Linea d'ombra - anno XII - n. 92 - aprile 1994

esseri umani, e la ricerca di se stessi e delle persone vicine, tutto dentro il contesto della Cuba di questi anni. Ci sono il mare, i fantasmi e le ossessioni dell'Avana, e una parte importante delle vite di questi personaggi che continuano a pensare al futuro ma sanno che una parte importante l'hanno già vissuta. Un po' la storia di quelli che sapevano che al Coppelia c'era solo gelato al cioccolato eppure chiedevano una coppa al la fragola. Diciamo che per me sarà un'opera importante. Ibrahim Samuel TRAUN'ONDA EL'ALTRA Incontrocon IsabellaCamerad'Afflitto La passione per il racconto breve ha fatto dello scrittore Ibrahim Samuel uno dei più interessanti narratori arabi di oggi. Nato a Damasco nel 1951, si è lanciato in questo genere letterario da giovanissimo, quando, a 17 anni, partecipò a un concorso letterario che vinse con un racconto poi pubblicato sul giornale siriano "Ath-thawra". "Il racconto breve" ha detto lo scrittore in una recente intervista "per me è come un'amante, è un'arte che si manifesta in un bagliore, in uno sguardo. Da un istante solo e fugace scaturisce un'idea che poi si sviluppa in una storia breve e concisa. Io ho sempre sentito che il racconto è un'arte superiore alle altre, che richiede una capacità speciale perché se non è di alto livello si nota subito. Lo scrittore di questo genere letterario deve avere notevoli doti artistiche. E poi sono i lettori che devono giudicare e si rendono subito conto se si trovano davanti a un grande scrittore o no." Se hai cominciato a scrivere così presto, come mai le tue raccolte sono apparse solo di recente? Ho sempre avuto uno sviscerato amore per la scrittura così come altri lo hanno per la danza, sentivo una fotte energia dentro di me che mi spingeva a scrivere. Però, dopo una p1ima fase giovanile, mi sono reso conto che dovevo fermarmi, che non dovevo più continuare a scrivere, e se lo facevo non volevo pubblicare perché volevo affinare quest'arte, che per me è un dono. Dal 1968 ho aspettato venti anni prima di pubblicare la mia prima raccolta di racconti, ma durante questi anni ho sempre continuato a leggere i più grandi scrittori mondiali di racconti brevi. Nel mondo arabo sono stato influenzato dai grandi narratori egiziani come Mahmud Taymur, Nagib Mahfuz, Yusufidris, Gamal Ghitani, Yusuf Qa' id e dai siriani Hasib Kayali e Shawqi Baghdadi. Di fronte a questi autori provavo sempre una grande ammirazione per come riuscissero così concisamente a descrivere con tanta profondità i sogni e la vita della gente. Nei tuoi racconti si avverte spesso un clima di tensione, riesci a comunicare unaforte ansia al lettore, come per esempio nel racconINCONTRI/SAMUEL 49 to Il profumo del passo pesante che dà il nome alla raccolta. Ma c'è sempre questa componente politica nei tuoi scritti? In un clima di repressione generale è naturale che terni come la persecuzione o la prigione diventino spunti per narrare storie umane, ma nei miei sc1itti c'è posto anche per storie che esprimono iImondo interiore di molte altre situazioni. Uno dei miei racconti più riusciti, La pietraia azzurra (che in Italia sarà pubblicato in un'antologia edita da Bompiani) descrive le sensazioni di un ragazzo che non sa nuotare e che per spavalderia si tuffa in mare. E tra un'annaspata e un'altra, un 'ondata e un'altra, ho voluto descrivere tutto il suo amore e il suo atavico timore per un mare che Io accoglie dolcemente. Comunque è vero, i miei scritti trattano per lo più dell'ingiustizia, della prigione, dell'arresto, solo che io cerco di parlarne in modo diverso da come questo stesso argomento viene trattato da altri scrittori. Io cerco di non farmi trasp011are da un tono drammatico, cupo. Per me la cosa principale è l'aspetto umano della vicenda, le relazioni tra persone, cioè il mondo interiore di quelli che vivono certe espe1ienze. La differenza tra me e 'Abd al-Rahman Munif, l'autore di Ali' est del Mediterraneo (Jouvence 1993), per esempio, è che lui nei suoi romanzi tratta l'argomento delle prigioni in un modo diretto, mentre a me non piace insistere tanto sull'aspetto materiale delle torture, del sangue, dell'esperienza fisica della prigione. Io insisto sullo stato d'animo delle persone. A me quello che interessa non è scrivere sulla prigione, ma sul prigioniero, sulle relazioni con i suoi cari, con la moglie ... Il suo mondo affettivo viene improvvisamente spezzato ed è questo aspetto della sua vita che mi colpisce, come la nostalgia per il figlio, il desiderio di bere una tazza di tè con la sua donna, di mettere la testa su un cuscino e farsi un pisolino dopo pranzo, di controllare i compiti dei bambini, di respirare il profumo di casa, oppure il profumo dell'albero di gelso che sta nel cortile di casa, proprio come questo gelso bianco, che mentre ti parlo ci inonda con il suo profumo di freschezza anche in una torrida giornata estiva come oggi. Per me anche queste sono le torture che un carcerato deve sopportare, e non soltanto la to1tura fisica. Pensate a una donna con un marito assente e perseguitato ... Vi immaginate quello che prova? Io nei miei racconti ho cercato di descriverlo. Ma c'è un che di personale in questi racconti? Per quello che ho appena detto si dovrebbe chiederlo a mia moglie ... Certo tutte queste sensazioni di cui vi sto parlando io e mia moglie le abbiamo vissute. Sono stato in prigione dal '77 all'80, e poi di nuovo nel 1986. In carcere, in cella d'isolamento, ho pensato di scrivere sulla mia esperienza di prigioniero, e l'ho fatto appena sono uscito. Poi nel 1988 ho pubblicato la p1ima raccolta dal titolo Il profumo del passo pesante. Nel 1990 è uscita una seconda raccolta, Colpetti di tosse, ora ne sto ultimando una terza. Ti senti libero di trattare nei tuoi racconti qualunque argomento? E la censura? I miei libri non sono mai stati proibiti malgrado io non parli del passato, ma del presente. La nùa prigione non è fuori dal tempo. La realtà è perfettamente riconoscibile, ci sono date, nomi di città, ma in ogni caso non si deve perdere di vista il fatto che sono uno scrittore e non un politologo e neanche un giornalista che scrive senza mediazioni su unace11arealtà. Racconto i fatti attraverso i sentimenti, anche se a volte l'arte può essere veicolo di verità che in altro modo non si possono di.re.Penso, infatti, che la letteratura possa essere un valido strumento, più esplicito di un articolo politico. Ce110 lo scrittore è testimone dell'epoca in cui vive, ma io non mi pongo come obiettivo la denuncia politica, anche se poi finisco per parlare dei dolori e dei sogni della gente che mi vive intorno. Il p1igioniero

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==