Linea d'ombra - anno XII - n. 91 - marzo 1994

SICILIA/ARTE OGGETTISTRANI, NELPAESAGGIO JoselitaCiaravino In Sicilia, passeggiando nei pressi di Messina, tra Castel di Tusa e S. Stefano di Camastra, può succedere di imbattersi in oggetti strani. Correndo verso S. Stefano, lungo la superstrada che costeggia la striscia di sabbia di Villa Margi, lo sguardo è catturato da un grande quadrato azzurro. Lo si vede giganteggiare affacciato sul mare, quasi finestra che lascia scorgere attraverso il proprio perimetro la distesa azzurrina del mare e del cielo.D'estate, sotto il sole violento d'agosto, bagnanti lo circondano, un po' curiosi un po' ignari. Siamo nelle vicinanze della Fiumara di Tusa, vallata che si apre ai piedi dei Nebrodi. Terra magnifica di una natura affascinante e desolata, dalla vegetazione ricca e dai fiumi oramai prosciugati, e abitata adesso dalle fantasie materializzate dell'arte: la finestra azzurra sul mare è conosciuta come il Monumento ad unpoeta morto, celebre scultura di Tano Festa. È questa solo una delle tante opere d'arte disseminate nel territorio della valle di Tusa, il territorio della Fiumara d'arte, esperienza d'arte e di cultura voluta e pensata da Antonio Presti. La natura verdeggiante e un po' aspia di questa terra che si stende tra mare e montagne, tra i paesi di Tusa, Pettineo, Castel di Lucio e Reitano, è diventata scenario di una delle manifestazioni più discusse e significative di questi tempi. L'imprevedibile e sognatore Antonio ne ha fatto nel giro di qualche anno luogo di cultura viva e contemporanea, distribuendo tra spiagge e vallate opere di Consagra, Dorazio, Lanfredini, Schiavocampo, Nagasawa, Di Palma. La sua mente tumultuosa e la fantasia fluida e coraggiosa hanno voluto per questa terra dimenticata un incontro totale con l'arte, hanno fatto sì che lo sperimentalismo di artisti andasse a permeare e identificare luoghi incantevoli. La prima opera realizzata è stata quella di Pietro Consagra, nel 1986, la materia poteva anche non esserci. Una scultura immensa, costituita da due strutture - l'una bianca l'altra nera- quasi adagiate l'una ali' altra, si alza nel mezzo della Fiumara nell'alternarsi di pieni e di vuoti.L'artificio grandioso comunica con vegetazioni e pietre lucenti che stanno intorno, non disturba; tanto pesante, risulta leggero allo sguardo. Da quel lontano' 86, l'idea di Presti è andata crescendo incessantemente. Il giovane imprenditore, senza chiedere aiuti economici e sorvolando pure su trafile burocratico-amministrative, ha aggiunto nuovi propositi a quello iniziale del museo all'aperto: un albergo sul mare è stato acquistato e trasformato in vera e propria fucina di idee -artisti di varia provenienza sono chiamati a progettare e realizzare le stanze dell'"Atelier sul mare"-, è nel frattempo nato il museo domestico di Pettineo, il laboratorio della ceramica, indetti concorsi per giovani, reinventato l'esterno della caserma dei carabinieri di Castel di Lucio ... e non solo. Se nel corso di questi anni l'operazione Fiumara si è sviluppata con tenacia, se questa terra è stata teatro di un'esperienza culturale d'alto livello, di richiamo internazionale, se attraverso l'energia forte dell'arte è stato rivalutato, nell'assoluto rispetto, un paesaggio in parte deturpato dalla folle incuria pubblica e privata, tutto questo ha ben poco interessato le solide istituzioni del l'isola. Da un rapporto presentato nel 1989 alla Procura dal comandante della Capitaneria di Porto di Messina Tommaso Santapaola e dall'architetto Gesualdo Campo, direttore di sezione della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina, risulta che la scultura di Tano Festa Monumento ad un poeta morto" ... in concorso con altre, al noto progetto Fiumara d'arte" è opera edilizia abusiva e dev'essere dunque soggetta ai provvedimenti disciplinari