32 CARAIBI/WALCOTT Mah! Nessuno, in particolare ... Credo che Malraux abbia citato un pittore tanto per fare un nome. E che la cosa sia vera per tutti gli artisti. Nel senso che, quando uno è giovane, l'arte è più importante della vita. La realtà della vita quando si è giovani la si pone su di un gradino più basso rispetto alla realtà dell'arte. Sempre in Another Life lei cita due versi di George Campbell: "Sia santificata la testa bianca di un negro. I E santa sia la bambagia nera di un bambino nero". Le piaceva questo poeta? In quegli anni, certamente. Adesso non saprei, perché è da molto che non Io riguardo. Credo che si ispirasse a Langston Hughes. E che cercasse di scrivere in una lingua semplice e robusta. In certi momenti risultava persino più forte di Hughes, perché dietro aveva il vigore straordinario della vita giamaicana. Un'esperienza del tutto nuova. E il fatto stesso di vedere la sua poesia stampata in un libro era una cosa importante. Bisogna ricordare che ai miei tempi, quand'ero giovane, il libro di un autore caraibico, stampato nei Caraibi, era un fatto eccezionale. Quando uscirono i primi romanzi fu un avvenimento. Sembrava una cosa inconcepibile. La cultura caraibica non era nei libri. Era nel carnevale e nel calipso. Sono ancora importanti? Il carnevale è diventato una manifestazione con grandi ambizioni artistiche. Per quanto riguarda le arti visive e plastiche. Le cose che fanno sono fenomenali. I disegni, i colori. Dietro, poi, c'è ... Ma è molto che non ci vado. E nel tempo il mio atteggiamento nei confronti del carnevale è cambiato. L'evoluzione della musica che ha avuto luogo a Trinidad attraverso il carnevale è una cosa importante. Piena di significato. Ed esprime la natura di Trinidad, più che di qualunque altra isola, attraverso il ritmo e la figura del calypsonian, che è come un giornale ambulante, o un giornale in musica. Io l'ho usato in una mia commedia. È una cosa importante. Quello che succede durante il carnevale è una cosa unica al mondo. Non è solo per il fatto dei costumi e della musica. Ma perché è una gara di poesia che ha come giudice il popolo. Ed è anche molto teatrale. L'intera storia di Trinidad è contenuta nel calypso. C'è dentro tutto. Gli avvenimenti storici mondiali, in qualche caso. Ci sono canzoni in cui si parla dell'invasione dell'Etiopia, della visita di Roosevelt, o di qualche guerra lontana. È tutto registrato. Non è solo una cosa divertente. Ha una sua solidità storica. Nei Caraibi ci sono oggi scrittori importanti. Come Edward Kamau Brathwaite. Come poeta, la portata del suo progetto è immensa. È un'impresa di proporzioni tali che incute rispetto. Per quanto mi riguarda penso che siano state fatte un sacco di distinzioni accademiche del tutto artificiali tra il suo lavoro e il mio. Da parte di gente che guarda la pagina e dice: questo è un tono di voce che è diverso da quello; questo è pseudo-classico e quello è africano o caraibico; questo e orale e colloquiale e quello è scritto. E così via. Io non credo che Brathwaite voglia nascondere la sua intelligenza. La sua poesia non è solo dialettale o gergale. Anche perché se io faccio poesia usando il gergo locale, mi baso comunque sulla mia intelligenza e la mia sensibilità. La realtà la percepisco al mio livello e non al livello del gergo con il quale la esprimo. Non penso che Brathwaite abbia nemmeno lui una percezione gergale della realtà. Certo, quando fa parlare un personaggio, quello è un personaggio e parla in quel modo. Lo faccio anch'io nelle ~ominedie. Ciò che ammiro in Brathwaite è la portata dell'impresa. E una sorta di gigantesco murale sui Caraibi e su tutti gli aspetti dell'esperienza caraibica, a Londra come in America. Colpisce per l'ampiezza. Ma io credo anche che nei