1994

58 RADIOTEATRO/SCHNURRE ANNI: Non è male. METZLAFF:Ma la sua, che qualità! Aveva addirittura avuto il premio della corporazione. ANNI: Anche Richard ha concorso per un premio una volta. METZLAFF:Richard? Chi è Richard? A N1: Il padre di Heini. METZLAFF:Ah .. AN 1:Cioè, lui era giardiniere al cimitero. Il violino ricomincia a suonare Ma avendo sempre suonato bene il piffero, a un certo punto ha pensato di poter diventare pifferaio della banda. METZLAFF:E allora? ANNI: Non se ne fece nulla. Ce n'avevano di migliori. METZLAFF:Infortuni, che anch'io ho avuto. AN 1:Però lei non ha lasciato sua moglie per questo. METZLAFF:No. Al contrario: quando andava male qualcosa, eravamo anche più uniti. AN 1: Richard era diverso. Gli era andata male la storia del premio come pifferaio della banda, e allora bisognava finirla anche tra noi. Tutto o niente, ecco il suo motto. Infatti: gli ho dato retta, invece di lavorare, e quando si è messo a suonare il piffero, me ne sono andata anch'io. METZLAFF:Per questo Heini è venuto al mondo due mesi prima: per il dolore che tutto quanto le ha provocato? A 1:Temo di sì. METZLAFF:E non ha altri parenti? ANNI: Uno ce l'avevo. METZLAFF:E... se io e lei adesso fossimo imparentati? Voglio dire: Meta e Heini lo sono. ANNI: È bello, il violino, no? METZLAFF:Sì, ma lei non mi sta a sentire. A 1:Io sento tutti e due: il violino e lei. METZLAFF: li violino dovrebbe lasciarlo stare. Quello che suona è artificiale e l'arte non è vera. Ecco: la verità siamo noi. Lei. lo. Questo tavolino. Questo grog. ANNI: Questa tomba. METZLAFF:Certo, anche quel la. Vivacemente Ma non tutto di noi è lì sepolto! Noi siamo ancora qui, no? Anni, che c'è? Che faccia! A NI: Eccolo, eccolo che viene! CusTODE:Toh, che combinazione! Permettono? Si siede con un gemito Caffè, ragazza. Il violino smette Nero, come al solito. Applausi discreti CAMERIERA:Col cognac, signor custode? CUSTODE:Mio Dio, sì, perché no. Un goccetto riscalda il cuore. Rabbrividisce Fa un freddo cane, vero? E figuratevi un po': là da me, il camino è guasto. Temperatura da obitorio. A proposito: è soddisfatto? METZLAFF:Soddisfatto? Di che? CusTODE:Beh, della posizione. METZLAFF:Trovo che stia bene. CusTODE:In disparte, eppure centrale; proprio com'era nei suoi desideri. CAMERJERA: Il suo caffè, signor custode. E il cognac. CusTODE:Alla tua salute, bella figliola. CAMERIERA:Lei è sempre stato e sarà un burlone. CUSTODE: beve Che ristoro, che bicchierino. Stimola il simpatico. METZLAFF:Le sono molto grato per tutto quanto ha fatto. CusTODE:Ma la prego. È ovvio che si cerchi di soddisfare la clientela. sorseggia Tra l'altro: ha visto? METZLAFF:Che cosa? CusTODE:C'era ancora qualcosa libero vicino alla tomba. METZLAFF:Cosa intende dire? CusTODE:Solo un consiglio. Un posticino come quello va via in fretta. E sa,un estraneo vicino alla propria moglie- immagino che lei non troverà la cosa proprio piacevole. A NI: C'è un proverbio: si resta dove si cade. CusTODE:Questo potrebbe andar beneper un albero; ma l'uomo? ANNI:L'uomo serba i suoi morti nel cuore e si aggrappa alla vita. METZLAFF:E questa lo tiene stretto. CusTODE:Sinché esala l'ultimo respiro. METZLAFF:Ma l'uomo inspira anche. Espirare- Inspirare: mai sentito? CUSTODE:Sì, sì. Solo che al cimitero, sotto questo aspetto, c'è relativa calma. ANNI: Logico: se non si esce mai. CUSTODE:A che scopo? Una volta o l'altra c'entrano tutti. METZLAFF:Che Dio le mantenga le sua certezza. CusTODE:Lofa di sicuro. Ora, per quel che riguarda i prezzi, non si sa mai. In specie per le tombe. Salgono enormemente. Sorseggia Davvero, io le consiglierei proprio di cogliere l'occasione. Guardi, può capitare che sia sfortunato e che i suoi parenti tra un anno debbano già pagare il doppio. Sarebbe spiacevole, no? ANNI: Dove starà lei esattamente? Sempre là nei paraggi? CusTODE:Non capisco. ANNI: Voglio dire: lei se l'è già trovato un posticino per sé? CusTODE:Io? Perché, signorina? Malerba non muore. METZLAFF:Effettivamente; quando si guardano alcune tombe, si sarebbe propensi a crederlo. ANNI: Ma non se si guarda il custode. CUSTODE:Che cosa vuol dire con questo? ANNI: Da lei emana qualcosa. Qualcosa di tombale, di freddo. CUSTODE:Beh, gliel'ho detto: da me non posso scaldare, il camino è guasto. Probabilmente uno si porta dietro il freddo che ha intorno. ANNI: Non credo che è solo questo. CUSTODE:Ah. AN 1:C'entra il mio mestiere. li mio vecchio mestiere. CusTODE:Capisco. A N1:Sì, per esempio, se in una pianta c'è il verme io lo vedo subito. CusTODE: inquieto Una qualità interessante. ANNI: Soprattutto quando non ha prospettive. Ma i suoi occhi sono proprio di ghiaccio. CusTODE:Ma gliel'ho detto, sto al gelo. AN 1:Ma io avrei voglia di toccar ferro. Si guardi nello specchio, è tutto pelle e ossa. CusTODE:Sono un tipo ascetico. Mangio poco, non bevo; delle donne non so che farmene. ANNI: Toh, e di essere venuto a insidiarmi, se l'è dimenticato. CusTODE:Io? lo avrei ... ANNI: ...insidiato, sì. È venuto apposta, di là, nella serra. CusTODE:Certamente sono venuto a ordinare qualcosa. ANNI:Pro forma, sì, certo. Le corone sono finite sul mucchio del letame. C STODE:Non me ne ricordo. Il violino, molto delicato. ANNI: Io invece molto bene. È stato in giugno. Circa sei mesi fa. Avevo appena saputo di esserein stato interessante. Ero felice come non lo ero mai stata nella mia vita. Il violino s'interrompe Sino al momento in cui lei mi ha fissata negli occhi. CusTODE:Ma sì: adesso ricordo. AN 11:Avevo in mano un mazzo di gladioli. CUSTODE:E io le ho sorriso. ANNI: Sorriso? Aveva lo sguardo tagliente come la lama di un coltello. Ho sentito una fitta al cuore, che ho pensato è finita. Non

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==