Linea d'ombra - anno XII - n. 90 - febbraio 1994

PRIMADELLAPOLITICA 19 TRAPOLITICAE RELIGIONE lA COMPASSIONSEECONDOSIMONEWEIL GuglielmoForni 1. Il volume che completa l'edizione dei Quaderni (vol. IV, a cura e con un saggio di G. Gaeta, Adelphi, Milano 1993, pp. 623,L. 78.000), iniziata da Giancarlo Gaeta e dalla casa editrice Adelphi nell'ormai lontano 1982, è provvisto di indici relativi ai quattro volumi, a cura di Maria Concetta Sala: "Autori e opere citati e commentati", "Personaggi storici e leggendari, luoghi, popoli, entità, esseri divini", "Figure, immagini, parole". Si tratta di un' impresa notevole non solo per la quantità e la qualità delle traduzioni, ma perché Gaeta è risalito, al di là delle edizioni francesi degli anni Cinquanta e Settanta (Cahiers, Plon 1951-' 56 e 1970-'74), ai testi originali, aggiungendo poi ai cosiddetti "Quaderni di Marsiglia" i "Quaderni d'America" (compresi, appunto, in questo quarto volume), che erano stati pubblicati in francese nel 1950 da Gallimard, in una forma alquanto insoddisfacente.L'opera dunque non è soltanto una traduzione, ma una nuova edizione (anzi: la prima edizione critica) che manca tuttora in francese (la si avrà, quando nelle Opere complete iniziate da Gallimard compatiranno anche i Quaderni: e sono curioso di vedere in che modo i curatori francesi terranno conto del lavoro esegetico svolto da Gaeta). Per giustificare l'importanza unica di quest'opera nella cultura del Novecento bastino alcune considerazioni molto generali; perché sono convinto che i Quaderni saranno nel prossimo futuro al centro della riflessione filosofica. Ma occorre sgombrare subito il terreno da un equivoco, che cioè il pensiero di Simone Weil sia diviso in due fasi ben distinte: la prima, esclusivamente politica, la seconda soltanto religiosa (come si è cercato di dire in un primo momento, sulla base di testi parzialmente manipolati). No, la prima fase "politica" del 1933-'34 presentava un progetto di complessiva rigenérazione etica e umana; e la seconda fase "religiosa" tentava, negli anni della guerra ( 1940-43), di preparare nuove basi alla futura collaborazione fra gli uomini (ad esempio presentava idee poJjticocostituzionali per la Francia rinnovata, che sarebbe sorta dalla sconfitta tedesca). Quindi la vera differenza fra questi due momenti va cercata altrove, e io direi: nel significato globalmente illuminjstico, razionalistico del primo tentativo (che rivendica la centralità del pensiero individuale, e in questo senso la libertà); e nel significato piuttosto pratico, vitale e corporeo (dove non tanto la religione, quanto una trasformazione profonda, indotta dalla presenza del divino nell'umano, potrà condurre a una nuova collaborazione) del secondo. Ecco il significato dei Quaderni. Alcuni pensano (e Gaeta è di questi, se stiamo al suo libro più recente: Simone Weil, Edizioni Cultura della Pace, Fiesole-Firenze 1992) che i testi politici più noti deglj anni Trenta, come le Rifl,essioni del '34 o Prospettive del '33, presentino per noi una particolare attualità: perché sono stati scritti in condizioni in parte simili alle nostre (minaccia di guerra, crisi del sistema industtiale, disoccupazione, ecc.). Allora, Simone Weil cercava di comprendere la natura del nazismo (aveva già dedicato alla Germania alcuni lucidissimi reportage agli inizi degli anni Trenta), e anche del comunismo sovietico; sapeva che il marxismo non avrebbe offerto probabilmente strumenti completi o sufficienti per questa analisi, poiché nazismo e stalinismo erano il frutto del prevalere di una componente burocratica, o direttiva nel sistema dell'azienda (coloro che dirigono, che organizzano, in opposizione a coloro che eseguono), che non poteva essere identificata né con il lavoro né con il capitale. Simone Weil ha detto cose acute e preveggenti, sorprendentemente avanzate in un momento in cui era difficile formulare giudizi. Oggi però non abbiamo delle formazioni sociali o dei movimenti collettivi così originali da richiedere un profondo sforzo teorico (i nostri Stati, almeno in Occidente, sembrano aggrappati al loro passato per evitare il caos, la frantumazione); e del resto tutti gli elementi del discorso politico tradizionale (lo Stato, il partito, il sindacato, le classi sociali) di cui si serviva ancora Simone Weil, anche se materialmente sopravvivono, sono ampiamente screditati come categorie, come strumenti concettuali utilizzabili per una comprensione della realtà. Inoltre lo scontro nazismo-comunismo, e quindi indirettamente l'Europa, non sono più al centro del discorso politico. Simone Weil pensava, in quella fase del suo pensiero, che fosse necessario riportare tutto sotto il contt·ollo dell'individuo, o della ragione (definizione di socialismo: la subordinazione della società ali' individuo), combattendo ovunque, nella scienza, nell'industria, ecc. la divisione del lavoro. La sua immagine dell'uomo è qui tipicamente moderna, e insieme critica verso gli aspetti collettivistici e burocratici della modernità: riferendosi a Mat·xe soprattutto a Cartesio (che avrebbe voluto fondare una università operaia), Simone Weil fa emergere l'uomo "signore e padrone della natura", l'uomo che vive e non può vivere che nell'evidenza, nella consapevolezza di tutti i passi che servono a raggiungere un risultato. Ma la divisione del lavoro non è certo qualcosa che noi, oggi, possiamo eliminai·e; e anche se cercassimo di operare (alla maniera di Rousseau) in questa direzione, il brusco calo della produzione industriale e della complessità sociale ci porterebbe, probabilmente, a nuove forme di tirannia. Ma c'è di più: abbiamo smesso di pensare che un miglioramento della vita umana provenga da una svolta nell'ordine della conoscenza, da una riforma intellettuale. Noi, oggi, abbiamo preoccupazioni diverse: la guerra, il disfacimento di tanti Stati, la deUnquenza organizzata, la droga, la fame, le malattie. E forse, al di sopra di tutto, l'economja mondiale, la possibilità di coordinai·Ia e dirigerla a favore di tutta l'umanità. Perciò occorre scendere molto in profondità, ritt·ovat·e le radici etiche e le motivazionj individuali di un comportamento socialmente positivo, proprio quando l'influsso della guerra vicina e la generale tendenza alla frammentazione stimola anche in noi aggressività, conflittualità latente oppure espUcita. Sono allora soprattutto i testi dell'ultima riflessione weiliana che ci possono aiutare, i Quaderni, Attesa di Dio, La prima radice; essi cercano le condizioni di un nuovo incontt·o, di una nuova

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