1O SCIENZAE FUTURO quantità di materiale eroso dal terreno, trasportano anche rifiuti industriali, urbani e agricoli, oltre a deiezioni di animali da reddito - alcuni dei quali tossici. Suolo La diminuita produttività del suolo, tale da determinare un massiccio abbandono delle terre coltivate, è un diffuso sottoprodotto delle pratiche correnti di agricoltura e di allevamento. Dal 1945, l' 11 % della superficie verde del pianeta è stata degradataun' area più vasta di Cina e India messe assieme - mentre la produzione pro capite di cibo va diminuendo in molte parti del mondo. Foreste Le foreste tropicali pluviali, come le foreste dei climi tropicali e temperati secchi, sono in via di rapida distruzione. Al ritmo attuale, alcuni tipi di foreste particolarmente importanti per l'equilibrio ambientale scompariranno in pochi anni, mentre gran parte della foresta tropicale pluviale scomparirà prima della fine del prossimo secolo. Con esse svanirà un gran numero di specie vegetali e animali. Riveste carattere di particolare serietà la perdita irreversibile di specie, distruzione che entro l'anno 2100 raggiungerà un terzo di tutte le specie attualmente viventi. Con esse stiamo perdendo potenziali benefici, come per esempio rimedi farmacologici di origine vegetale, e il contributo che la diversità genetica delle forme viventi fornisce alla solidità dei sistemi biologici del mondo e alla stupefacente bellezza della terra stessa. Gran parte di questo danno è reversibile sulla scala dei secoli, oppure permanente. Altri processi appaiono comportare ulteriori minacce. L'aumento nel livello di gas atmosferici provenienti dalle attività umane, inclusa l'anidride carbonica prodotta dalla combustione di carbon fossile e dalla deforestazione, possono alterare il clima su scala globale. Modelli predittivi sul surriscaldamento globale sono ancora difficili da mettere a punto, ma le predizioni sugli effetti vanno dal tollerabile al molto elevato, e dunque i rischi potenziali restano molto gravi. Le nostre esorbitanti richieste alla rete interdipendente di esseri viventi del mondo - insieme con il danno ambientale inflitto dalla deforestazione, dall'estinzione delle specie, e dai cambiamenti climatici - può scatenare effetti negativi diffusi, inclusi impredicibili collassi di sistemi biologici critici, le cui interazioni e dinamiche noi siamo oggi in grado di comprendere solo in modo imperfetto. La mancanza di certezze sulla gravità di questi effetti non può scusare un atteggiamento compiacente o ritardi nel fronteggiare tale minaccia. Popolazione La terra è limitata, e altrettanto limitata è la sua capacità di assorbire rifiuti e scarichi distruttivi. La sua capacità di rifornire cibo ed energia è anche limitata, soprattutto per un numero crescente di abitanti. E noi stiamo rapidamente raggiungendo molti dei limiti terrestri. Le correnti pratiche economiche che producono danno ambientale - tanto nelle nazioni sviluppate che in quelle in via di sviluppo - non possono essere perseguite evitando il rischio che sistemi vitali globali vengano danneggiati senza possibilità di recupero. Le pressioni che derivano dall'illimitata crescita della popolazione umana creano esigenze per il mondo naturale che possono sopraffare qualsiasi tentativo di assicurarsi un futuro sostenibile. Se desideriamo fermare la distruzione del nostro ambiente dobbiamo accettare dei limiti a questa crescita. Una stima della Banca Mondiale indica che la popolazione mondiale non si stabilizzerà fin quando non saranno raggiunti i 12,4 miliardi, quasi il triplo degli attuali 5,4 miliardi. Ma già oggi una persona su cinque vive in assoluta povertà, senza cibo a sufficienza, e uno su dieci soffre di grave malnutrizione. Non rimangono che uno o pochi decenni prima che la possibilità di reagire alle minacce che ora ci troviamo ad affrontare sarà perduta e le prospettive per l'umanità incommensurabilmente diminuite. Attenzione Noi firmatari, membri senior della comunità scientifica mondiale con questo mettiamo in guardia l'umanità tutta da quello che ci aspetta. Un cambiamento radicale nel nostro stile da gestione della terra e della vita su di essa è necessario se è da evitare tanta miseria umana, e se la nostra abitazione globale su questo pianeta non deve essere irrimediabilmente mutilata. Cosa dobbiamo fare Cinque aree inestricabilmente legate tra loro devono essere considerate simultaneamente. 1. Dobbiamo mettere sotto controllo le attività che causano danno ambientale per ristabilire e proteggere l'integrità dei sistemi terrestri dai quali dipendiamo. Dobbiamo, per esempio, passare dai combustibili fossili a sorgenti di energia più benigne e inesauribili, per fermare emissioni di gas che causano !'"effetto serra" e l'inquinamento dell'aria e dell'acqua. Deve essere data priorità allo sviluppo di sorgenti di energia commisurate con le necessità del terzo mondo, cioè di piccola scala e relativamente facili da realizzare. Dobbiamo fermare la deforestazione, il danneggiamento e la perdita di terra coltivabile, la perdita di specie terrestri e marine di piante e di animali. 2. Dobbiamo gestire più efficacemente le risorse cruciali per il benessere dell'umanità. Dobbiamo dare alta priorità all'uso efficiente di energia, acqua e altri materiali e aumentare l'impegno per la conservazione e i I riciclaggio. 3. Dobbiamo stabilizzare la popolazione mondiale. Ciò sarà possibile solo se tutte le nazioni riconosceranno la necessità di migliorare le condizioni sociali ed economiche e quella di adottare un sistema di pianificazione familiare efficace e volontario. 4. Dobbiamo ridurre e finalmente eliminare la povertà. 5. Dobbiamo assicurare l'egualitarismo sessuale, e garantire alle donne il controllo sulle proprie decisioni riproduttive. Le nazioni sviluppate sono oggi i più grandi agenti inquinatori nel mondo. Esse devono ridurre di molto il loro eccessivo consumo se è necessario ridurre le pressioni sulle risorse e sul!' ambiente globale. Le nazioni sviluppate hanno l'obbligo di provvedere aiuti e supporti alle nazioni in via di sviluppo, perché solo le nazioni sviluppate possiedono le risorse finanziarie e le competenze tecniche per questi compiti. Agire partendo da queste basi riconosciute non è comportamento altruista, ma chiaramente interesse personale: sia che proveniamo da un paese industrializzato o no, tutti noi abbiamo un'unica scialuppa di salvataggio in comune. Nessuna nazione potrà evitare danni cospicui quando i sistemi biologici globali saranno danneggiati, ,né alcuna nazione potrà sfuggire i conflitti causati da 1isorse sempre più scarse. Inoltre le instabilità ambientali ed economiche
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