Stava fumando, è vero, ma aveva acceso l'ultima sigaretta col mozzicone della sigaretta precedente, prima di gettarlo. Di fatto non aveva fiammiferi. Si chiese se l'uomo le avrebbe creduto. "Mi dispiace, non ho fiammiferi." Il giovane la fissò in viso, sembrò esitare un attimo, poi disse: "Ma sta fumando", e lafronte appena corrugata tradiva una certa perplessità. Non poteva dargli torto. Eppure non era per ripugnanza che riluttava a fargli accendere la sigaretta con la propria. Forse era una sciocchezza, ma quel gesto, per quanto semplice, implicava una certa intimità che non era pronta ad accettare. Ci fu un attimo di esitazione, da parte sua questa volta, durante il quale lo sguardo fisso dell'uomo non abbandonò mai il suo viso. C'era orgoglio e sfida in quello sguardo, e insieme, curiosamente, un'espressione compiaciuta. Gli porse la sigaretta tenendola fra due dita. "Ecco può accendere con questa." Piegando il capo per accettare il fuoco che gli veniva offerto, l'uomo le si avvicinò ancora di più. Si aspettava che le prendesse la sigaretta per accendere la sua, ma lui parve non capire e accostò il viso alla sua mano. Quindi si raddrizzò, aspirò una boccata profonda ed espirò il fumo con soddisfazione. La donna notò che aveva acceso una sigaretta mezza consumata, tenuta da parte per un'altra occasione. "La ringrazio", disse l'uomo educatamente e stava per allontanarsi quando notò che invece di riportare la sigaretta alle labbra, la donna l'aveva distrattamente gettata via. Se ne rese conto nella frazione di secondo in cui diceva quelle due parole. La donna aveva gettato via una sigaretta quasi intera. E l'attimo prima la stava fumando con evidente piacere. Rimase a fissarla, riflettendo freddamente sull'accaduto. La cosa la infastidiva, in un certo senso. Non è che avesse paura. Sembrava un uomo per bene, a modo suo, e innocuo, ma la metteva a disagio. Avrebbe preferito che fosse stato maleducato. Era in fondo quello che si aspettava da lui. Invece la fissava calmo e sprezzante. Disprezzo, ecco. L'idea cominciò a prendere forma nella sua mente. Come osava? Che insolente! "E allora, che cosa aspetta?" disse, sentendo di dover spezzare quella tensione. "Mi dispiace di averle fatto sprecare una sigaretta" disse lui. Rise un po' nervosa. "Non è niente" disse, sentendosi una stupida. "Ne ha tante altre, vero?" chiese lui. "Eh, sì." Così non andava, pensò rapidamente. Non aveva la minima intenzione di starsene lì a sentirsi far la predica da ... be', sì, da un negro. Era indecoroso. Perché non se ne andava quel tipo? Come se le avesse letto nel pensiero, l'uomo disse: "Siamo per strada, signora. La strada è di tutti." Non doveva per forza rispondergli. Poteva ignorarlo, come avrebbe dovuto fare sin dal principio. "Le va bene che è una donna" disse lui. "E se fossi un uomo?" "Da uomo a uomo, forse, le darei qualcosa a cui pensare" disse lui con quella sua voce calma, composta. In America li linciano per molto meno, pensò lei. "Non siamo in America" aggiunse lui. "Si vede che è americana. In questo paese ci sono solo uomini e donne. Se ne accorgerà." Non le restava che assecondarlo. Scoprire almeno come la pensava. Avrebbe avuto qualcosa da raccontare una volta tornata in patria. Si scoprì d'un tratto affascinata. "Allora in questo paese ci sono soltanto uomini e donne, è così?" "Esatto. Come dire che ci siamo solo lei e io, però ce n'è a centinaia, a migliaia di gente come noi. E sembra che vadano d'accordo, senza linciaggi, incendi, eccetera." CARAIBI/MAIS45 "Crede davvero che tutti gli uomini siano stati creati uguali?" "Quella frase non vuol dire granché. I fatti dimostrano che non è così. Prenda noi due, per esempio. Ma questo non significa che lei non sia una donna, come io sono un uomo. Capisce cosa voglio dire?" "No, non direi." "Lo capirà, se si ferma abbastanza." La donna gli lanciò una rapida occhiata. L'uomo rise. "Non in quel senso" disse. "Non è il mio tipo di donna lei. Non ha nulla da temere da quel punto di vista." "Oh!" "Aspetta l'autobus, vero? Ecco sta arrivando. Grazie per il fuoco." "Si figuri" disse lei con una risatina nervosa. Lui non fece il minimo cenno d'allontanarsi.L'autobus arrivò ed egli rimase immobile a distanza, con la consapevolezza d'una forza e un orgoglio maschile che gli appartenevano di diritto. C'era qualcosa in lui di provocatorio e al tempo stesso di inquietante. Era riuscito a minare la sua grande sicurezza, la sua fiducia in se stessa. Mentre l'autobus s'allontanava sentiva su di sé quegli occhi tranquilli che la scrutavano, senza l'ostacolo di barriere artificiali, e che la valutavano spassionatamente, come avviene tra un uomo e una donna, un uomo qualunque ed una donna qualunque. Lottò risolutamente contro il comprensibile desiderio di voltarsi a guardarlo per l'ultima volta. Per timore forse di quello che avrebbe pensato la gente sull'autobus. E forse fu un bene, così non lo vide chinarsi con gesto famelico e raccogliere dal marciapiede la sigaretta che lei aveva gettato via. Copyright Roger Mais 1979. LINEAD'OMBRA e la FONDAZIONE RICCARDO BAUER Martedì 15 marza, ore 17,30 presso la Società Umanitaria - Via Daverio 7 - Milano ArturoColombo,AlbertoCavaglion,GoffredoFofi presenterannoi nuovi volumidi "Aperture" Riccardo Bauer LA GUERRA NON HA FUTURO Saggi di educazione alla pace: le tattiche e le strategie, le tecniche e gli strumenti per costruire insieme un mondo meno intollerante. GLI ARATORI DEL VULCANO Razzismo e antisemitismo a cura di Alberto Cavaglion Saggi e interventi di: Anders, Calvino, Cases, Cavaglion, Debenedetti, Flaiano, Forster, Giacchè, Leo Levi, Pasquali, Pea, Pera, Saba, Enzo Sereni, Vidal-Naquet. Piero Calamandrei UOMINI E CITTÀ DELLA RESISTENZA La Resistenza come lotta di liberazione e lotta di popolo, nei discorsi e nelle commemorazioni di un grande giurista.
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