Linea d'ombra - anno XII - n. 92 - aprile 1994

56 RADIOTEATRO/SCHNURRE Cigolio del coperchio della bara. Silenzio ANNI: bisbiglia Com'era bella sua moglie! METZLAFF: con tono sommesso. Sì, eh? Lo si vede veramente soltanto adesso. AN 1: a fatica E... una persona così straordinaria, che... che deve ... BECCHINO:Niente da fare, signorina. Chi vive in eterno? Soltanto la morte. Gracchiare di cornacchie METZLAFF: Maledette cornacchie. BECCHIo: Com'è: volete vedere il piccolo ancora una volta? A 1:Non oso rivederlo. METZLAFF: Ma ì, ce lo faccia vedere. BECCHINO: Un momento. METZLAFF:Puòdiventareimmo1talesoltantoseceloimp1imjamo bene nella mente. AN 1:Sì, è vero. BECCHINO: ansimante Maledizione. C'ha fatto un bel nodo, signorina. Posso strappare il cordino? ANNI: esitante Ma sì, certo. Ma stia attento! BECCHINO: Niente paura. Lo spago viene strappato. BECCHIo: Ecco; ora levo il coperchio. Silenzio. Dio mio! Che creaturina innocente! METZLAFF: Sembra che donna. ANNI:Non sa ancora niente del mondo. Se non avessi guardato bene, non saprei nemmeno di che colore ha gli occhi. BECCHINO: Di che colore? ANNI:Azzurri. METZLAFF: a fatica E pare un angioletto, che... che deve... BECCHIo: Chissà che cosa si è risparmiato in questo mondo. Gracchiare di cornacchie. Forse un incidente aereo. METZLAFF:Eccole un'altra volta. BECCHINO:ppure pensate a tutte le macchine che ci sono oggi. Il gracchiare smette CusTODE:Proprio così. Quante non ne sono già capitate con le macchine. Sì, il traffico! Oppure questi infarti a quarant'anni. Oppure le mjlle possibilità di prendersi una polmonite che ti manda all'altro mondo. E poi il grasso che ti fa venire un colpo apoplettico, l'ossido di carbonio, i passaggi a livello incustoditi. E lasciamo pure tutto questo da parte: anche il numero dei suicidi è in aumento. Il gracchiare si smorza Lentamente Queste sono le ultime verità; e non ciò che esse estinguono: una qualche vita. Vita: che cosa mi tocca sentire! Cos'è questa vita? Per esempio questo pasticciere bianco come la farina, che sulla tomba della moglie getta una zolla di terra sulla bara. Colpo sordo METZLAFF: Stammi bene, Meta! CusTODE:E uno così dovrebbe incarnare l'ultima verità? Un uomo sfinùo? Cosa farà adesso che è stato privato del legittimo sostegno domestico? Non potrà che andare a tentoni. Si appoggia alla giardiniera licenziata in tronco. È forse questa qui a detenere l'ultima verità? Allora l'ultima verità sarebbe l'essere umano? Meglio ancora: l'essere umano che seppellisce la speranza. Colpo sordo A 1:Arrivederci, Heinj, ragazzino mjo_ CusTODE:Già, anivederci. Adesso è là dentro. ella tomba, voglio d°ire;nella tomba giace l'ultima ve1ità. Nella tomba, e da nessun'altra parte. Bene, per il momento non sono 1iuscito a incastrarli, come ho già detto. C'era qualcosa che li rendeva refrattari a me. Ecco un vero paradosso: se in generale la morte divide, qui una doppia morte aveva creato un legame. Tipico: oggi le cose vanno così; non si può più fare affidamento su niente. Ah, potessi fare come se non me ne importasse niente. Bisogna pur dare un esempio della propria umanità. Schnittke, pensavo tra me, Schnittke, pensavo, chiudi un occhio, vecchjo mio; sii umano coi morti. Tutti e due erano morti senza possibilità di dubbio, la donna e ilbambino. Insomma. Andava bene così. Quanto a quegli altri due, avevo in mente di fare per benino i conti con loro; in fondo, uno ha un suo codice morale...Dunque aspettavo dietro il mio cespuglio di ginepro che i due prendessero commiato dal becchino e - logico: lei lo ha preso a braccetto- se ne andassero lungo il viale ghiaioso verso l'uscita principale. Passi A NI: Strano: dovrei e sere triste, e nonostante tutto sono contenta. METZLAFF: Perché è al riparo, Anni. AN 1:Sì, sarà così. METZLAFF:E perché sta in un luogo dove lei può andare a trovarlo. ANNI:Anche lei verrà spesso? METZLAFF: Certamente. ANNI:Bisognerebbe metterci una panchina. METZLAFF: Mi darò da fare per trovarne una. ANNI:Verde, se possibile. METZLAFF: Verde non è male. A 1:Si potrebbe metterla proprio vicino alla tomba. METZLAFF: Lo penso anch'io. A NI:Cosa ci piantiamo sopra? METZLAFF: Scelga quello che vuole. ANNI:Ho pensato a una clematide. Sa, quei tralci a fiori azzurri, che si arrampicano. METZLAFF: Deve essere carino, insieme al verde. A 1:Solo che il terreno mi preoccupa. Ha visto: c'è mischiato del vero pietrisco. METZLAFF: Non c'ho badato. ANNI:Si potrebbe metterci del concime. Così ce la dovrebbe fare. METZLAFF: Buon'idea. AN 1:Peccato che il terreno è ancora gelato. METZLAFF: Già, peccato. ANNI:Altrimenti si potrebbe già cominciare. METZLAFF:Via, marzo non è lontano. ANNI:Ah, sì! E ancora qualcosa per conservare la forma del tumulo. In modo che non si sgretoli. METZLAFF: Perché non l'edera ... ANNI:L'edera ha sempre un'aria così definitiva... METZLAFF: Anche questo è vero. A 1:Quando lavoravo come giardiniera al cimitero sapevo sempre cosa andava bene su una tomba. Ma adesso, che è la mia... Gracchiare di cornacchie METZLAFF: Eccole un'altra volta. ANNI:Spaventose, queste cornacchie. METZLAFF: Soprattutto qui. AN 1:A chi fanno pensare? METZLAFF: Già a chi. A quel... custode del cimitero. AN 1:La smetta di parlare di lui. Con tono sommesso Non sta mica venendo dietro di noi? METZLAFF: Dove? A 1:Non oso guardarmi intorno. METZLAFF: No, nessuno in vista. AN 1:Ma io lo sento! METZLAFF: incerto Anni, lei si sbaglia; sono sicuro. ANNI:Zitto! Stia fem10. Passi che si allontanano. Un altro paio di passi Ecco! Ma non lo sente? La ghiaia scricchiola! Silenzio. I passi adesso sono vicini

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