foto, c'era tutta la mia venerazione per lui e per quei suoi anni in più, così importanti e validi ai miei occhi. "Per me nello spazio non c'è vita" disse Paolo. E, così dicendo, si alzò dal bagnasciuga col costume bagnato che gli sgocciolava lungo le gambe, mi passò la maschera, mise la sua e si tuffò in acqua. Il suo tuffo sembrò non spezzare minimamente il silenzio, anzi, forse condizionato dal mio commento, somigliò ad uno di quei movimenti privi di gravità che abbozzano gli astronauti nel le loro passeggiate lunari. "Non ti tuffi?" Mi domandò impaziente e subito, con quattro bracciate, si portò in quella che doveva essere la zona delimitata dai gesti di mia madre. Misi la maschera anch'io, ed anch'io mi tuffai provando a sfidare la forza di gravità. Ma il mio tuffo risultò goffo e, forse perché la giornata dopo le prime ore d'indecisione aveva imbeccato la marcia giusta, forse perché il frastuono del mio tuffo si era sentito sino in strada, l'atmosfera d'improvviso s'infranse e, Fotodi EmanueleCottone. PALERMO/STORIE 31 d'improvviso, i colori si fecero più forti ed il cielo si alzò a strapiombo sul mare. "A Settembre il mare acquista un'altra dimensione" disse Paolo. La sua voce mi arrivò attraverso il tubo e, sebbene non capii cosa volesse dire, pensai avesse detto qualcosa d'importante. Battei i piedi con insistenza per restargli vicino e mi stancai anche parecchio. Lui al contrario sembrava non fare alcuno sforzo; restava in superficie alternando lentamente qualche bracciata e, al momento opportuno, raccoglieva le gambe con un gesto armonioso e fulmineo per immergersi sino al fondo. "Hai visto quel pesce?" Disse non appena ritornò in superficie. Dissi di sì e dietro lui, ne vidi altri e di certuni ne seppi persino il nome. Paolo inseguì una sogliola lungo un tratto di fondale sabbioso, mi indicò un branco di salpe e raccolse una ciprea a tinte bianche e viola. M'immersi anch'io e, dal fondo del mare aprii gli occhi contro il sole e lasciai che il mio corpo risalisse a galla senza il mio aiuto. "Gaia" disse Paolo, "guarda, c'è un polpo", e mi prese per mano.
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