Linea d'ombra - anno XII - n. 90 - febbraio 1994

SCRITTORI PER UN SECOLO 151 fotoritratti e 104 fotografie di contesto storico e biografico a cura di Goffredo Fofi e Giovanni Giovannetti "Un libro agile e utilizzabile che raccoglie i ritratti degli scrittori, dei narratori, poeti e saggisti che sono stati, a parer nostro, fondamentali dentro la nostra società. Ogni scelta è opinabile. La nostra ha privilegiato gli autori più congeniali al gruppo di amici che ha fatto e fa "Linea d'ombra"; oltre, naturalmente, i nomi che era semplicemente impossibile non ci fossero, quelli indiscutibili." (G.F.) Lire 18.000 Salman Rushdie ILMAGODIOZ Un grande scrittore analizza e discute un classico del cinema musicale e fiabesco. Lire 12.000 Soren Kierkegaard BREVIARIO L'etico, l'estetico, il religioso: alle origini dell'esistenzialismo. A cura di Max Bense. Lire 12.000 PER ELSA MORANTE La narrativa, la poesia e le idee di uno dei maggiori scrittori del '900. Parlano: Agamben, Berardinelli, Bettin, Bompiani, D 'Angeli, Ferroni, Garbali, Leonelli, Lollesgaard, Magrini, Onofri, Pontremoli, Ramondino, Rosa, Scarpa, Serpa, Sinibaldi. Lire 15.000 LINEA D'OMBRA EDIZIONI srl IL ~I.I.GODIOZ MUN~OUll!f. N:Gll U.SA 0UANTO llWOCOfO, MOl· ~=~~- 5CIO•U~OtlHAN,IOIH· CANl.llO ,iu GtNWllOHI DI IAMl,IHIDIMlOlMON)0'\ffil" ICOM.YLNl,lllO•UNMAESTRO Nl'Ll'/.Jt!E Dll lo\CCONIO • Ul,ISJUJOCO,.IE,O,OOflHIJ,l. llREVIARIO PER ELSA MORAi'iTE VIA GAFFURIO 4, 20124 MILANO - tel. 02/6691132/ 6690931 Distribuzione Gruppo Editoriale Giunti - Firenze 64 CINA nel "supe1iore interesse dello Stato", che questo sì, coincide con quello di un ristretto gruppo di dirigenti. Per tagliare questo nodo gordiano allo stato dei fatti non sembra che esserci un modo: la privatizzazione di banche e industrie così che interessi di imprese e dirigenti coincidano. Inoltre questo porterebbe a una diffusione di interessi non immediatamente sopprimibili da parte del gruppo dirigente dello Stato. Secondo una concezione quasi di determinismo economicista, molto in voga ora in Cina potrebbero sorgere mezzi di comunicazione che riflettano questi interessi ed esercitino anche un controllo delle strutture dello Stato. Tutto senza pensare ad elezioni politiche che potrebbero portare il disordine nel paese, secondo gli ideologi del luogo. Inoltre il paragone oggi molto in voga a Pechino con i vai·ipaesi estremo-orientali nelle diverse fasi di sviluppo è debole per motivi radicali: chi ~onfronta la Cina di adesso con Taiwan o la Sud Corea di 20 o 30 anni fa sottolinea la mancanza di libertà formali e la concentrazione del potere nelle mani di pochi, ma trascura che alle spalle di questo gruppo esistevano variegati interessi economici, sì coordinati e sostenuti dallo Stato ma chiaramente e formalmente distinti da esso. Questi interessi econo_micidistinti de iure e non semplicemente defacto dallo Stato non ci sono in Cina. Qui esiste invece una marmellata di interessi divisi solo per alleanze di cordate, mafie e parentele ma senza un chiaro 1iferimento a una base materiale che chiarirebbe e limiterebbe il loro potere e la loro influenza nello Stato. Senza una limitazione dei poteri e un controllo di questi burocrati statali quale può essere il destino della Cina? La lotta per bande e la corruzione onnai diffusa fino ai livelli più bassi della società ha creato nel paese un risentimento che il benessere portato dalle riforme riesce a compensare 01111aia stento. Del resto questi burocrati corrotti hanno basi locali e in una situazione di conflitto coperto con il centro hanno tutto l'interesse a soffiare sul fuoco dei frazionismi. Allora è forse questa "corruzione" più dei legittimi interessi locali a minacciare la stabilità cinese, quella stabilità che i dirigenti di Pechìno hanno tanto a cuore, perché, dicono, solo con la stabilità potrà continuare la crescita economica. Note I) Questa pratica è talmente nota e abusata da anni che nell'88 economisti cinesi calcolavano che un'azienda aveva bisogno di profitti di oltre il lOpercento per essere effettivamente in attivo, infatti il l0percento circa erano i dazi che le varie amministrazioni locali esigevano da un'industria, e che l'industria non poteva rifiutare vistaladoppiaobbedienza ai vertici dell'industria a Pechino e a quelli della dirigenza locale del partito. 2) In passato alcuni crediti bancari venivano gestiti come regalie a fondo perso specie dalle grandi aziende di Stato che potevano vantare connivenze molto potenti tali da scalcare i vertici stessi della Bank of China. 3) Per inciso accenniamo qui al fatto che dopo iImassacro di Tiananmen il consenso è stato riottenuto dal gruppo dirigente grazie alla promessa di un grande miglioramento delle condizioni di vita materiali, promessa tra l'altro antica del Pcc, per la gente. Se la promessa non venisse mantenuta il potere stesso del gruppo dirigente ven-ebbe minacciato. 4) Ormai è notorio in Cina che a Canton gli ordini di Pechino vengono letti e spesso stracciati perché "queste disposizioni non ci riguardano, interessano solo altre provincie". 5) Ipotesi di una struttura federalista della Cina erano discusse già all'inizio del secolo dopo il crollo della dinastia mancese; già allora intellettuali illuminati consideravano le grandi difficoltà di governare un paese c.osìgrande e così diverso·e pensavano al modello americano.

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