] -1 ..,. . I ;#, -=-~:~.~ \! '.! Embrionidi eone, pipistrello,coniglio e uomo,come illustratido E Hoeckel nel 1891 quanto siano forti tali limitazioni. Non sarà mai possibile trovare una drosofila con gli occhi azzurri, gialli o verde brillante. Vi sono molteplici tipi di limitazioni che ho esposto dettagliatamente di recente. Esiste un secondo aspetto della variazione che è stato spesso travisato. Quando un darwiniano afferma che le mutazioni sono casuali, egli non sostiene affatto che è possibile qualsiasi tipo di mutazione. Ciò che egli vuol dire è che, prima di tutto, il luogo della prossima mutazione è imprevedibile e, inoltre, che una mutazione non è né una risposta alla necessità di un organismo né il risultato di una risposta ad un particolare insieme di condizioni ambientali. Effettivamente, come ho già detto, il numero e il tipo di mutazioni possibili in un particolare organismo sono estremamente limitate. È possibile che il mio illimitato sostegno nei confronti della casualità verrà rifiutato in un prossimo futuro, almeno per gli organismi unicellulari, dal momento che sono a conoscenza delle recenti ricerche di John Cairns. Tuttavia, visto che sono state fomite così tante e diverse interpretazioni delle sue scoperte, non sembra consigliabile modificare prematuramente la tradizionale definizione darwiniana di casualità dell'evoluzione. È possibile, tuttavia, che una modificazione di questo sia in futuro effettivamente necessaria. Ho affermato che la selezione naturale può soltanto avere a che fare con la variazione che le viene fornita. Vi sono ora casi conosciuti in cui la variazione genetica è a tal punto condizionata da annulJare l'efficacia delJa selezione naturale. I geni distorti della segregazione rappresentano un caso tipico. La maggior parte della selezione condizionata può essere dovuta all'azione di trasposoni di tipo SCIENZA57 retrovirale. Alcuni casi di variazione condizionata sono stati menzionati in letteratura come casi di selezione genica. Si tratta di un equivoco perché, perfino in questi casi, la variazione avviene prima e solo allora lo zigoterisultanteo la cellula riproduttiva è esposta alla selezione naturale. Darwinisnw e sviluppo Un certo numero di moderni oppositori al darwinismo ha rimproverato agli artefici della sintesi evoluzionistica di aver trascurato l'importanza dello sviluppo. Temo che questi critici abbiano ribaltato le cose. Non sono stati gli artefici della sintesi a trascurare lo sviluppo, ma gli studiosi dello sviluppo ad ignorare la sintesi. Ciò risulta evidente se si considera la storia della sintesi evoluzionistica. Dopo che, nel 1937, Dobzhansky ebbe schematizzato la sintesi a grandi linee, specialisti di numerose altre discipline biologiche lo seguirono, dimostrando non solo che la loro specializzazione si adattava ai concetti della sintesi, ma anche che i loro singoli campi avrebbero potuto fornire contributi molto specifici alla sintesi stessa. Ciò si è verificato con Mayr nel 1942 (per la sistematica), con Simpson nel 1944 (per la paleontologia), con Rensch nel 1947 (e anche nel 1939 e 1943 per la zoologia generale) e perG.L. Stebbins nel 1950 (per la botanica). Se si fosse unita, la biologia dello sviluppo sarebbe stata la benvenuta. Avrebbe rappresentato infatti un evento importante, perché la biologia dello sviluppo, in seguito al successo della Entwicklungsmechanik (meccanica dello sviluppo), era forse il settore più florido neIJa biologia degli anni Venti e Trenta. La maggior paite degli embriologi, tuttavia, era molto ostile al darwinismo (Waddington costituiva una eccezione). Il loro pensiero era dominato dal concetto di evoluzione trasformazionale, e in effetti sospetto che praticamente tutti gli embriologi di quell'epoca aderissero in varia misura al lamarckismo. Il concetto di evoluzione variazionale era per loro totalmente estraneo. È una cai·atteristica dell'attuale critica al darwinismo il fatto che la maggior paite dei critici provenga dalla tradizione della biologia dello sviluppo. Sono ancora convinti che Darwin si sbagliasse e cercano un nuovo modello. Ho parlato della straordinaria ignoranza degli autori di due di queste opere in pubblicazioni recenti e lo stesso ha fatto Eurian. Malgrado tutti i loro sforzi, questi autori sono stati del tutto incapaci di scoprire anche un solo fenomeno di biologia dello sviluppochefosseincompatibilecon le teorie della sintesi evoluzionistica. Questi autori non arri vanoa fare una distinzione tracausazioni evolutive (le origini di nuovi programmi genetici) e causazioni immediate (fenomeni di traslazione di questi programmi nei fenotipi). Quando si appellano ad Aristotele, sembrano non rendersi conto della straordinaria somiglianza tra le concezioni di Aristotele e il programma genetico. Da Darwin in poi, gli evoluzionisti si sono interessati allo sviluppo, soprattutto perché esso presenta problemi molto complessi e numerosi. Ogni fase del ciclo vitale di un organismo, dal momento della fecondazione dell'uovo fino alla morte, è un potenziale oggetto della selezione naturale. Ma ciò è completamente in linea con il pensiero di Darwin. A dire il vero, non siamo ancora in grado di spiegare certi fenomeni dell'ontogenesi. I nostri predecessori acquatici si spostarono sulla terraferma circa 400 milioni di anni fa. Si adattarono ad un tipo di respirazione che non richiedeva più le branchie. Eppure, tutti i ve1tebrati terrestri, dagLianfibi agli uccelli e ai mammiferi, durante la loro ontogenesi continuano ad attraversare una fase branchiale. Perché le strutture della regione cervicale non si sviluppano direttamente, invece di passare attraverso una fase di transizione che prevede la formazione di fenditure branchiali? Su basi puramente teoriche, un darwiniano direbbe che queste fenditure branchiali embrionali vengono mantenute nell'ontogenesi, perché devono avere un significato selettivo. Quale potrebbe essere questo significato?
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==