PALERMO/MOVIMENTI 17 PALERMO E DINTORNI ' SOCIETACIVILECULTURAINSICILIA MOLTISEGNIDI VITA GoffredoFofi Palermo è uno dei luoghi più vivi della cultura italiana di questi anni, ma pochi se ne accorgono. La dittatura dei media, e nei media della televisione, condiziona efalsa tutto. Migliaia sono le trasmissioni, milioni gli articoli, centinaia i libri che hanno tra/lato in quesi anni di Sicilia, e in particolare di Palermo, ma quasi tutti sotto l'ottica della "lotta alla mafia", sotto un'ottica bensì giornalistica e spesso, molto spesso, effet1istica e superficiale. Poco si è detto e scritto di ciò che a Palermo si muove, della "società civile" che si è espressa a Palermo e con più fatica in altre città dell'isola, verificando infine ancora una grande distanza tra la città e la provincia. Era impensabile che alle trasformazioni di questi anni (una lotta spesso vittoriosa, dopo l'immane mattanza durata decenni e coperta dalla politica, e vittoriosa perché molto è cambiato nelle case, nelle scuole e nelle strade della città) non corrispondesse qualcosa di nuovo sul versante dell'espressione artistica, che la letteratura sifossefermata a Consolo e Bufalino, che il teatro dovesse offrire solo scandali e cose assistite, che A PALERMO,DOPOLEELEZIONI GiacomoVaiarelli 1) La storia dell'ultimo decennio di Palermo non coincide solo con la lunga linea di sangue delle stragi mafiose. Chi ha provato a raccontarla non ha, infatti, potuto tacere della crescita tumultuosa della società civile, dei tanti fermenti e delle molte iniziative che agitano una realtà solo in apparenza statica. Forse è esagerato dire che le decine di associazioni palermitane (movimenti ambientalisti e realtà di quartiere, riviste culturali e congregazioni religiose) abbiano tutte un solido radicamento nel te1Titorio e rappresentino un efficace strumento di partecipazione sociale. Molte hanno una valenza limitata, legate come sono al culto del frammento senza una progettualità globale; altre sono state solo un mezzo per consentire la nascita di una nuova classe dirigente. Parecchie, però, costituiscono davvero un punto di riferimento per i non vifosse insomma unfiorire di iniziative e un esprimersi di talenti anche nella giovane cultura palermitana. E infatti sono nati gruppi e riviste (fenomeno unico davvero, nell'Italia di oggi), e piccole case editrici (la più originale e radicata nel nuovo sembra essere le Edizioni della Battaglia), e gruppi teatrali, e produzioni video e cinematografiche e, in una regione di grandissima tradizione nell'arte fotografica, nuovi fotografi, eccetera eccetera. Abbiamo voluto offrire ai nostri lettori una parziale documentazione di questa vivacità scegliendo quei testi e intervistando quegli artisti la cui opera ci è sembrata più interessante e nuova, nel quadro della cultura siciliana e della cultura nazionale. Alcuni nomi sono già noti, altri meno. Sono una piccola parte di ciò che si ,nuove, ma il dovere di una rivista come la nostra è di "scegliere" più che di "informare", è di proporre. Di Sicilia e di Sud ci occuperemo ancora assiduamente. Ma con questo numero dedicato a Palermo, e più "culturale" che "politico", intendiamo aprire un nuovo settore d'intervento per "Linea d'ombra": la preparazione di dossier dedicati ad alcune città-chiave, nelpanorama delle trasformazioni (poche le buone, tante le pessime) in atto nel nostro paese. Dopo Palermo, ci occuperemo di Roma, di Milano, di Napoli. E ai dossier seguirà un' allenzione particolare alla vita culturale (sociale) delle città in cui viviamo; per evitare che l'aria vidiventi ancora più brutta, ancora più malsana e, al contrario, per contribuire a farla ridiventare respirabile. cittadini, per i settori sociali più emarginati dalla città e hanno contribuito allo sviluppo di una profonda coscienza civile. "Cento fiori" nati in una metropoli che, per quanto diversa da quella narrata da Danilo Dolci quasi trent'anni fa, conserva ancora tratti dj degrado e povertà preoccupanti, oggi aggravati da una c,isi economica che riduce letteralmente alla fame intere famjg)ie. Non ci sono più, è vero, il co1tile Cascina e lunghe file di baracche come negli anni Sessanta, ma resistono i catoi del centro storico, gli alveari umani della Zisa e delle cinture urbane periferiche, le casupole malsane in riva al fiume Oreto e quelle fatiscenti del Capo, gli appartamenti sventrati e privi di fogna dello ZEN. Proprio in questi luoghi operano i più importanti segmenti del volontariato, cattolico e non ("Inventare Insieme" a Danisinni, il Centro Sociale S. Francesco Saverio ali' Albergheria, quello di Don Gallizzi nella periferia Nord, per citarne solo alcuni ormai storici). Da anni cercano con le loro attività di contrastare l'egemonia di Cosa Nostra sul territorio pagando anche un alto prezzo come dimostra il delitto di Padre Puglisi a Brancaccio. Per anni, eccetto il breve periodo della Primavera di Palermo, hanno rappresentato una vera e propria opposizione sociale ai comitati d'affari politico-mafiosi, contribuendo a creare la premessa del profondo rinnovamento politico di Palermo.
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