Linea d'ombra - anno XII - n. 90 - febbraio 1994

anni di riforme sotto una montagna di inflazione e fuga di capitali. Occorreva una riforma che rivoluzionasse il sistema finanziario: le banche non dovevano prestare più denaro in base a clientele politiche e d'affari ma solo su precisi motivi economici. Inoltre occorreva sdoppiare il sistema bancario: la Bank of China doveva essere una istituzione di controllo delle banche e del flusso generale della moneta, la banche locali dovevano essere indipendenti e funzionare solo su base economica. Questa riforma a sua volta dovrebbe esercitare una pressione sulle grandi aziende che non possono contare sull'amicizia per ottenere crediti ma, con banche locali che rischiano in proprio, devono vantare sani conti in nero. E come una catena questo influenza le amministrazioni locali use a pescare nelle casse delle . grandi imprese come fondi di riserva per spese pubbliche e private dei dirigenti della provincia o del distretto 1• Se infatti le industrie devono restituire i crediti con rigore2 dovranno rifiutare le richieste di fondi delle amministrazioni locali. È una spinta a un risanamento economico dell'intera società ma che da sola non può bastare. In Cina vigono forse decine di diversi regolamenti amministrativi e fiscali nei quali questa struttura finanziaria torbida può prosperare: esenzioni fiscali hanno fatto alienare viali di palazzi vuoti sull'isola di Hainan, ali' entrata principale hanno una lucida targa d'ottone, sono le sedi legali di finanziarie e ditte commerciali che operano in tutto il paese e che grazie al regime fiscale di favore della provincia possono lanciarsi in operazioni finanziarie audacissime. Inoltre con i guadagni di questi 15 anni si sono potute concentrare enormi fortune nelle mani di privati. Queste fortune sono state gestite fuori da ogni controllo amministrativo ma anche fiscale perché le tasse venivano decise su base amministrativa teorica (il governo decideva su base di ragioni politico-amministrative quale somma dovessero dare Shanghai, CINA 61 Canton, l'industria X ) e non esisteva praticamente una imposta progressiva. Il risultato era una montagna di danaro fuori da ogni controllo, spesso gestita indollari americani, di Hong Kong, Taiwan e più recentemente anche in rubli, da quando la moneta russa ha cominciato a stabilizzarsi. Una riforma fiscale è quindi sorella gemella della riforma bancaria, strumento essenziale per consentire un reale controllo del credito e del flusso di denaro da parte della banca centrale. Queste due riforme aprono a due altre aree di rinnovamento, strettamente legate fra loro, le privatizzazioni e le autonomie locali. Infatti se un credito indipendente responsabilizza le aziende rispetto ai loro flussi di denaro e la riforma fiscale auspica di fornire allo Stato strumenti di controllo dell'economia del paese che alttimenti agirebbe fuori di ogni regola, queste due misure non bastano. Le imprese, ormai è un fatto chiaro tt·ai dirigenti cinesi, sono in ultima analisi pienamente responsabili di profitti e perdite solo se private. Inoltre le casse del Tesoro sono vuote proprio quando avrebbero bisogno di immensi fondi da investire in infrastt·utture. Questi fondi non possono venire che in minima parte dagli investimenti stranieri e quindi si deve fare appello alle migliaia di miliardi in mano ai privati. Una forma per attingervi sono la privatizzazione delle abitazioni, già in corso nelle grandi città, e la privatizzazione delle imprese grandi e piccole. Un preciso piano di privatizzazioni è previsto solo nei prossimi anni, ma, come spesso è accaduto in questi anni in Cina, in realtà è già attualmente in corso una privatizzazione di fatto delle imprese. Negli ultimi due anni c'è stata la corsa alla vendita delle azioni, una forma per cominciare ad attingere al risparmio p1ivato, che di fatto ha lanciato speculazioni su ampia scala, ha distti buito pezzetti Foto di Armando Rotoletti !Grazia Neri)

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