MESSICO 9 Juan Villoro PAESAGGIO SENZA FOLCLORE IncontroconMariaNadotti traduzione di Jaime Riera Rehren Luglio '93. Città del Messico. Sono qui per tutt'altro, ma non vedo l'ora di dare una faccia, un corpo e una voce a un "giovane" scrittore messicano, Juan Villoro, di cui la casa editrice Il Vascello di Roma pubblicherà nei prossimi mesi Palmeras de la brisa rapida, un viaje a Yucatan (1989). Ci siamo scritti nell'ultimo periodo e, soprattutto, ho letto alcune delle sue tante, interessantissime, opere. In particolare un romanzo, El disparo de argon, uscito in Messico nel 1991 e subito premiato da un grosso successo di pubblico e di critica oltre che dalla pubblicazione in altre lingue. Lo chiamo dunque e, nel mese che passo a Città del Messico, ci incontrerem? spesso: Travolta e un po' sbalordita, io, dalla generosità e dalla semphc1ta con cui J uan mi mette a disposizione il suo tempo, i suoi amici, quell'incredibile rete di rapporti intellettuali, politici, artistici, di pura quo~idianità che definisc~ la vita culturale della capitale del distretto federale. V1lloro, trentasette anni, "bianco, alto e chiaro di capelli in un paese sostanzialmente meticcio", come dice lui stesso con divertita autoironia, parla un ottimo italiano. L'intervista che presentiamo si è svolta però in spagnolo, una lingua che lo scri_ttoreparla a raffica, divertendosi a giocare con le parole, a slittare su accenti e toni, ad attingere con piacere evidente al repertorio dei neologismi e soprattutto ~el gergo giovanile messicano. Alcune pagine tratte d~ Palmeras de la bnsa rapida, un viaje a Yucatan sono state tradotte da Ja1me R1eraRehren per il numero 67 di "Linea d'ombra", nel gennaio del 1992. Cominciamo dalla figura sociale dello scrittore in Messico. Pacheco mi diceva che lui per vivere deve insegnare ... In Messico non è possibile vivere facendo lo scrittore, perciò bisogna fare lavori paralleli come insegnare, tradurre, scrivere sceneggiature per il cinema, lavorare per la radio e la televisione, tenere conferenze, fare il giornalista o occuparsi di pubblicità. Io credo che questo abbia dei vantaggi: lo scrittore non si trova isolato come succede in alcuni paesi. Negli Stati Uniti, per esempio, esiste la carriera universitaria del creative writing e c'è tutto un genere letterario che descrive soltanto la vita nei campus. Ciò isola lo scrittore rendendogli difficile acquisire esperienze vitali come quelle di Faulkner che si guadagnava da vivere scrivendo per il cinema, cosa che lo costringeva a fare la spola tra Hollywood e il Sud degli Stati Uniti. Certo noi ci lamentiamo di dover svolgere troppe attività, però in qualche modo ciò ci mette in contatto con altre esperienze e questo mi sembra positivo. Parlami del tuo caso. Come molti altri, anch'io svolgo molteplici attività. Quale potrebbe essere l'alternativa? Essere un funzionario pubblico. Infatti in questo senso lo stato messicano assomiglia molto agli ex stati socialisti e, nel bene e nel male, ha svolto un ruolo diretto nella politica culturale, è stato il grande patrocinatore della cultura messicana. Grazie a ciò si sono sviluppati alcuni importanti movimenti che richiedevano comunque l'appoggio statale, come ad esempio il muralismo. Lo stato mise a disposizione degli artisti i muri della città; giocò un ruolo importante il ministro e scrittore José Vasconcelos. Allora molti scrittori e intellettuali hanno scelto di diventare funzionari pubblici al fme di ottenere un buon posto ali' interno di questo enorme apparato culturale. Io personalmente ho scelto di non farlo perché da un lato mi toglierebbe molto tempo e dall'altro mi condizionerebbe, togliendomi la libertà di scrivere criticamente. Anche se si può essere soltanto un tecnico nell'apparato, il fatto stesso di lavorare per il governo fa sì che il suo modo di pensare ne sia in certa misura vincolato. Perciò ho scelto di vivere facendo molti lavori e vivo abbastanza bene, non mi lamento per niente. Lavoro in una rivista, "Biblioteca de Mexico", insegno letteratura comparata ali' università (mi sono occupato di Italo Calvino, di Julio Cortazar e adesso tengo corsi su Kafka e Borges); sono anche opinionista in una radio, ABC Radio; traduco dal tedesco e dall'inglese. Uno dei miei lavori più importanti di traduzione dal tedesco è stato Los aforismos di Christoph Lichtenberg classico del Settecento che non era mai stato tradotto in spagnolo. Ho tradotto racconti di Schnitzler e Memoria di un antisemita, un libro di Von Rezzori, un autore nato nell'estremo lembo orientale dell'Impero austroungarico, che attualmente vive a Roma. Ho tradotto anche un libretto d'opera di Hugo Von Hofmannsthal, Arianna a Nassa. Dall'inglese ho tradotto Graham Greene e alcuni racconti di Truman Capote. Come e quando hai cominciato a scrivere? Ho avuto un'infanzia poco libresca, leggevo poco da bambino. Come a tutti i bambini anche a me interessavano la tv, il cinema e i fumetti. Non pensavo che i lib1i avessero qualcosa da dire, cioè che fossero un'occasione di godimento, pensavo che fossero solo uno strumento di studio. Alle medie- avevo dodici anni -1' insegnante ci portò una serie di classici perché ne scegliessimo uno. Il pri°!odella classe scelse l'Eneide di Virgilio, mentre la grande maggioranza preferì il Lazarillo de Tormes perché era un volume piccolissimo; io scelsi il Cid perché avevo appena visto il film con Sofia Loren e Charlton Heston, che mi era talmente piaciuto che avevo chiesto a mia nonna di cucirmi il costume del Cid Campeador. In quell'epoca era normale che i bambini giocassero nelle strade in costume, soprattutto travestiti da indiani e cowboys, da Batman e Superman, generalmente imitando i film nordamericani. Io invece ero vestito da Cid, il che appariva stravagante, di sicuro. Questa mia ridicola comparsa nella strada obbediva alla mia passione per il film sul Cid. Quando seppi che c'era anche il libro lo lessi. Il libro, come si sa, è scritto in spagnolo antico e io ci restai male: mi sembrava incredibile che un film così bello fosse stato tratto da una sceneggiatura così brutta. Non riuscivo a trovare rapporto tra l'uno e l'altro. Questo
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