Linea d'ombra - anno XII - n. 90 - febbraio 1994

SCIENZA 53 Ernst Mayr LA BIOLOGIA EVOLUZIONISTICA CONTEMPORANEA a curadi EnricoAlleva traduzionedi RobertaScialpi Gran parte delle storie generali della scienza son state scritte da storici della fisica che non hanno mai superato la loro provinciale convinzione che quel che non è riconducibile allafisica non è una scienza, una sorta di sgradevole sciovinismo nei vari campi della ricerca. Ma l'avvenimento che segnalò con maggior chiarezza l'emancipazione della scienza dalla religione e dalla filosofia fu la rivoluzione darwiniana. (Emst Mayr) · È importante sottolineare il ruolo esercitato da un personaggio di primo piano dell'evoluzionismo contemporaneo - lo zoologo della Harvard University Ernst Mayr - nella diffusione e nella sempre più matura applicazione dei principi dottrinali del pensiero di Carlo Darwin, che poi null'altro sono che applicazioni del darwiniano "this view oflife" per spiegare meccanismi e processi dei fenomeni di trasmutazione delle forme viventi (popolazioni, specie, o altri insiemi e aggregazioni del · vivente che si trasforma). Un impegno dedito anche alla doverosa difesa del pensiero darwinista da chi pretendeva una visione letterale - essenzialmente infondata - della Bibbia, che negherebbe spazio a teorie in disaccordo con la narrazione della divina Creazione. Non scordiamoci dei rigurgiti fondamentalisti dei creazionisti statunitensi, acuitisi negli anni Ottanta, come delle linee di pensiero creazionista e antidarwiniano che l'editore Rusconi ha proposto in Italia: paese ove illustri e bellicose figure purtroppo scomparse come il naturalista Giuseppe Montalenti - anche Presidente del!' Accademia dei Lincei - han fatto accanita opera di proselitismo del pensiero di Darwin. Montalenti, amico e diffusore attivissimo del pensiero di Mayr, ha t:eso possibile la traduzione italiana delle opere principali di Mayr come di altri eminenti evoluzionisti del passato recente, quali il genetista Theodosius Dobzhansky e il paleozoologo George G. Simpson. Ernst Mayr è stato innanzitutto un ornitologo. Pervicacemente, e dalle origini, seguace percorritore di uno stile di scienza darwiniano fatto di osservazioni d'uccelli carpite al volo, di un intellettuale aucupio vagante esercitato con continue ed avventurose spedizioni in terre lontane, sovente tropicali, di osservazioni difficili seguite da appunti redatti al chiarore di improvvisate lampade "da campo". Così Mayr è divenuto un eminente e a lungo indiscusso teorico del]' evoluzione, ma di un evolversi delle forme viventi percepite e frequentate nel grande teatro naturale che solo chi sa allestire riuscite spedizioni zoologiche riesce a gustare appieno. Come Darwin stesso, e la sua formazione viaggiata sul Beagle, testimoniano concretamente. All'inizio degli anni Cinquanta, Mayr ha studiato i leggendari -fin nell'etimo - uccelli del paradiso, specie scoperte originariamente da avventurosi esploratori italiani, come il conte Raggi: esseri dai colori fantastici, dai suoni metallici e scroscianti, capaci di balzi e di movenze bizzarre, che includono il percorrere a testa in giù longitudinalmente un ramo che spicchi nel la foresta.Una danza aerea che sfida apertamente ogni legge gravitazionale-flabellando il maschio capovolto alla femmina una coda scintillante, ventaglio che si apre su un occhio centrale metallico, grande bagliore di luci che acceca di passione la compagna inducendola all'accoppiamento. Mayr ha partecipato alla leggendaria "Whitey South Sea Expedition", scrivendo poi della variazione geografica e dell'ibridazione di uccelli melittivori e altro della uova Guinea e della Papuasia, dei piccioni e pappagalli dell'Australia occidentale, o delle chiocciole delle isole Bahamas. Ha redatto numerose note ornitologiche sulle isole Salomone, su Timor e su Samba, anche una bella storia della fauna ornitica nordamericana (1946). Ma la sua notorietà scientifica proviene soprattutto dagli spunti a carattere teorico che ha saputo trarre sul processo di speciazione (origine di nuove specie per trasformazione dalle precedenti), dal! 