48 INCONTRI/PAZ contenuto sociale a tutti i costi, avere una funzione specifica nel miglioramento dell'essere umano, nel farne un cittadino migliore, un rivoluzionario. La letteratura è a volte qualcosa di magico, di poetico, può non avere niente a che fare con la realtà, può essere godimento creativo, così come può essere" politica" ed esprimere il punto di vista non delle maggioranze, ma personali o critiche. Il personaggio di Diego, l'omosessuale, nasce nella mia immaginazione, è lì che comincia a piacermi, che comincio ad affezionarmi a lui: a prescindere dalla sua omosessualità per me rappresenta un atto di libertà, un atto di libertà interiore che era importante esercitare ed affermare qui, nel mio paese e dentro le sue dinamiche. Camminando per l'Avana si sente la dimensione di una grande, bella città, di un luogo che doveva essere estremamente vivo e che di fatto lo è ancora, ma con situazioni abnormi, edifici cadenti, scarse condizioni igieniche. Non tifa impressione? Ultimamente sto rileggendo la letteratura cubana, sto trovando in essa una ricchezza che in un primo momento non avevo colto, in autori come Reynaldo Arenas, Onelio Cardoso, Lezarna Lima, il Luis Cabrera Infante di Tres tristes tigres. Credo che nella letteratura cubana ci sia una ossessione per l'Avana. Cabrera Infante per esempio ha una splendida conoscenza dell'Avana e del carattere degli avaneri, L'Avana per un infante defunto è un'opera capitale in tal senso. Lezarna Lima ci ha vissuto, tutti lo conoscevano, lo vedevano per strada. Per me che vengo dalla campagna, la relazione con la città non è stata facile, credo che la città mi senta ancora estraneo, mi succede che la porta dell'hotel non si apra, il telefono non funzioni. L'amore per l'Avana è nato attraverso la letteratura. Leggo Tres tristes tigres e mi rendo conto che quella Avana con i suoi angoli, le sue abitudini, non esiste più. Credo di amare per molti versi proprio quella città che non esiste più, anche se soprattutto in ottobre, novembre, dicembre mi piace la luce della città, le sue strade, il suo mare soprattutto. L'ho amata attraverso i suoi scrittori e pittori più che attraverso la mia esperienza. A volte mi capita di ricordare cose e poi di accorgermi che queste cose non le ho vissute ma le ho lette, magari in Paradiso di Lezarna, o in Cabrera Infante. Io non ho mai conosciuto Lezarna, eppure posso ricordare la sua voce, per aver incontrato tanta gente che lo ha conosciuto, che imita la sua voce o il suo passo, che lo descrive. Così mi ricordo di Lezarna seduto nella sua casa dove non sono mai stato. In ogni avanero è molto forte la nostalgia per l'Avana di un tempo e il paragone con quella di oggi. Chissà, forse perquell' incanto che hanno le cose sognate, immaginate. Certo, già quattro anni fa la città era molto più piacevole di oggi, ma anche allora mancavano tante cose, mancavano caffè, luoghi di ritrovo, per incontrarsi con gli amici, per gli avaneri insomma. E poi ci sono zone irripetibili, zone degli anni Trenta e Quaranta che rischiano di cadere a pezzi. Ma ci sono anche nuovi luoghi che cominciano a diventare significativi per noi che la viviamo oggi, che continuiamo a vederla come una città viva, che ha bisogno di essere raccontata durante questo travaglio. La gelateria "Coppelia", dove si incontrano Davide Diego è un luogo emblematico in questo senso. Un luogo frequentato da gente comune, militari, studenti, giornalisti. Un pezzo di Cuba da raccontare. Anche il tuo prossimo romanzo è un tentativo in questo senso? Certo, qui i personaggi sono adolescenti che hanno un progetto su cosa sarà la loro vita e la vivono per quindici, venti anni fino a che arrivano a riflettere retrospettivamente su quel progetto. C'è il terna della amicizia e della relazione fra due persone, fra due Fotodi PaoloTitolo(da Cubo va!, EdizionidellaBattaglia1993)
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