50 SICILIA/ ARTE della totale e grave strafottenza dinnanzi alla possibilità di creare quella legge, e dunque di considerare una qualche valenza culturale dell'operazione? Sarebbe quindi lecito, secondo le illuminate istituzioni, avvicinarsi a delle opere d'arte tacciandole di turbare l'equilibrio ambientale tout-court, proprio perché non giustificate - la penseremmo in maniera diversa se qualcuno avesse voluto considerare il problema da vicino, interrogandosi sul significato del porre una scultura vicino al mare o su una collina, se si fosse affrontata la questione dell'arte nel contemporaneo, o di quella che vive disastrata in musei fatiscenti - con quel rigore che ci sogniamo venga diretto anche agli scempi che se lo meriterebbero; è normale che l'evoluzione culturale resti qualcosa di clandestino, quasi percorso distaccato e sotterraneo rispetto a quello della politica e del sociale, che resti qualcosa insomma di veramente difficoltoso, un ambito con il quale i governi non vogliono avere a che fare e del quale accettano espressioni facilmente isolane e conservatrici. Intendiamoci, parliamo di percorsi culturali che vogliono essere autentici, aperti a quanto può venire dal resto del mondo, anche provocatori talvolta, alternativi, ma dinamici, estremamente dinamici e di alto livello, come da tempo non accade in questa terra, stando almeno a quanto previsto dai progetti legittimi della Regione Siciliana. Antonio Presti, tra queste mille difficoltà, il suo percorso è riuscito a farlo andare avanti, ma ci chiediamo se le sue aspirazioni possano mai diventare quelle della sua terra, tutta intera, al di là delle frotte di intellettuali e scrittori, o semplicemente persone sensibili, che si mobilitano non certo solo per lui, ma soprattutto per desiderio comune di crescita e bellezza. Ce lo chiediamo non perché verrà demolito qualcosa, di fatto non è ancora successo, ma perché quanto realizzato non viene compreso, perché fino a qualche mese fa la Pretura scagliava condanne senza che i suoi uomini si lasciassero sfiorare dal beneficio del dubbio, perché l'enorme sete di cultura e novità che contraddistingue da tempo la regione, sembra destinata ad appartenere a pochi visionari. Ci poniamo il problema in tempi come questi, che siamo corsi tutti a definire di "cambiamento", tempi che sembra vedano politiche e culture diverse, che ci hanno lasciato intuire una certa tensione progressista anche tra le teste di chi si trova al potere. La cultura vera, forte, geniale, raramente è stata di regime e accompagnata da unanime consenso, ma si rabbrividisce sempre e comunque di fronte alla grettezza, di fronte a chi si ostina a non considerare i prodotti dell'arte come prodotti del pensiero, che il pensiero aiutano e nutrono. La cultura che si è respirata in questi anni in Sicilia è stata cultura egemonizzata da Università e Soprintendenza, dirottata verso mete discutibili, travestita da grande operazione con l'unico scopo di legittimare esorbitanti finanziamenti e coltivare grasse lottizzazioni. Tutto questo sia che si trattasse di esposizioni, manifestazioni musicali o altro, come la stessa gestione degli apparati museali che sfiora il paradosso. A Palermo, la Galleria d'Arte Moderna vanta l'ultimo acquisto in un passato nebbioso, affonda nella propria oscurità di luogo che tutto produce tranne cultura ed arte. E gli altri musei della città, le gallerie, i teatri, gli operatori che avrebbero dovuto con maggiore prontezza sostenere una rinascita, mettere da parte la corsa al "contributo", favorire la crescita della stessa domanda, sollecitare il diffondersi della curiosità e attenzione nei confronti del contemporaneo, o semplicemente verso quanto è buon gusto, tutto questo è realtà vecchia e nota. A Palermo, solo per citare il capoluogoed'unque la città nella quale certi eventi hanno risonanza, si continuano a, riesumare progetti ottocenteschi per sistemare piazze (vedi la sistemazione della piazza A. De Gasperi) facoltà d'architettura e critici zitti, ignorando il senso della convergenza tra urbanistica arte architettura, snobbando forse per paura l'impatto con il fare artistico attuale, dove artistico vuole coinvolgere le più diverse pratiche. Si direbbe che ci si è mossi per peggiorare le già difficili condizioni di RaulRuizsul setdi Storieclandestine. Sullosfondo Lofinestra di Tono Festa Fotodi FrancescoTraina. ... t,. ~ ..~. . - .......... • :~ ..,.,o ..~;--.'\:: • ~ i, • ìll
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==