'uso delle categorie tassonomiche per spiegarla (ominidi e Drosophilae inclusi), dal valutare il ruolo dei fattori ecologici che modulano o causano tali processi di differenziamento, ovvero dagli effetti di cambiamenti dell'"ambiente genetico" sulla speciazione. Ed è sul soffermarsi sul concetto di specie, sulla sua definizione, sulla prospettiva storica o zoogeografica della terminologia utilizzata dagli evoluzionisti che Mayr - negli anni Cinquanta e Sessanta - ha costruito una consistente e duratura fama internazionale. È dunque importante per chi desideri avvicinarsi con competenza al darwinismo contemporaneo, e seguendo un percorso storico che tenga conto dei passi precedenti come di quelli successivi, una rilettura attenta delle opere - anche minute, anche apparentemente frammentarie - del lavoro di sintesi teorica di Mayr e compagni evoluzionisti. Partendo magari dai due monumentali e fondamentali volumi disponibili in lingua italiana su L'evoluzione delle specie animali (Einaudi 1970), opera accuratamente tradotta, realizzata "per consiglio di Giuseppe Montalenti". Si potrà meglio apprezzare l'innovatività delle successive visioni "puntuazioniste" ovvero "per salti rapidi e discontinui" proposte da N. Eldredge e S.J. Gould (autori cui "Linea d'ombra" ha già dedicato spazio nel passato), o al leescatologiche considerazioni sull'espressione fenotipica di genotipi animali che un genetista-evoluzionista tanto acuto quanto bellicoso quale Richard R. Lewontin ha proposto nei primi anni Settanta. Va tenuta in doveroso conto anche la speciale contiguità accademica e abitativa dei vari personaggi - tutti harvardiani - che esercitano il mestiere di evoluzionista tra gli Harvard Biolabs e il Museum of Comparative Zoology, istituzioni che si fronteggiano su Divinity Avenue, e della sottile influenza delle meravigliose collezioni museali ]j in mostra, frutto di avvincenti spedizioni di raccolta: ovvero del fatto che tanto Mayrquanto Lewontin, Gould, o Edward O. Wilson (vate del pensiero sociobiologico, oggi padre riconosciuto e protettore affannato della biodiversità terre tre) provengono da un medesimo ed elitario ambiente di cultura scientifica, e che l'influenza dei padri (Mayr o lo stesso Agassiz suo predecessore, violento antidarwinista) ha avuto un ruolo importante nel produrre la novità intellettuale di figli o di bisnipoti scientifici. Per i letterati o gli assertori della separatezza delle "due culture" (belle lettere contro aride tecnologie), gioverà poi rammentare che il noto letterato russo, l'autore di Lolita - Vladimir abokov - era Research Fellow in Entomologia al suddetto Museum ofComparative Zoology di cui Mayrfu direttore perun decennio circa, testimonianza del clima intellettuale calamitato da questa augu ta collezione museale (e quale zoologo non percepirebbe l'entomologo nell'autore di Lolita, nella sua tassonomica descrizione di crisalidi e di "spupamenti"?). Mayr ha alle spalle un'intera vita vissuta di curatore museale, essendo cresciuto nel famoso American Museum of Natural History di New York prima di approdare ad Harvard. Un volumetto di Mayr piacevole e alla portata di tutti è poi Biologia ed evoluzione, raccolta di quattro sue conferenze tenute al Collège de Francene! 1978(Boringhieri J 982). Einaudi ha tradotto, olt:reaL 'evoluzione delle specie animali ( 1970), Evoluzione e varietà dei viventi ( 1983), en-

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