20 PALERMO/VIDEO della Sicilia con il suo centro di produzione autonomo, cosafaceva? La sede regionale della Rai è una delle principali vergogne di questa storia. Una sola volta ci hanno proposto un programma, on-ibile e indegno, che non abbiamo fatto e che dopo un paio di puntate è finito. Ma la Rai siciliana evidentemente aveva ben altro da scoprire: i gruppi canori di Ag1igento, i cabarettisti dialettali, o, che so io, l'elezione di Miss Giarre: quasi facesse concorrenza sul piano dello schifo alla peggiore emittente del biellese. La Rai siciliana è stata gestita da Vittorio Lo Bianco, un funzionario sul quale non vale la pena di spendere parole. E l'accesso alla produzione, sia radiofonjca che televisiva, era iperlottizzato: devo dire, anche con cattivo gusto. E Guglielmi a Roma non se ne sorprendeva? Eccome.C'è stata anche una riunione a questo proposito. Ma era facile capirlo: la Rru regionale faceva di tutto, tranne che occuparsi del territorio in cui operava. Ma oltre alla sorpresa c'erano anche i sospetti. Non solo sulla gestione interna della Rai, ma anche sugli appalti che dalla Rai regionale venivano concessi. Tra i funzionari romani con-eva voce che la sede regionale Rai in Sicilia, a questo proposito, fosse una delle peggiori d'Italia. Alla fin fine dunque avete pensato difarvela da soli, la televisione. Avete cominciato con sporadiche apparizioni in una piccola emittente locale, TVM, tra un'asta e l'altra. E adesso, a distanza di anni e in forme diverse, ci siete tornati. Come va questa nuova esperienza di gestione parziale di un palinsesto locale? C'è la voglia di fare una vera programmazione. Ma non è facile, perché siamo da soli a dovercela inventare. Gestiamo la fascia notturna: dalle dieci di sera alle due del mattino, grosso modo. Abbiamo inse1ito i cortometraggi di Roberta Torre e vogliamo avere contatti con alt1iautori e filmrnaker. La nostra idea è quella di creare un circuito, di sviluppare i rapporti con realtà analoghe nel resto d'Italia, mettendo insieme tanti autori di cinema, di video, di "corti". Aggregare forze per fare un canale che magari possa essere il sesto o il settimo polo televisivo, non so bene: ma comunque fuori dai giochi. Stiamo cercando provocatoriamente di fare a Palermo una televisione attenta anche nei contenuti alle cose che riguardano la città. Utilizzando se possibile una forma nuova. Cinico Tv, a piccole dosi, è l'elemento trainante. Ma avremo altri collaboratori. In tutto questo ci collochiamo come una rivista satirica. Nel senso che questa realtà la vogliamo leggere non in maniera seriosa o da salotto televisivo, ma in modo creativo e graffiante. Se la cosa riesce a sopravvivere, sarà uno spazio da aprire anche ad altre proposte, ad altri musicisti e artisti, seguendo una linea di gusto coerente. Unafede caparbia nella forza del mezzo televisivo. Noi non crediamo che la televisione sia il diavolo. Tutt'altro. Bisogna conviverci e non si può eliminare. Quindi si può sicuramente migliorare. Dipende da quello che fai e dal tuo retroterra. È troppo facile fare la solita televisione-denuncia, a cui ognuno accede indiscriminatamente. La televisione alla Maurizio Costanzo, per intenderci: che è il più grande, il principe dei mascalzoni. Costanzo- non dimentichiamolo -è stato il p1incipale teorico della televisione del dolore: sul suo palcoscenjco an-ivavano le cose più oscene. E se Citaristi ha accumulato gli avvisi di garanzia, Costanzo ha accumulato gli autopentimenti: "ai tempi della massoneria sono stato un cretino", e poi "ho fatto male a fare i gobbi e imalati". Le vittime delle malattie più rare le andava a scovare in tutte le parti del mondo, e le metteva lì, con due ore di telecamera, a raccontare senza pudore il loro dolore. Oggi Costanzo è tanto potente che può permettersi di andare contro Berlusconi; ma ricordiamoci che è stato proprio lui uno dei grandi malviventi della Prima Repubblica. Tre fologrammi dai video di Ciprì e Moresco. A tal punto non è diabolica per voi la televisione, che da sempre avete fatto, consapevolmente, una (contro)televisione forte, deflagrata e provocatoria, giocando appunto sugli stereotipi. Oggi del resto non troverai mai una persona che parli contro la televisione e dica delle cose intelligenti. Ti senti dire che la televisione condiziona negativamente ilcinema, coseallucinanti. Sono sempre
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