.----- sEtgno --- Anno XIX - N. 150 Abbonamenti 1994: ordinario: L. 55.000, sostenitore: L. 100.000, estero: L. 100.000. Un numero: L. 10.000, arretrato: il doppio. Gli abbonamenti vanno effettuati sul conto corrente postale n. 16666901 intestato a: Centro Culturale Segno, Casella Postale 565, 90100 Palermo. SOMMARIO Il declino della mafia• E. Chiavacci, Mafia e responsabilità della chiesa • S. Palazzolo, Lettera al Cristo col volto di uomo • C. Naro, Il martirio di Puglisi e le chiese siciliane • C. Scordato, Un martirio necessario? • N. Madonia, Una sfida alla chiesa• C. Rattoballi, Alla mafia incuteva paura • G. Ribaudo, Lui no, non era un don Abbondio• G. Caselli, Quale presenza perché la mafia finisca • A. Bertucci, E gli uomi di rispetto uscivano dalla chiesa• S. Costantino, I coralli di Trapani • S. Massimo, Le galline della Lega• A. Lanza - L. Bimbi, Dalla comunità religiosa alla fraternità gratuita • O. Neri, Le nuove tecnologie riproduttive • P.G. Domm, Prima dell'accordo lsraele-OLP • G. Cavadi, Una lettura de Il giorno della civetta • M. Castellano, Giustizia sociale e proprietà privata nell'insegnamento della chiesa• O. Cufaro, Alfonso de Liguori un umanista del '700. i i 1~·i1l3 ~ i~ 1: i~ ii1 1t•l: i ,r,1 Undossiersulvolto oscurodeldiritto CHIESA & MAFIA AMERICLAATINA Ilpretestodellacoca e ilmoralismgouerrigliero ■ i'il fil' 1 !Il a,, ,l(,1 it•• PadreSorge: Servizisegreti, lestragpi ercolpireilpapa narcotrafficeonucleare Ogni mese in tutte le edicole d'Italia a L.2500 Abbonamentoannuo L. 25.000 C.C.P. 155101intestatoa , "GruppoAbelePeriodici"ViaGiolitti21, IO123Torino 60 SICILIA/RIVISTE biente, oltraggiato, scempiato in maniera quasi furiosa dai suoi stessi abitanti ... ed è cambiato non meno radicalmente il mondo interiore, la coscienza, il sentire, di un intero popolo. Nessun potere politico, neppure il più giacobino è capace di tanto in così poco tempo. E il potere politico che c'è stato nel mezzogiorno è stato l'opposto di un potere giacobino. La società siciliana è entrata nella modernità non attraverso la borghesia, il libero mercato economico, le etiche individualistiche, ma attraverso lo Stato, l'enorme dilatazione della spesa pubblica, il solidarismo di matrice contadina e cattolica, fondamentalmente familista. Società e politica in questo secondo dopoguerra si sono inestricabilmente connesse sanzionando la rinuncia ad ogni serio tentativo di governare la trasformazione. Da questo tipo di analisi è derivata l'impostazione della ricerca che abbiamo cercato di sollecitare, attenta alla complessità, alla interconnessione dei livelli (politico, sociale, antropologico) e l'individuazione dei temi: nuova povertà, abusivismo edilizio, mafia, sviluppo sostenibile, religiosità; e inoltre il tentativo di indagare nella produzione culturale alta, nell'arte, nella letteratura, il senso e le forme della moderna sicilianità. Su queste ipotesi, all'interno di queste coordinate, abbiamo fatto "Suddovest" in questi due anni. Ma, appunto, una rivista sta dentro i processi cercando di comprender! i. Edella comprensione di ciò che accade fa parte una certa e decisiva precomprensione, relativa alla velocità o vischiosità del processo storico in atto. Quando abbiamo cominciato avvertivamo che la situazione, nel mondo e in Sicilia, si era messa in movimento; ma non avevamo previsto l'improvviso precipitare della crisi. Basterà ricordare che quando abbiamo cominciato Falcone e Borsellino erano vivi. Erano vivi Lima e Salvo. Che Andreotti Craxi e Forlani erano ancora in sella e tangentopoli non era stata scoperta e scoperchiata. La crisi economica e finanziaria non si era rivelata ancora in tutta la sua enormità e la mediazione meridionale sembrava ancora funzionare e costituire l'orizzonte dell'unico meridionalismo possibile. A due anni dall'inizio della nostra pubblicazione abbiamo ritenuto chiuso un ciclo e riaperto la discussione sul ruolo, la impostazione, la prospettiva della rivista. Ciò che infatti la crisi ha rimesso in gioco è il rapporto tra società e Stato, il ruolo della politica, la possibilità di governare una trasformazione tanto più problematica in quanto volge verso gli scenari della postmodernità un'esperienza della modernità tanto parziale e distorta. In questi mesi, nei prossimi anni, si definirà la formazione di una classe politica dirigente nuova: e diventa allora decisivo che da questo nuovo passaggio della nostra vicenda storica si esca con una consapevolezza adeguata delle necessarie discontinuità da perseguire, del fatto che indietro non si deve, ma soprattutto non si può più tornare, dal momento che i costi della mediazione meridionale, altissimi sul piano civile, culturale e morale, sono ormai insostenibili anche su quello economico. Certo, questa è solo l'indicazione di una linea di ricerca, che implica già tuttavia un diverso profilo della rivista. Avevamo cominciato con l'idea di diradare un po' l'opacità che ci circondava, che si era venuta accumulando nell'ultimo trentennio attorno a noi, nel "suddovest". E guardavamo soprattutto alla società, una società intrisa di politica e statualità, per coglierne oltre le distorsioni delle evidenze, le forme, le strutture profonde. Oggi vogliamo guardare al futuro prossimo e rivolgerci soprattutto al nuovo ceto politico. Consapevoli del paradosso dentro il quale ci troviamo: una trasformazione che può avvenire solo dal basso, nella cultura, nelle coscienze, nella società, deve essere sollecitata, promossa, sostenuta dall'alto, da una politica che decida finalmente di governare. È in questo ambito, nella ricerca delle ragioni di una operatività dal profilo alto, che vorremmo continuare a lavorare. Infine due parole su "Suddovest" e la fotografia. Pubblichiamo su ogni numero un servizio in bianco e nero di circa trenta immagini, del tutto sganciato dai testi. Hanno pubbLicatofinoraalcuni fra i migliori fotografi siciliani (Siracusa, Zecchin, Battaglia, Leone, Rizzo). "Suddovest" è, nel panorama deprimente dell'editoria fotografica in Italia, una delle iniziative più coraggiose e rigorose. E spiace che a rilevarlo siano stati finora in pochi.
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