Caraibi la gente abbia un forte senso della vastità per via del mare e del suo orizzonte. Alla gente di fuori può sembrare che il poeta caraibico sia troppo ambizioso, ma è quel mare che dovrebbe piuttosto essere definito come ambizioso. Come si colloca Wilson Harris? Gli ultimi romanzi di Wilson li trovo impenetrabili perché sono difficili. Faccio fatica a capirli. Ovviamente lui deve fare come si sente e seguire la propria immaginazione. Non si può chiedergli di essere più esplicito. The Guyana Quartet, invece, trovo che sia un godimento. Li ho letti tutt'e quattro molto tempo fa, ma sono sicuro che The Palace of the Peacock [Ilpalazzo del pavone, Einaudi, l989] mi piacerebbe ancora moltissimo. Un libro delizioso. Poetico. E mi piace anche quello che Wilson ha scritto prima, la sua poesia. È molto forte. La raccolta Etemity to Season. Sì, e la poesia stessa che si intitola Eternity to Season è molto, molto bella. Una bella poesia sul 1iso. Il bianco del riso e il nero dei fagioli. Ha un bel ritmo. Ha poi ha fatto quelle altre cose ... Non so se è.perché lui si sente ... Forse è un pericolo essere troppo ammirato fino quasi a diventare un oggetto di culto. Non dovrei forse dirlo, anche perché non credo che sia una cosa a cui lui si presterebbe. Però è vero che i suoi ultimi libri sono remoti e difficili. Wilson è un uomo brillante, lo conosco bene. Un genio, quanto a immaginazione. Solo che mi sembra che ogni tanto lo si senta come troppo ... non direi elaborato, ma come insistito. V.S. Naipaul? Naipaul... Ho già detto tante volte quello che penso. Ho l'impressione che si stia avvicinando a un modo di guardare le cose che è, come dire, più benevolo. Può succedere. E io credo che succeda quando uno comincia a invecchiare. Non che sia diventato più tollerante. Ma il dolore cocente che uno prova quando vengono a mancare gli amici e i parenti po1taa una riflessione sulla vita che non è più solo quella dello storico o del giornalista. È qualcosa di più profondo. Nel suo ultimo libro ci sono molte cose toccanti. Almeno in tutta la prima parte, fin quando non ricomincia, verso la fine, con le solite tirate contro i Caraibi, che è ormai una cosa tutta da ridere. Parla dell'Enigma dell'arrivo? È un libro che coinvolge il lettore. Io ne ho anche fatto una recensione. Riesce a convincerti e a farti capire perché lui sia tanto attaccato al paesaggio inglese. Anche perché in Inghilterra ci è andato che era molto giovane. E ha imparato ad amare quel clima. Non credo che ci sia niente di distorto in questo, nel fatto che uno sia attratto dal clima dell'Inghilterra. Anche se qualcuno penserà: Beh, certo. È ovvio. Che cos'altro ci si poteva aspettare? Non sono riuscito a leggere l'altro libro, quello sul Sud. Mi è sembrato che ... che ci fosse qualcosa di perverso. Lui ha questo tratto. Perché è uno che vuole stupire il prossimo, sbalordirlo. Sono quelle cose che si fanno quando si è immaturi. Ma lui ha ormai sessant'anni ... La satira l'ha usata anche lei nella sua opera, qualche volta. Fa parte della tradizione del calypso. Pensa che in Naipaul sia un'altra cosa? No, non è questo. Voglio dire: Naipaul ha affermato che i suoi primi libri non sono cornici. E non è vero. Sono stati pensati come Libriper far ridere. Ma succede agli scrittori a un certo punto della loro vita. Si guardano indietro e cominciano a vedere in quello che hanno scritto delle cose che non ci sono. Perché pensano a quello che avrebbero voluto che i loro libri fossero e non a quello che sono in realtà. Nei primi Libridi Naipaul c'è una mescolanza di comico e tragico che è meravigliosa. È questa la chiave della loro riuscita. Il fatto che sono tragicommedie, se vogliamo chiamarli così. Ma
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