previsti dalla legge 28.02.1985 n. 47. Si trattava soltanto della prima azione giudiziaria inoltrata nei confronti di Presti. Colpevole del reato di abusivismo nonché di avere violato la legge Galasso sulla tutela paesaggistica, nel luglio del '90 viene condannato a 15 giorni di reclusione, al pagamento di 23 milioni di lire e alla demolizione, oltre che della scultura già segnalata, dell'opera di Consagra e della Stanza di barca d'oro, opera di Hidetoshi Nagasawa realizzata proprio in quell'anno nella montagna di Romei. Caverna trasformata in opera d'arte che vive di un magico rapporto con la dimensione spaziale sotterranea, la stanza dell'aitista giapponese è ricca di un pregnante valore simbolico. Questo spazio nasce nell'intenzione di Presti, e del suo realizzatore, come luogo di fusione viscerale tra natura e arte, quasi omaggio alla terra di un vuoto segnato dall'uomo, di un antro da lei nato e a lei ritornato dopo quello che doveva essere l'ultimo gesto di accompagnamento: la chiusura della stanza. Ma proprio il giorno della cerimonia, in quel luogo diventato ormai scena del mito e dell'incanto, i carabinieri inviati dalla Pretura hanno intimato di non chiudere la caverna allo scopo di non occultare il corpo del reato. Quell'estate la notizia della condanna fece scalpore. Tra lo sdegno di quanti avevano guardato con entusiasmo all'evento della Fiumara, che finalmente lasciava approdare anche nell'isola quella strana e sconosciuta cosa che era l'aite contemporanea, e l'indifferenza placida della classe politica, si ingrossava la schiera di giornalisti, critici d'arte, intellettuali e personaggi vari che si lanciavano verso Tusa a difendere uno dei pochi esempi di musei all'aperto italiani con tutta la debolezza del termine, dal momento che l'intera operazione è segnata da una vivace vena provocatoria nei confronti dell'attuale sistema dell'aite. La protesta del mondo culturale di fronte alle decisioni della Pretura, improvvisamente riassalita dal desiderio d'applicare la Legge, ha certamente contribuito a rimettere in discussione le varie condanne, ha permesso che il continuo susseguirsi di incriminazioni e assoluzioni non buttasse davvero giù le sculture, che al loro posto per nostra fortuna sono rimaste. Ma per grande sfortuna di quest'isola, che talvolta sembra seguire quasi una sua rotta, per allontanarsi fino all'inverosimile in un'ancora più accentuata condizione d'isolamento, restano ancora intatte, a fare da contorno ai paesaggi, schiere di abitazioni abusive che da decenni pullulano fiorenti e incontrollate sotto gli occhi di tutti. Sì, anche sotto gli occhi delle istituzioni che la legge sanatoria hanno solo promesso, senza mai prendere realmente in considerazione un disegno di legge per la saivaguardia del le opere, rimasto eternamente nei cassetti della Regione Siciliana. Non ci aspettavamo certo l'abolizione di questi orrori di cemento locali, né credevamo che si sarebbe sollevato il problema inquinamento - il pattume che cresce smisurato nelle valli, quello è autorizzato! Ma nessuno pensava che con decisione si sarebbe arrivati nell'ottobre dello scorso anno all'ennesima condanna per abusivismo, accompagnata dalla multa, reclusione e istanza di demolizione di rito. Esattamente il 26 del mese, è caduta sulla Finestra sul mare di Festa l'ulteriore definizione di costruzione urbanistico/ edilizia abusiva. Niente da dire a proposito della mancata richiesta di autorizzazione da parte di Presti, colpevole di non avere seguito l'iter burocratico, ma che dire dell'assenza di una legge che distingua tra abusivismo e abusivismo, tra la casa che deturpa la costa e sculture che sono state pensate, progettate per conciliarsi con quei luoghi, che sono state regalate nel vero senso della parola, e ancora di più che dire

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