Linea d'ombra - anno XII - n. 91 - marzo 1994

"" ~ H ~ ~ W\'f' ,X t >i' SICILIA/IMMAGINI 39 Roberto Koch LA SICILIA DEI FOTOGRAFI La Sicilia ha dato un contributo determinante alla fotografia italiana; sono infatti nati in quest'isola molti tra i fotografi che possono essere considerati tra i più importanti autori contemporanei. Luigi Capuana, Fosco Maraini, Enzo Selleria, Giuseppe Leone, Ferdinando Scianna, Letizia Battaglia, Ernesto Bazan, Franco Zecchin (nato aMilano, ma palermitano d'adozione), Melo Minnella, e poi ancora Nicola Scafidi, Shobha, Paolo Titolo, Massimo Siragusa, Aldo Palazzolo, Armando Rotoletti e molti altri sono tutti fotografi che pur avendo alcuni di loro trasferito armi e bagagli in altre zone d'Italia e del mondo, sono comunque nati in Sicilia e alla Sicilia hanno sempre guardato come continuo riferimento culturale e personale. E la Sicilia è sempre stata anche un territorio di grande interesse per altri fotografi che qui si sono recati per coglierne l'atmosfera, o i paesaggi, o per ritrarne gli abitanti. È una storia già lunga, e piena di realizzazioni importanti, quella della fotografia siciliana; una serie di capolavori, molti dei quali per fortuna pubblicati in libri, che hanno imposto alla attenzione generale i loro autori. E non si può non iniziare da Feste religiose in Sicilia, di Ferdinando Scianna e con testi di Leonardo Sciascia, dell'editore Leonardo Da Vinci, pubblicato nel 1965 (ormai introvabile) e di nuovo alcuni anni fa in edizione più grande e rivedutadall 'Immagine di Milano. Questo libro, che vincendo il premio Nadar ebbe subito una notorietà enorme, costituì la prima ricognizione fotografica completa sulle tradizioni popolari siciliane, e impose delle immagini di grande qualità e impatto a una documentazione antropologica che aveva fino al quel momento utilizzato, almeno in Italia, le fotografie solo come supporto ad analisi etnologiche. Scianna, giovanissimo in quel momento, ha poi continuato sempre a fotografare in Sicilia (successivamente Einaudi pubblicò I Siciliani) tornando a fare dei reportages anche dopo la sua partenza per Milano e poi per Parigi, e ambientando lì i suoi primi lavori di moda, corrispondendo a un desiderio e una necessità insita in tutti gli abitanti dell'isola: raccontare una terra e una tradizione che si amano, da cui si fugge spesso, a volte per sempre, ma che per il legame che crea con chi vi è nato sembra vivere di una attrazione straordinaria. Sciascia diceva che "essere siciliano è una condizione, ma anche una scelta" e sembrano non esserci dubbi in proposito, visto il senso di appartenenza a questa terra che pervade tutti i lavori dei fotografi (e gli scrittori, e gli artisti) siciliani, e i loro discorsi, il loro cercarsi e confrontarsi continuamente, anche vivendo in altre città, alimentando amori e dissapori sempre profondamente legati alla Sicilia. Ci è voluto invece un editore straniero per raccogliere in un libro l'eccezionale documentazione fotografica che Letizia Battaglia e Franco Zecchin hanno realizzato intorno alla mafia, alla violenza della cultura che propaga, alla efferatezza dei suoi delitti. Chroniques Siciliennes (CNP Parigi, ed. Photonotes, 1989) comprende le migliori e più profonde immagini che Letizia e Franco hanno scattato negli anni (dal 1977 al 1986) in cui la mafia insanguinava continuamente le strade e le case di Palermo e d~lla Sicilia. Un documento lucido e insostituibile, una serie di fotografie realizzate durante la cronaca degli avvenimenti per il giornale "L'Ora" che hanno valso a Letizia Battaglia l'attribuzione del W. Eugene Smith Award, il più importante premio internazionale di fotogiornalismo. Queste foto hanno fatto il giro di tutti i giornali del mondo, e hanno contribuito enormemente a creare una coscienza collettiva della pericolosità e crudeltà del fenomeno mafioso. È la dimostrazione di come un lavoro fotografico di grande qualità incida molto di più nella società di tante immagini ideologicamente precostituite e che si spacciano invece come d'autore dopo averne riempito libri e giornali unicamente perché funzionali a progetti politici. Enzo Selleria è autore ed editore di Inventario Siciliano (1977), che è forse il più famoso libro di fotografia siciliana, e le cui immagini hanno conquistato la stampa di mezzo mondo. Selleria, che per molti fotografi siciliani è il maestro da cui hanno appreso, fotografa raramente da molti anni ormai, affermando la sua non appartenenza a una stagione in cui domina la violenza e in cui l'ìnformazione fotografica dei mass media è ridotta a minimi livelli. È comunque probabile che la sua attività di editore non abbia più lasciato molto spazio alla fotografia. Ce1to è che il suo lavoro racconta in modo straordinariamente poetico i vari aspetti della cultura siciliana, del senso della vita e dei suoi riti: questa raccolta di immagini, in particolar modo oggi, a distanza di tempo, ci fa cogliere l'importanza assoluta della fotografia (quando di grande fotografia si tratta) per il racconto di un'epoca, di un clima, di una società. Tanti altri lavori bisognerebbe qui citare: Ernesto Bazan, che da 17 anni risiede a New York, vi ha fotografato la comunità italoamericana (Il Passato Perpetuo è il titolo del libro edito da Novecento), e altre sue immagini, bellissime, della Sicilia si trovano nel suo recente Passing through (Ed. Peliti); Giuseppe Leone, autore di tantissimi libri sulla Sicilia e del più imponente complesso fotografico sull'isola, è paesaggista e fotografo di umanità tra i più emozionanti. E Aldo Palazzolo, che ha esposto recentemente ad Arles dei suoi ritratti crudi e forti, realizzati con uno stile molto personale e nuovo per molti versi, e Scafidi, anche lui narratore degli eventi drammatici della storia siciliana, e i molti altri sopracitati. La quantità e qualità dei fotografi siciliani ci fa evidentemente riflettere su quali sono le ragioni di questo piacevole affollamento di fotografi, rispetto ad altre regioni d'Italia; senza dubbio la Sicilia, per le sue intense contraddizioni e la sua storia, per la sua bellezza e le sue asperità è un terreno di crescita in cui gli individui costruiscono una personalità spiccata e al tempo stesso un senso di appartenenza alla comunità più forte che altrove. Ma credo che oltre questo svolga una funzione determinante il desiderio di fotografare questa terra e le sue città, i suoi abitanti, l'attrazione irresistibile di prendere immagini di questo "dolcissimo inferno", così unico e insostituibile e così in movimento negli anni che viviamo. Non è certo un caso che i fotografi siciliani abbiano prodotto iJ meglio delle loro opere sul tema della Sicilia, anche quando hanno viaggiato per il mondo, anche quando sono fuggiti da questa terra, gran parte di loro fa fatica a trovare soggetti più interessanti da fotografare della Sicilia stessa. Ed è anche unico il caso di tanti scrittori eccezionalmente interessati alla fotografia: da Verga e Capuana che la praticavano con passione, a Sciascia che anche lui se ne dilettava e ne scrisse continuamente, a Vincenzo Consolo che costantemente segue e promuove il lavoro di giovani fotografi, a Bufalino, che ha pubblicato recentemente presso Selleria una antologia d'epoca di due fotografi di Comiso, Il tempo in posa.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==