44 PALERMO/TEATRO L'indipendenza! Ha voi uto l'indipendenza come se dovesse fare una seconda Italia. Brava la mia Zinetta! Contro i Turchi. Contro i Longobardi. Contro gli Austriaci. Contro i Tedeschi. Contro gli stessi Italiani. Ed io? Da che parte stavo? Anche allora sparavo. Ma contro chi? In favore di chi? Salendo insieme alla città non ar1ivo a casa di Zinetta, lei non c'è, un fatto improvviso, mi ha lasciato una lettera: Sparo. Sparo. Sparo Non posso farne a meno. Anche mio padre sarebbe d'accordo. Perché non hai deciso di aspettarmi mia cara? Perché hai lasciato il campo tutto per me? Sparo. Non importa su chi. Anche addosso alla pietra. Per riuscirci meglio mi concentro. Sto in silenzio. In silenzio con me stesso, per prepararmi al momento decisivo... Ma la parola è squaitata... è un vitello appeso in macelleria. Che dire se cuore fegato e budella sono esposti a parte? Signori, una costata di parola non significa nulla. Se prende porto un sentimento siamo finiti. Se poi ci prende la rabbia stentiamo a restare in mezzo agli uomini. Vi ricordate di Peppino? Peppino Impastato. E di Mauro? Mauro Rostagno. Sono i nostri morti. Sono gli eroi nui, della nostra generazione. Loro hanno avuto il coraggio di acquistai·si un peso, un poco più di noi che restammo pudicamente leggeri per non turbare,la purezza dell'idea. Pensieri ... Giovani pensato1i mai ricambiati... E meglio sparare? Fai·si sentire. Fare esplodere il caso. C'è una città vecchia buona per tutto. scatto una fotografia non mi aspetto granché l'occhio magico l'ho comprato di contrabbando senza garanzia e libretto spiegazioni ma guarda chi c'è! tra cavoli e melanzane il solito uomo con i pantaloni legati a stento sotto la pancia proprio lo stesso che era in p1ima pagina su l'Ora, signori! il cavaliere degradato è tra noi: "bbona! comu tifici bona lo matri!" Prendo a calci una pietruzza. La inseguo. Faccio goal. Sbrigati Andrea, le nuvole vorrebbero giacere sulle cupole di melograno Vado svelto Corro sfidando la preoccupazione. Tra una strada e l'altra spesso Palermo ritorna su se stessa: come se avesse dimenticato qualcosa lo non termino il percorso cornincia a pesare la fatica. Ho gli occhi di fuori. Il cuore infuriato. Le gambe? Giuro che hanno il passo deciso. Seppure passo due volte da Piazza Pretoria, ho la mente lucida, e un ce1to presagio dentro. Vado e succede la fine del mondo. Oh dio! Finisco a terra. Crollo, forse sto facendo la fine del novellino? Che succede? Io ancora non ho spai·ato. La pietra si scontra con la pietra, si alzano ve1tiginosamente mille pietre e poi cadono giù. Mio dio, se ne innalzano più di quante la te1Tafin'ora ne conteneva. È esploso un vulcano? Il cervello si annerisce l'occhio si svuota San Michele dove ei? I vivi fuggono io sono a te1rn ci resto, striscio tra macerie e mozziconi di mondo. Acqua! Acqua! Ho sete. Ho la bocca impastata di polvere. Sono inguardabile. È proprio il caso di dirlo: sono' nÌlia. Mi palpo lacai·ne. La carne c'è. Allora cosa manca? Chiai·o, qualcuno ha sparato. A modo suo. In questo modo? Quando non sono io a farlo è questo il risultato? Allora perché non l'ho fatto io? Sai·ebbe stata tutta un'altra cosa. lo avrei mfrato a far riconciliare la terra col cielo Chi sono io? Chi è il killer che mi ha cancellato? Cadono calcinacci, in ritardo, come ultima fantasia dellastrage. Tuttociòchehatremato potrebbeancoracrollare. Mio dio, è tornato il carnefice! Ci sono morti? Signora, signore, ci sono morti? Lo hanno fatto senza tenere conto di me. Non valgo nu!Ja io. Non sono nessuno. Silenzio! Un minuto di silenzio per favore. "Dammi mio superboss il giardino che hai ingoiato, la persona di pensiero e la persona di giustizia che hai rosicchiato come uno squalo che pensa al sangue pur stando dentro il mare Dammi mio superboss la città araba la città normanna la città barocca, e l'acqua per tutte queste città, sputa il putto che ancora non hai digerito poi metti la pancia al sole e che male ti colga. Consegna le biciclette che hai rubato agli inizi della carriera, e prenditi a viso scoperto l'odio dei bambini. Ripara il treno che hai tolto ai nostri viaggi per il nord e incolla con la tua saliva tutte le strade interrotte che non hanno mai raggiunto lo stretto. Ridammi mio superboss l'importanza che mi hai sottratto. L'intelligenza bocciata al concorso e il grado di capostazione per spedirti all'inferno." Chiudo gli occhi li stringo fo1te. Un'estate così! Io non ho un'arma. Ho la mano puntata contro il muro il vuoto la macchia di sangue Così sto fermo per ore e ore infinitamente sedentario altro che fuori sede! Cosa pensi Andrea? E tu 'Nniria? Fermarsi a pensare a Palermo ... Qualche minuto e mi trovo a Piazza San Francesco di Paola. Il primo passo dopo la strage: C'è una chiesa. Entro, forse la cercavo. Si celebra un matrimonio! Due giovani dello Sri Lanka si stanno sposando. Signori, chi di noi non ha mai avuto un film? Questo è il cinetlex, proiettato sul lenzuolo mai candeggiato nella casa dei nuovi pascià di Palern10. Mi presento: Sono 'Nniria. Venuto dal nulla. Come una favilla caduta lontano dal grande fuoco. Sono il primo a sinistra di quella scena girata sotto il vulcano. Al tramonto del settimo giorno in cui non era ancora ai-rivatal'acqua. Guardate, guardatemi e non dimenticatemi Ero timido a scuola sperduto nella massa infantile portata a celebrare i giorni impo,tanti. Erano le Elementari del paese. Scolaro 'Nniria sull'attenti! Avete sentito che ho detto? L'ho pronunciato un'altra volta: 'Nniria! il mio vecchio nome! Niri e aniri ...annuvuriati sti aniri ...omu cottu di suli... omu 'Ndria ... omu 'Nniria ... chistu è culmi di vennariria... sfasau lu sul i si voli chi treni e ominini annua essiri a stessa cosa comu si pi forza nivuru ava a stari cu nivuru e figghi di aniri annua pagari la 'mpigna di lu p1imu volu c'è cu viri e cu sviri... parinu àvuti ...ma sunnu aniri ...sputazzati na l'aria di 'Nniria ...'ndria ...tutti fissarii... di stu vennariria! Dov'è la città? Da dove prendo? La piazza!. .. c'è un vicolo per la piazza? Dov'ero poco fa? Non vorrei sbagliarmi, ma qui c'era un palazzo ... un palazzo con portoni... cortili ... edere e fontane. Addio Andrea! Come petali strappo di dosso alla città una volta Parigi, una volta New York e poi Berlino e poi Hollywood. È maturo il fiore degli anni. "dedico Parigi alla duplice donna morta peramore ad Emanuela e Francesca, dedico Hollywood alla ragazza che sognava una vita diversa, a Rita. Dedico New York all'altra Emanuela, poliziotta isolana morta in una metropoli. Per quanti giorni ancora Berlino resterà per me?"
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==