Linea d'ombra - anno XII - n. 92 - aprile 1994

dimensione. Anche per gli artisti vale quanto detto a proposito degli intellettuali: sono anch'essi riflessi del loro tempo. Ma chi lavora artisticamente estremizza, dentro si sé, le caratteristiche del tempo. A proposito della storia tedesca, per esempio, mi sono spesso chiesto, "Chi è un nazista?". Non riesco a rispondere a questa domanda se non interrogo innanzitutto me stesso, se non individuo dentro di me, dentro la mia cultura, i segni di questo pericolo. Finché dico che i nazisti sono gli altri, non riesco a capire chi effettivamente siano. In questi ultimi anni, con la nascita del neonazismo, ho cominciato a chiedermi: "lo sono ancora oggi un riflesso del mio tempo? Posso capire davvero che cosa vogliono?" È difficile dare una risposta, perché ci si imbatte sempre in una barriera morale. Un'ultima domanda sul cinema europeo. Lei fa un cinema europeo partendo dall'identità nazionale. Altri fanno film cosmopoliti. .. Tutti sappiamo che il cinema americano è molto potente, non solo dal punto di vista commerciale. Pensiamo ad un film come America oggi. È certamente un'opera d'arte. Non è un film europeo e non avrebbe potuto essere realizzato inEuropa. Gli americani sono quindi in grado di fare arte su quello che li riguarda direttamente. Credo quindi che non si potrà andare avanti ancora per molto con la commedia che si sta recitando in questo periodo: i francesi parlano di arte, ma in realtà cercano solo di innalzare barriere protezionistiche. In Europa abbiamo una grande possibilità: il mercato europeo. Se distribuissimo tutti i nostri film in Europa, avremmo la possibilità di sviluppare una vera industria cinematografica. L'ostacolo è proprio il sistema distributivo. In sintesi: la sostanza economica deve diventare europea, anche se la sostanza artistica è sempre regionale e personale. Senel Paz L'UOMO NUOVO, DOV'È? IncontroconMarcoNifantani Senel Paz (Cuba 1957) è l'autore giovane più significativo nel panorama della letteratura cubana di questi anni. Ha pubblicato fino ad ora una raccolta di racconti nel 1980 e nell'83 un romanzo, Un rey en el Jardin, a cui fa seguito El lobo, el bosque y el hombre nuevo pubblicato in Messico nel 1991 dove ha avuto uno straordinario successo. Lavora come sceneggiatore cinematografico e dai suoi romanzi sono stati tratti due film, di cui l'ultimo, Fragolae cioccolato, dal libro El lobo, el bosquey el hombrenuevo, è la storia di un'amicizia fra due personaggi, David, ancora legato a certi miti della Rivoluzione Cubana, e Diego, anticonformista e omosessuale, nelle strade e nei luoghi di ritrovo di una Avana radiosa e intollerante già sull'orlo del tracollo di questi recentissimi anni. Il film, per la regia di Tomas Guitierrez Alea e Juan Carlos Tablo, è stato premiato a Berlino e sarà distribuito in Italia dalla BIM. Il tuo ultimo libro El lobo, et bosque y el hombre nuevo si è già affermato come un piccolo classico di questi ultimi anni a Cuba, come un tentativo riuscito di raccontare una storia al di là ed anche a prescindere dalla ideologia. Prima di passare al libro vero e proprio, possiamo parlare un poco della tuaformazione e INCONTRI/PAZ 47 della formazione della tua generazione nel contesto culturale cubano? Credo che ali' interno della mia generazione vi siano molte storie individuali. lo per esempio vengo da una famiglia contadina, che come tale percepì la rivoluzione come un processo che faceva dei miei genitori qualcosa di diverso rispetto a ciò che erano stati, che dava loro una dignità che non avevano in precedenza. E di fatto la mia formazione risente per un lato di questo affetto per la rivoluzione, ricordo che mi chiedevo se fosse giusto dedicarmi alla scrittura quando il mio paese aveva bisogno di conoscenze tecniche, di qualcosa che fosse utile alla comunità. Questo dubbio mi ha seguito per Iungo tempo; anch'io sentivo iI processori voi uzionario come qualcosa che aveva dato e dava alla gente come me dignità di uomo e di persona, e di conseguenza mi sembrava giusto fare qualcosa per la rivoluzione, qualcosa che fosse utile per il mio paese. Nel frattempo però facevo le mie prove letterarie e a qualcuno sembravano cose interessanti. In questo modo sono arrivato a pubblicare i primi racconti, il primo romanzo, in molta parte legati ancora al rapporto con la campagna e con quello che era stato il mondo della mia formazione ed educazione, tanto che il personaggio principale era proprio David, lo stesso personaggio che ritorna anche nel Lobo. Nel frattempo la mia scelta l'avevo fatta anche a livello professionale; avevo scelto il giornalismo perché mi sembrava che fosse un compromesso fra le mie inclinazioni e un criterio di utilità sociale. Ad ogni modo non è stato un cammino facile e rettilineo quello della mia attività di scrittore. C'è stato un periodo della storia cubana in cui l'ideologia si incaricava di dire cosa e come doveva scrivere uno scrittore. Il realismo di marca sovietica è arrivato anche qui, soprattutto negli anni Settanta. Paradossalmente però ciò ha coinciso con l'autoisolamento che molti scrittori si sono imposti nel momento in cui questa attitudine è stata assunta come ideologia ufficiale. La scena letteraria di quegli anni ha dovuto rinunciare a molte delle voci più interessanti della letteratura cubana e solo a partire dalla metà degli anni Ottanta c'è stata una graduale liberazione del!' orizzonte letterario, se pensiamo che solo in questi anni si è permessa la lettura di Lezama Lima e di Virgilio Pinera, peraltro dopo la loro morte. Lo sforzo della mia generazione, quella che ha oggi tra i 35 e i 40 anni è stato quello di costruirsi dei punti di riferimento, al di là ed anche contro la ideologia. La grande conquista della mia generazione è stata proprio quella del!' autonomia della letteratura dalla politica o dal!' intenzione politica, l'aver inteso e detto che l'esercizio letterario non è né può essere un esercizio politico a prescindere dal fatto che abbia o non abbia anche un significato politico. Si è trattato insomma di riconoscere l'autonomia del fatto letterario e contemporaneamente c'è stato il recupero dei grandi autori cubani che avevano avuto un rapporto difficile con il governo. David, il personaggio del Lobo, sembra vivere in prima persona queste angustie. Quanto c'è di autobiografico? El lobo è un libro in cui si parla di cose di cui non si poteva parlare e si dicono cose che non si potevano dire, ovviamente a proposito della omosessualità, ma soprattutto è un libro contro l'intolleranza, l'intolleranza verso qualsiasi forma di diversità e in particolare verso i più deboli. Il tema dell'omosessualità è un tema topico della letteratura cubana se si pensa al capitolo di Paradiso di Lezama, che è stato uno degli obietti vi di una certa cultura retrograda e ufficiali sta. Anche il personaggio di David, protagonista del mio libro, pur con gli impacci di una educazione socialista, scopre la libertà in opposizione alla ideologia, scopre la libertà come persona. Dietro c'è la volontà di scrivere un racconto ed anche di liberarsi dell'idea che la letteratura debba avere un

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